Il plotone P.A.Z.Z.O.

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Erano passate 2 settimane dal "colloquio" con il professor Krane, e lui non aveva ancora chiamato il "corpo d'esecuzione", come lo chiamavano tutti amichevolmente al manicomio. In realtà il nome completo si traduceva in "Plotone Anti-aggressione, squadra Zebra, sezione Zeta, recupero Ossa", ma dato il nome piuttosto macabro e l'acronimo ancora più inquietante che veniva fuori (P.A.Z.Z.O.), tutti lo denominavano come corpo d'esecuzione.
Questa simpatica squadra d'azione si componeva di 15 elementi, che, ricevuto l'ordine 61, ti facevano lentamente fuori per mezzo delle loro adorabili torture con insetti velenosi, o quando eri stato davvero cattivo, con la sedia elettrica.
Mentre pranzavo la solita sbobba mista ad antidepressivi e calmanti, mi rilassai, lasciando galoppare lontano i miei pensieri, che presumevano il fatto che sarei morto tranquillo nella mia cella all'età di 75 anni, nonostante la possibilità - che ormai non consideravo più, date le 2 settimane passate senza alcun segno di vendetta da parte del prof. - di essere ucciso dal commando P.A.Z.Z.O.
Ciò che però mi suonò particolarmente strano fu il fatto che un tedesco come lui, qui in Germania, a cui venne data una possibilità del genere, non uccise un americano dopo il fallimento della campagna in Russia... poi poteva farlo in così grande stile, uccidere con un plotone d'esecuzione che grida "Al Fürer!" non capita tutti i giorni... mah... ci doveva essere qualcosa sottAHHH!!!
Sentii un forte dolore alla gamba, quindi la testa mi iniziò a girare vorticosamente, cominciai a barcollare e dovetti appoggiarmi alle pareti per riuscire a reggermi in piedi; così facendo, vidi che i contorni delle mie braccia si facevano velocemente sempre più sfocati e pallidi.
Dunque vidi la porta blindata della mia cella spalancarsi con un fragore assordante (era stata scardinata?), seguito da un coro che ripeteva "Sessantuno!", e l'immagine di un individuo basso, con occhiali tondi, camice e capelli bianchi, con al seguito una squandra di uomini - una quindicina - con giubbotti antiproiettile, maschere antigas e mitra neri, si stampò nella mia mente.
Quella fu l'ultima cosa che vidi prima di crollare a terra definitivamente.
Poi il nero.

Quando mi risvegliai mi accorsi che non potevo muovermi; ero infatti legato alla sedia della cella dei colloqui, una stanza che non avevo avuto la possibilità di usare dato che tutte le persone a cui tenevo erano morte.
Avevo un gran mal di testa, e a stento riuscii ad accorgermi di una flebo infilata nel mio braccio destro, e di un sensore nel sinistro; quindi mi accorsi che entrambe le mie mani erano bloccate da delle manette sporche di sangue.
Provai a girare il capo per poter guardarmi intorno, e vidi che dietro di me c'era la squadra del P.A.Z.Z.O. al completo. Appena li notai, una scossa elettrica mi percorse il corpo, facendomelo pervadere da fitte di dolore quasi esplosive, che partirono dai piedi sino ad arrivarmi al cervello, lasciandomi senza fiato.
"Guarda avanti, vecchio pazzo bastardo di un americano.", mi ringhiò uno di loro.
Non potendo fare altrimenti, mi limitai a fissare il vetro a specchio davanti a me, quindi sbuffai: "Va bene così, oppure è troppo democratico per voi tedeschi?"
Un'altra scossa elettrica mi arrivò, stavolta con un intensità maggiore della prima, facendomi urlare e ansimare.
"Non si tocca la madrepatria neanche per scherzo, e in particolare il nostro capo. A HITLER!", gridò uno di loro.
"A HITLER!!", fu il tonante coro di risposta.
Dagli altoparlanti arruginiti agganciati alle pareti con l'intonaco a terra, sentii la voce del professor Krane unirsi al coro, per poi rivolgersi a me.
"Allora, signor Stein, come ci sentiamo oggi?"
"Elettrizzato di presenziare questa cerimonia con voi."
"Ah bene, l'americano fa lo spiritoso... forse dovremmo alzare il voltaggio della scossa elettrica... non crede anche lei, Generale Seitz?"
"Credo che abbia pienamente ragione, professor Krane."
"Bene, io quadriplicherei il voltaggio! Ma, aspettate, per far contento il signor Stein direi di farlo all'americana, "democraticamente": chi è a favore del quadruplicamento della potenza elettrica alzi la mano!"
15 mani naziste si alzarono.
Dal retro del suo vetro blindato e specchiato, il professor Krane assicurò che anche la sua mano era alzata.
Bene.
16 contro 1.
Soprattutto leale, considerato che quell'uno non può neanche alzare la mano, dato che è ammanettato.
"Quindi procediamo! Da 500 Volt si passa a 2000!! Facciamo il conto alla rovescia:
Fünf...
2000 volt.
Vier...
Potenza quasi sempre letale.
Drei...
Dal riflesso del vetro a specchio, vidi il professore salutarmi con la mano mentre contava.
Zwei...
Abbassò una leva.
Eins...
Torno da voi, ragazzi.
Auf Wiedersehen!!!"
Premette un pulsante ed io chiusi gli occhi... dicendomi che avrei rivisto finalmente Paul, Mark, Eleonore e, soprattutto, Samantha.
Mi mancate da troppo tempo.
Sto arrivando da voi ragazzi.

Il demonio della 13esima casaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora