Mi risvegliai.
Nonostante la luce perennemente fioca della luna che filtrava dal tetto sfondato, mi accorsi che per terra c'era una fialetta aperta, da cui usciva un fumo grigio chiaro, totalmente inodore.
Ecco cosa ci aveva fatto svenire.
Iniziai subito a cercare le ragazze.
Invece di trovare Samantha, trovai Eleonore, seduta sulla cima delle scale, illuminata solo in parte.
Allora tutto ciò è successo è solo un sogno! - pensai.
Mia sorella non è morta!!
Guardai il mio piede.
Era normale.
Senza alcuna cicatrice.
"Will? Will dove sei?"
La dolce voce di Samantha mi chiamava.
"Sono qui! Ai piedi delle scale!"
Lei corse da me ed io la abbracciai.
Poi le comunicai la fantastica notizia.
"Guarda Sam! C'è Eleonore sulla cima!"
"Cosa? È viva!"
"Eleonore! Vieni qui!"
Non si mosse.
"Eleonore?? Sei arrabbiata? Adesso riproviamo ad uscire, sperando di non essere drogati!"
Risi nervosamente.
Perchè Eleonore non scendeva?
Vidi degli occhi arancioni nell'oscurità, proprio alle sue spalle.
"ELEONORE!! SCAPPA!!! ORA!!!"
Lei continuò a non muoversi.
"C'È BRADLEY ALLE TUE SPALLE!!! SCAPPA!!!"
"Wow...Will... sei così perspicace!!! Hai indovinato chi fossi senza nemmeno potermi vedere!", disse la solita voce cupa, con il tono di chi ha appena sparato una barzelletta divertentissima.
"Non osare toccarla!"
"Ma Will... non ti ricordi? Lei è già morta!"
Detto questo, la spinse giù.
Lei cadde di faccia.
Rivelando la spina dorsale e la cassa toracica aperte e ben visibili, che rompevano la schiena in due.
Riuscivo a vedere il suo cuore.
Nero, ovviamente.
Non batteva più da un bel po' di tempo.
A quello spettacolo raccapricciante, causato sicuramente dalla caduta, Bradley Armitage si mise a ridere.
Mentre io e Samantha urlavamo paralizzati.
Avevo il cadavere squartato di mia sorella davanti agli occhi.
Riuscii ad intravedere il vestito nero e viola dello spirito.
"Io... io... IO TI UCCIDO!" dissi fuori di me.
Mi lanciai in una corsa disperata sulle scale, credendo stupidamente di poterlo battere.
Appena pensai di averlo preso, egli si dissolse.
In pratica avevo provato ad afferrare l'aria.
"Will... sei veramente un idiota."
Ricevetti un colpo alla schiena, che mi fece crollare in ginocchio.
"Così stupido da pensare di battermi?"
Stavolta un colpo in pancia mi fece sputare sangue.
Samantha strillava terrorizzata.
"Così sciocco, così ingenuo, così forsennato, da pensare di sconfiggermi?! TU NON HAI IDEA DI CHI HAI SFIDATO!"
Un colpo in testa mi fece rotolare giù dalle scale.
Finii sul corpo inerme di Eleonore.
Mi alzai scandalizzato, e mi gettai nelle braccia tremanti di Samantha.
"Se potessi, Will...", continuò inclemente lo spirito, "...non credi anche tu che ti avrei già ucciso? Tutti voi, in un solo colpo!... ma no. Non posso. Devo seguire un ordine se voglio tornare in vita."
"Che cosa... tu provi a tornare in vita uccidendo altre persone?"
"Che cosa credevi, che la storia dell'ubriaco fosse vera? E, fra parentesi, io non ci provo. Io ci riuscirò."
Quindi i suoi occhi si fecero sempre più scuri, fino a confondersi con il nero della stanza.
In quel momento vidi il cadavere di Eleonore trascinato pian piano verso l'oscurità del salotto, lasciando una striscia di sangue sul pavimento.
Notai una gentile mano di porcellana.
Indietreggiai, portandomi dietro anche Samantha.
Eccola di nuovo.
Avanzava verso di noi.
Il suo viso bianco crepato.
Il suoi capelli neri.
I suoi occhi arancioni.
Il suo vestito rosso.
"Oh cazzo..."
"SCAPPA!!"
Salimmo le scale tre gradini alla volta, ed entrammo entrambi nella stessa stanza.
Barricammo la porta con il letto, il materasso ed il comodino.
