THE UNKNOWN
I'm facing darkness,
and I'm afraid
GRACE
Tic tac. . .tic tac. . .
Le lancette dell'orologio proseguono la loro strada disturbando il silenzio. Vedo le nuvole che riempiono il cielo rubandogli il ruolo da protagonista.
Una finestra, quattro mura, una scrivania con un monitor al centro, tre sedie dalla mia parte, una di fronte.
L'aria che entra dalla finestrella smuove le tende facendo si che una leggera brezza solletichi il mio collo provocandomi dei piccoli brividi.
Freddo.
-Grace Reynolds?-
La voce di un uomo spezza la mia solitudine distogliendomi dai dettagli. Dalla sedia dove mi trovo sono costretta a girare la testa in modo da poterlo vedere in volto e seguire tutte le sue movenze.
Direi cinquant'anni dato il velo di barba tendente al bianco sporco e la capigliatura folta ma brizzolata. Indossa dei pantaloni eleganti accoppiati ad un panciotto, sulla punta del naso, invece, sono posati dei buffi occhialetti ovali.
Annuisco debolmente mentre mi alzo per stringergli la mano, ora che a separarci c'è solo l'enorme scrivania.
Sorride debolmente sedendosi e afferrando un plico di scartoffie.
-Piacere di conoscerti. Io sono David, il proprietario dell'istituto.- accende il computer e inizia a digitare vari insiemi di lettere.
L'istituto.
Grace Reynolds.
-Allora. . .sai già come funzionano le cose qui?- prosegue mantenendo lo sguardo fisso sullo schermo.
Scuoto la testa.
-Bene,- torna a guardare nella mia direzione -sarò felice di spiegarti tutto. Come avrai sicuramente già notato non è enorme questo posto, per l'appunto contiene appena una cinquantina di posti letto, ma per il momento non tutti sono occupati, abbiamo solo una trentina di ospiti. Il mio obiettivo è sempre stato quello di aiutare coloro che richiedevano aiuto, indipendentemente dal sesso, la razza o la provenienza. Ed eccomi qui,- gesticola nella sua direzione -vent'anni dopo, con il mio sogno realizzato. I tuoi compagni hanno un'età compresa tra i dodici e i diciannove anni. Tutti coloro che si trovano qui hanno un serio bisogno di aiuto, che può essere fisico o emotivo.-
Mentre continua a spiegarmi, io divago nel fiume di pensieri che mi galleggiano in testa.
Compagni.
Aiuto.
Problemi.
-Le giornate sono organizzate per orari, nella tua stanza troverai un foglio con scritti tutti i dettagli. Se non ti sarà chiaro qualcosa potrai sempre chiedere alla tua compagna di stanza.- mi guarda serio, forse aspettandosi che gli chieda qualcosa.
Rimango in silenzio aspettando che prosegua.
Tossicchia prima di continuare il suo sproloquio -La tua coinquilina si chiama Jody, ha quattordici anni e penso sarà disposta ad aiutarti. Hai delle domande?-
Scuoto la testa senza staccare gli occhi dal suo volto.
-D'accordo.-
Afferra una chiave elettronica dal cassetto della scrivania e me la porge -Tutti i tuoi effetti personali sono già nella stanza.- si alza -Se ti va di seguirmi ti accompagno.-
Annuisco mentre mi alzo andandogli dietro.
Camminando per i corridoi noto la tristezza di questo luogo: muri bianchi, pavimenti scuri, niente quadri o decorazioni sfarzose, solo una porta di tanto in tanto.
Rifletto sul fatto che ci sono circa cinquanta posti letto. Ciò significa che dovrebbero esserci pressappoco venticinque stanze, calcolando che ci si convive in due. Attualmente ci troviamo al primo piano, lo so perché vedo una rampa di scale che porta di sotto e non ce ne sono per andare di sopra.
Alloggi.
Questo cartello aleggia scritto grosso come una casa su delle porte scorrevoli trasparenti. Una volta oltrepassate ci troviamo in un corridoio molto lungo, percorrendolo noto che su entrambi i lati ci sono delle porte numerate.
Uno a destra, due a sinistra, tre a destra, quattro a sinistra, e così via.
Arrivati alla dodici ci fermiamo.
Una porta bianca senza niente impresso sopra se non il numero e un piccolo schermo.
Nel display posso vedere due pallini, uno verde e uno rosso.
David estrae la chiave elettronica dalla tasca dei suoi pantaloni e la appoggia sullo schermetto.
Click.
La porta si sblocca.
-Eccoci.- enuncia lui lasciandomi entrare per prima.
Quattro mura, un'enorme finestra di fronte a me, ai lati vedo due letti, quello sulla sinistra ha le coperte sfatte e un paio di calzini buttati sopra, l'altro invece è perfettamente ordinato, senza nemmeno una stropicciatura (immagino sia il mio). Ci sono due comodini, un armadio e due scrivanie, sopra le quali vedo due mensole.
Voltandomi leggermente a destra vedo un'altra porta, dietro la quale immagino ci sia il bagno.
-Okay.- la prima parola che preferisco da quando sono arrivata.
David sta per dire qualcosa, ma viene interrotto da una ragazzina che esce dal bagno.
Immagino sia Jody.
Per avere quattordici anni è molto alta, quasi quanto me. Gli occhi marroni sono strabuzzati mentre mi osserva cercando di studiarmi, la pelle olivastra è in contrasto con la matassa di capelli ricci biondissimi. Indossa un pigiama rosa con dei pasticcini sopra e ai piedi porta delle pantofole a forma di renna.
Vedendola sbadigliare capisco che si è alzata da poco.
-Ciao Jody.- la saluta il direttore sorridendole.
Lei impallidisce, ma si corregge subito ricambiando il sorriso. -Buongiorno.-
-Bene, Grace.- torna a guardare me -Ti lascio nelle mani di Jody.-
Passiamo un minuto buono ad osservarci: noto le lentiggini che le punteggiano il naso, le dita affusolate e dato il silenzio riesco perfino ad udire il suo respiro costante.
-Ciao.- mi saluta.
Nonostante tutte le informazioni che ho ricevuto da David e il fantastico giro turistico, continuo a non capire dove mi trovo, perché sono qui e soprattutto non riesco a ricordare nulla di ciò che è successo prima che l'orologio disturbasse il silenzio. Non saprei nemmeno il mio nome se non fosse stato per il direttore.
Solo adesso permetto all'ansia di impadronirsi del mio corpo, il mio cuore inizia a battere forte e le dita sono scosse da dei piccoli tremoli.
-Cos'è questo posto?-
SPAZIO AUTRICE
Ciao a tutti!! Sono molto emozionata di aver pubblicato il primo capitolo, spero lo siate anche voi di averlo letto.
So benissimo che per ora nullo è chiaro e probabilmente avete mille punti di domanda in testa, ma era proprio questo il mio obiettivo.
Spero di avervi incuriositi almeno un pochino e se volete fare delle ipotesi su dei possibili continui sarò felice di leggere i vostri commenti.
A breve uscirà il prossimo capitolo <3
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Il lato oscuro
ParanormalUn istituto, trentadue ragazzi, una sola domanda: "cos'è questo posto?" Una mattina Grace si ritrova in un edificio, non ricorda nulla, nemmeno la sua età. Gli viene data una stanza con i suoi effetti personali e un foglio dove c'è scritta l'organiz...