Capitolo 2 - La camicia

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"Se infelice è l'innamorato che invoca baci di cui non sa il sapore, mille volte più infelice è chi questo sapore gustò appena e poi gli fu negato."

Italo Calvino


Un pomeriggio d'inizio primavera, Sissi e Christian se ne stavano in casa di lui, a giocare a 'balle' insieme a degli amici, quando, con un gesto maldestro, uno dei ragazzi rovesciò addosso a lei un bicchiere di Coca Cola, cosa che la obbligò ad andare in bagno a cambiarsi, mentre gli altri rimasero in salone a far confusione.

"Sissi posso entrare? Ti ho portato una camicia pulita, ti andrà un po' grande, ma per il tempo in cui ti si asciugherà la maglietta andrà bene. Posso?"

"Sì, entra."

Aveva la maglia poggiata addosso, per evitare di rimanere in reggiseno.

"Potresti darmi l'asciugacapelli così l'asciugo. L'ho sciacquata, ma è zuppa."

"E, bagnata, te la sei messa addosso per non mostrarmi il balconcino?"

"Non è mia abitudine mostrare la mia biancheria a chiunque."

"Io sarei chiunque?"

"Volendo."

"Di nuovo quell'aria dispettosa, ma comunque io non sono chiunque, in fondo lo sai che ti amo."

Sissi lo fissò negli occhi e si sentì trafitta: non così, non in quel modo, non per gioco.

"Non dirlo scherzando. Quello è il limite che non voglio oltrepassi. Va bene giocare, anche baciarsi, ma non dire ti amo se non è vero o non saprò più distinguere quando lo sarà, o se lo è, o lo sarà mai."

"Scusa. La camicia. Il fon è nell'armadietto. Esco."

- Sono una scema! Ma che dovevo dirgli?

Pensò tra sé e sé.

- Che cretino!

Si disse lui, appena richiusa la porta.

Può essere che nella loro mente ci fosse la consapevolezza di essersi incontrati troppo presto e quello non fosse altro che il loro modo di prendere tempo in attesa che entrambi fossero pronti ad affrontare la cosa seriamente? E che, nel frattempo, quelle loro libere uscite con altri servissero solo a giustificare quel non prendere mai una decisione che riguardasse loro? Insomma, mi chiedo se, in fondo, non era solo paura di ammettere di aver finito la ricerca... Non lo so se è esattamente questo che passasse inconsciamente nella loro testa, o se è solo la mia impressione, quella di chi guarda da fuori, eppure...

Qualcosa però quel giorno si ruppe, quel ti amo, dichiarato per gioco, aveva ferito Sissi dandole la sensazione che sul serio non se lo sarebbe mai sentito dire e, questo fatto, fece perdere di significato a qualsiasi cosa ci fosse tra loro. Per capirsi, a che serviva vedersi, stuzzicarsi, se quel futuro insieme non ci sarebbe mai stato, se quel ti amo lei non se lo sarebbe mai sentito dire? Fu come se in quell'attimo lei avvertisse che lui non si sarebbe mai innamorato di lei e questo, al di là del ferirla, la spinse a tornare indietro e a ritrarsi da lui.

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