Appena mi girai, Samantha non c'era.
E non ero più nella stanza di prima.
La porta era chiusa, ma non barricata.
La aprii e fui investito dal suono terrificante della canzoncina della bambola, che era ferma davanti alla porta.
"TWO FAT SAUSAGES SLIPPING IN THE PAN, TWO FAT SAUSAGES SLIPPING IN THE PAN... ONE GOES POP! ONE GOES BANG!!!"
E recitata la sua parte, la sua testa rotolò sul pavimento.
E sentii il suono del gas che esce da una valvola, accompagnato dal suo fetore.
Metano!
Chiusi la porta istintivamente. Quindi mi tolsi giacca e felpa e li misi ai bordi della porta, per cercare di non soffocare, e mi abbassai al livello del pavimento.
Provai ad aprire la finestra per far uscire il gas.
Ovviamente era bloccata.
Quanto odiavo quella casa...
Ero così arrabbiato che tirai un calcio ad una parete.
Che si frantumò in una manciata di millisecondi, creando una nuvola di polvere che mi fece tossire.
E rivelò la stanza di Samantha.
Ma che diamine era quella casa?
Riconobbi la stanza di Samantha non per la barricata.
Neanche per le pareti spoglie.
Ma per il corpo di Samantha disteso a terra.
Ti prego no - mi dissi - non anche lei.
Mi avvicinai e vidi che respirava debolmente.
Provai ad alzarla.
"Samantha, svelta, andiamocene da qui. È pieno di gas!"
Come se non l'avesse notato.
"Lo so, Will. Io ne ho inalato fin troppo."
"No, no, no. Non farmi questo scherzo. Tu vieni con me. Non ci sono storie."
"Will", ansimò fra un colpo di tosse ed un altro, "salvati almeno tu. Io non posso farcela. Scappa di sotto, dove l'aria è ancora respirabile. Lasciami qu-"
"No! Io non ti lascio qui! E non dire neanche per scherzo che non puoi farcela! Tu ce la fai eccome!! Se rimani qui tu ci rimango anch'io!!!"
Iniziai a piangere.
"Ti prego no, non farmi questo!!"
"Will.", affermò perentoria, come quando era certa di una cosa, guardandomi con i suoi grandi occhi azzurri, adesso offuscati dal gas, "se riesci a salvarti Bradley non potrà tornare nel mondo dei vivi e non potrà torturare altre persone.
Fallo per tutti.
Fallo per me."
"No!! Ci dev'essere un modo! Ci salviamo in due!!! Ti prego! Sei la cosa a cui tengo di più in tutto il mondo! Non puoi morire... non puoi..."
"Ti prego Will. Fai ciò che ti ho chiesto. Lasciami qui. Salvati. E impedirai il massacro di tanti innocenti."
"Ma possiamo farlo insieme!"
"No Will. Io non sopravviverei comunque, anche se uscissi da qui. Ho i polmoni pieni di metano."
Allora notai che quando sbatteva le lunghe ciglia nere, gli occhi rimanevano chiusi più a lungo del solito.
Stava morendo.
E io non potevo fare niente per salvarla.
"Ti prego. Will. Vai. E così salverai molte persone.
E renderai onore alle nostre morti."
Piangevo.
Piangevo a tal punto che le mie lacrime mi impedivano di vedere chiaramente la scena.
"Ti amo, Samantha. Ti amo adesso, ti ho amato ieri e ti amerò per sempre. Anche se non potrai più essere al mio fianco. Tienilo a mente. Io ti amo."
"Ti amo anch'io Will. Con tutto il mio cuore pieno di gas."
Sorrisi alla sua battuta agrodolce, e le lacrime mi scesero fino al collo.
Le strinsi le mani e la baciai.
"Vai e non voltarti, Will. Altrimenti avrai solo rimpianti. Vai e fai ciò che va fatto. Per il bene di tutti noi."
Mi salutò per l'ultima volta con la frase che mi aveva detto al nostro primo appuntamento.
"Arrivederci, signor Stein."
Sorrisi tristemente.
"Arrivederci, signorina Fox."
La vidi sorridere, prima di appoggiare la sua testa sul pavimento e di chiudere gli occhi.
Per sempre.
Corsi al piano inferiore, seminando le mie lacrime dappertutto, mentre vicino alla striscia di sangue lasciata da Eleonore compariva un peluche di una bombola.
Con una S nera sopra.
Sotto i miei occhi disperati quella, senza alcun ritegno, si colorò di rosso.
