Occhi verdi

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POV'S DI ALICE
Apro prima un occhio e vengo accecata dalla luce che penetra dalla finestra. finalmente decido di aprire gli occhi e li faccio ambientare alla luce, «cavolo» dico toccandomi le tempie odio il post sbronza, mi alzo dall letto e vado nel bagno mi sciacquo la faccia con acqua gelata, mi tolgo il vestito nero che avevo ancora indosso da ieri sera e mi infilo nella doccia, sento l'acqua fredda scorrere sulla mia pelle e sento un senso di sollievo.
Esco dalla doccia tremolante mi avvolgo il corpo con un asciugamano bianco con strisce azzurre e mi dirigo in camera mia, il mio sguardo ricade subito sulla sveglia che ho sul comodino 7:40 ero in ritardo per la scuola ma in quel momento non mi importava, mi asciugai e indossai l'intimo e apri il mio armadio per scegliere cosa indossare, opto per un maglione leggero giallo pastello con abbinato un jeans blu e le mie adiratissime scarpe da ginnastica, asciugo i miei capelli ramati e li spazzolo, prendo il mio zaino e ci inserisco i libri che avrei utilizzato quel giorno, prendo il mio astuccio che ho sopra la scrivania e li noto un post it viola

Questo è il mio nuovo numero
usalo.
Carmine

Sorrido prendo il telefono e gli mando subito un messaggio

Io: grazie per avermi accompagnato ieri sera.
Carmine: prego, ma tu non dovresti essere a scuola?
Io: si esatto dovrei, entrerò alla seconda ora
Carmine: ti accompagno io, aspettami

Sorrido, mi é mancato molto in questi anni, sono felice che sia tornato, ma non gliela farò passare liscia così facilmente.

Vado al piano di sotto e prendo qualcosa per il mal di testa, controllo se mia madre sia a casa ma ovviamente come praticamente tutte le notti da un mese non é tornata per dormire. Sento il mio telefono vibrare dalla tasca del jeans lo estraggo e leggo il nome di Ella,
«ehi dove sei?» mi chiede
«sto arrivando, mi sono svegliata tardi» dico
«scusa ma come pensi di arrivare, hai perso l'autobus» mi dice
«ah ma no stai tranquilla mi accompagna Ca-» dico fermandomi in tempo «Ca...» mi incita a continuare «ma che Ca- ho detto Pietro» dico sperando che mi creda «ah va bene, allora ti aspetto» mi dice prima di riattaccare.

Esco di casa quando sento il clacson della macchina di Carmine, «buongiorno» dico sedendomi «ciao», «stai bene, ieri sera non sembravi te» mi dice prima di partire con l'auto «sì sto bene solo un po' di mal di testa» dico appoggiando la testa sul finestrino. Contino a fissare fuori dalla finestra quando vedo che l'auto di Carmine si ferma «perché ti sei fermato?» gli chiedo notando fuori dal finestrino una villetta «sono venuto a prendere anche un mio amico» dice indicando il ragazzo che esce dalla villa, osservo il ragazzo dal viso familiare a i capelli neri tirati in dietro, occhi verdi che si vedrebbero anche lontano kilometri, indossa un jeans nero una maglietta bianca e una giacca di pelle nera, apre la portiera della macchina davanti propio dove sono io «scendi» mi dice ma io non gli rispondo sono troppo concentrata sui suoi occhi per capire quello che abbia detto «ehi pronto ci sei, ho detto scendi» mi dice e io mi ricompongo «cosa!, perché dovrei scendere?» gli chiedo lui alza la testa e guarda Carmine «ma ci fa o ci é?» chiede al mio amico e io mi giro per aspettare la risposta di Carmine «Alice puoi passare dietro, per favore» mi dice e io sbuffo slacciandomi la cintura, scendo dall'auto e mi siedo nei sedili dietro, sento occhi verdi ridere e io mi irrito ancora di più «possiamo andare sennò perderò anche la seconda ora?» chiedo e Carmine annuisce.
Finalmente dopo minuti estenuanti arrivo a scuola, faccio il mio ingresso nei corridoi, mi dirigo subito verso la mia classe e quando entro vedo Ella con un evidenziatore in mano e una penna nel altra che legge gli appunti per ripassare.

POV'S ELLA
Esco da scuola da sola, oggi Alice non é venuta, faccio la strada di casa e sento qualcuno seguirmi, non mi volto ma contino a camminare sempre più veloce «ehi dove corri» sento di nuovo quella voce, quella voce che mi fa venire i brividi di paura, quella voce che mi fa piangere, quella voce che mi fa urlare, «Elisabetta fermati dove vai» continua a parlare ma io sto correndo, sento che anche lui sta iniziando a correre, mi sfiora il braccio ma io contino a correre fino a quando riesce a raggiungermi e mi fa girare mi mette una mano sulla bocca per non farmi urlare e mi trascina in un angolo buio dove é parcheggiata un auto, sento le mie lacrime rigarmi il viso, cerco di librarmi ma lui mi tiene ferma, mi fa entra in auto e io inizio ad urlare, urlo anche se sento la gola bruciare, urlo così tanto che non mi riconosco nemmeno.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 5 days ago ⏰

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