cosa ci fai qua?

12 2 2
                                    

"il tramonto rispecchia gli animi delle persone " , io però quando guardo il tramonto l'unica cosa che vedo sono delle strisce di colore spalmate su una lastra azzurra.

Lessi queste frasi su un libro e per la Prima volta mi rispecchiavo in qualcosa, per me era così.
molti dicono e pensano che io sia apatica per loro io non provo sentimenti per loro io sono come un robot ma loro non sanno cosa io sia veramente ovvero una ragazza di diciotto anni con il corpo di una bambina di dieci, non sanno quanto io abbia sofferto, non sanno quanto io odi il mio corpo la mia più grande insicurezza, motivo per cui odio anche l'estate, il caldo e il mare, anche se sentire queste parole da una ragazza nata e cresciuta a Napoli città del sole e del mare dove le persone sono sempre piene di vita é un po' un controsenso.
Mi alzo controvoglia, e la prima cosa a cui penso é che oggi sono cinque anni, cinque anni che se ne andato e mi ha lasciato qui da sola. Cinque fottuti anni.

Mi infilo velocemente nella doccia sentendo l'acqua che scorre sulla mia pelle, prendo il mio bagnoschiuma preferito alle mandorle e mi insapono tutto il corpo. Entro nella mia camera con addosso ancora l'accappatoio grigio di spugna e l'asciugamano che tiene stretti i miei ricci biondi, per oggi opto per un pantalone della tuta e  a una felpa di una taglia più grande, esco dalla mia camera e mi dirigo in cucina, trovo mia madre a preparare la colazione con addosso il suo grembiule rosa cipria e i capelli biondi ricci raccolti in uno chignon basso , «buongiorno tesoro» mi dice vendendomi a dare un bacio sulla guancia io le sorrido «vedo che anche oggi indossi una tuta» oh no ti prego oggi no «potresti indossare qualcosa non so di più...» «femminile» conclude mia sorella maggiore Miriam, 19 anni, corpo perfetto né troppo formoso né troppo poco, primo anno di università di medicina, fidanzata da tre anni con Luca ragazzo straordinario.

cosa abbiamo di simile?
I capelli ricci biondi e i genitori.

«per me tesoro stai bene anche così» dice mio padre lasciando il giornale che stava leggendo sulla tavola per venire a darmi un bacio sulla guancia, «attenzione io non ho detto che sta male, ma solo che se si mettesse qualcosa di più carino sarebbe molto più bella di quanto lei lo sia già» dice mia madre porgendomi il piatto di pancake, «non mi va la colazione» dico ma mia madre mi guarda male «non provarci nemmeno, devi fare colazione» mi dice e io cedo.

«Ella muoviti» dice mia sorella che mi sta aspettando davanti alla porta di casa «un attimo non trovo il mio bracciale» dico cercandolo dappertutto, non può essere sparito, apro i cassetti della scrivania ma niente non trovo il mio bracciale argento con l'incisone di una E e di una C «oddio muoviti» continua mia sorella, è proprio in quel momento mi viene in illuminazione, ma certo in bagno lo lascio sempre sul lavandino quando faccio la doccia

Quando entro in bagno lo trovo lì sul lavandino così faccio un respiro di sollievo.

Arrivata davanti all'ingresso della mia scuola mai sorella mi fa scendere dall'auto

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Arrivata davanti all'ingresso della mia scuola mai sorella mi fa scendere dall'auto.

«ciao Ella» mi saluta Alice, la mia migliore amica da quando andavamo alle medie, capelli rossi lunghi fino infondo alla schiena, occhi azzurri, una delle ragazze più popolari della scuola e super intelligente praticamente é stupenda, «ehi ciao» dico io avvicinandomi ancora di più a lei «hanno cambiato l'orario di oggi» mi dice «che significa?» gli chiedo e la rossa mi mostra in telefono c'è un e-mail della scuola dove informano che la classe farà le due ore di motoria invece delle due ore di fisica «oddio no» dico «esatto avevo fatto ieri la piega ai capelli» dice prendendo una ciocca di capelli per arrotolarsela intorno al dito «ma a chi importa dei capelli, la professoressa di motoria mi odia» dico «ma che dici non ti odia» mi dice per poi aggiungere «andiamo in classe».
Arrivo nella mia classe e mi siedo al terzo banco con Alice, prendo l'astuccio e cerco il mio evidenziatore azzurro, apro il quaderno e inizio a ripassare.

DON'T LEAVE ME ANYMOREDove le storie prendono vita. Scoprilo ora