Mi fermai.
E realizzai.
Prima Mark.
La pistola.
Poi Paul.
La spada.
Quindi Eleonore.
La porta.
Infine Samantha.
La bombola.
Mancava solo la bambola che esplodeva con la W.
M come Mark.
P come Paul.
E come Eleonore.
S come Samantha.
Tutto era programmato.
Tutto era già deciso.
Tutto era controllato.
Ma non io.
Io non ero programmato.
Io non ero deciso.
Io non ero controllato.
Io ero io.
E basta.
IO, e soltanto IO, decidevo il mio futuro.
"IO SONO WILL STEIN!" gridai, più convinto e convincente che mai.
"HAI CAPITO? BRADLEY ARMITAGE? TANTO SO CHE MI SENTI! TU HAI CALCOLATO E PREVISTO TUTTO! MA TI SEI DIMENTICATO UN PICCOLISSIMO PARTICOLARE: DI ME! TU SARAI PURE UN DEMONE, MA IO SONO WILL STEIN! E MI DECIDO DA SOLO IL FUTURO!!! E NON TI PERMETTERÒ DI FAR MORIRE ANCHE ME!"
Ma aspetta. La bambola esplodeva. E la casa è piena di gas! Cazzo!
Iniziai a scassinare la porta, senza alcun risultato.
"Mi dispiace, Will. Ma tutto è già scritto." disse la voce tenebrosa dello spirito.
"Questo stavolta lo decido io!"
Ero passato dalla porta alla finestra, molto più consumata e messa male.
Le tirai qualche calcio, prendendo il metallo logoro.
Ed esso iniziò a piegarsi.
Continuai imperterrito ed ostinato.
"No Will. Questo non lo decidi tu."
"Lo vedremo. Ricordati chi sono. IO SONO WILL STEIN!"
"Se è così..."
Sentii un vento caldo da dietro, e vidi la bambola che porgeva ad una figura scura, di cui si vedevano solamente i suoi fottuti occhi arancioni, una piccola scatola marrone.
Come in una pubblicità, Bradley mi mostrò il suo contenuto.
Fiammiferi.
L'esplosione era pronta.
Ma anche io.
"Buona morte, Will."
In quel momento il metallo si ruppe ed io venni risucchiato all'esterno.
Mi misi a correre.
L'esplosione mi investì, facendomi volare a metri e metri di distanza.
Gli effetti della sua onda d'urto si avvertirono a chilometri dal luogo.
Cadendo a terra, mi fratturai 5 costole, il femore e il polso sinistro, mi procurai numerose contusioni e, dato che mi ero lacerato un fascio di nervi, persi il senso del tatto alla mano destra.
Ma ero vivo.
Malconcio, ma vivo.
Bradley Armitage aveva perso.
Questo e i 7 mesi di ospedale successivi però non guarirono la ferita più grande di tutte.
Mentii alla polizia e a tutti coloro che mi chiesero cosa fosse successo.
Avevo perso le persone più care che avevo.
Quando tornai nella vita di tutti i giorni, all'Università, mostravo evidenti segni di schizofrenia.
Mi espulsero e chiamarono un altro rettore.
Rimbalzai per i successivi 5 mesi in centinaia di diversi ospedali, comunità e manicomi.
Nessuno riuscì mai a curarmi.
Quindi mi mandarono qui in Germania, in questa struttura.
E ci devo rimanere per il resto della mia vita.
Mi dica lei se è giusto o no.
Io sono sopravvissuto.
Ma Bradley Armitage mi sta cercando, per uccidermi in modo da tornare in vita, come ha fatto con il mio migliore amico Mark, con suo fratello Paul, mia sorella Eleonore e la mia ragazza Samantha.(((((((Angolo dell'autore)))))))
Hey! E con questo capitolo finisce "la vera storia". Adesso ho deciso di pubblicare più finali.
Ovvero, ognuno di essi potrà collegarsi alla trama fissa, facendo terminare il tutto ogni volta in un modo diverso.
Ne pubblicherò due, uno ogni settimana... quindi... preparatevi!!!
Come al solito, votate, commentate e condividete!
Byeeeeeeee
STAI LEGGENDO
Il demonio della 13esima casa
ParanormalSpero che almeno voi mi crediate... non come quegli psichiatri... se solo sapessero ciò che è successo... non mi definirebbero pazzo! Vorrei vederli, con i loro tomi di psicologia, mentre cercano di sopravvivere alla casa numero 13 del vicolo Charle...