Capitolo 1 - Il ricordo

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"Di un amore finito ti mancano anche i momenti brutti, anche le infelicità."

Ivan Cotroneo


Quella mattina Sissi si era svegliata da sola nel letto con le parole di una nota canzone, che tante volte aveva sentito alla radio, riecheggiarle nelle orecchie.

Avevano intrapreso un viaggio insieme e poi quel percorso si era interrotto all'improvviso a metà strada ed era diventato privo di quel futuro una volta sognato in due e diventato ormai solo un'utopia.

Così, anche in quel momento, rannicchiata in un angolo della doccia con l'acqua che le scrosciava addosso, quelle parole e quei pensieri continuavano a risuonarle nella mente lasciando in lei quel malessere che prova chi si sente svuotato di tutto ciò che sino a poco tempo prima riempiva la sua vita e le sue giornate.

Era sola, quei giorni passati nel calore di colui che non era stato solo un amico o un amante, ma un complice sotto ogni aspetto, sembravano essere stati inutili e, in quel momento, sentirlo così distante e allo stesso tempo così vicino nella mente, nel cuore, era qualcosa che sfuggiva alla sua razionalità.

Lì, in quell'angolo si sentiva sconfitta, vuota, triste, amareggiata e in quello stato di assenza di sé le tornò alla mente l'incipit di un libro che aveva letto qualche anno prima, al liceo. Sì, Sissi si sentiva proprio come il protagonista, quando all'inizio del libro se ne stava buttato in camera sua ripensando a tutto ciò che era stato e che ormai sembrava essere così lontano... così lontano... e anche per lei ormai era tutto troppo lontano.

Fu in quella lontananza che Sissi si ritrovò a pensare proprio all'inizio di quella storia. Sarà forse vero che, quando le storie finiscono, si ripensi a come hanno avuto inizio?

Erano passati anni da allora e quella storia nel tempo si era trasformata in molte cose, ma quello che ancora la sorprendeva, a distanza di tanto tempo, era la capacità che Christian aveva avuto nell'aggirare qualsiasi muro o ostacolo lei avesse posto in mezzo a loro, così da raggiungere il profondo del suo cuore.

Era cominciato tutto per scherzo anni prima, quando lei non era altro che un'adolescente confusa e desiderosa di tenere chiunque il più distante possibile dal suo vero io. In quel suo tentativo di distaccarsi da tutto e tutti, riteneva che la chat potesse tutelarla, perché anche se si fosse messa a nudo, ammesso poi che l'avesse voluto fare, l'altro non avrebbe mai saputo chi era davvero e dunque non poteva rappresentare un rischio, o almeno allora credeva non lo fosse.

Si iniziarono a parlare per via del loro nickname, in fondo è in base a questo che si decide con chi 'scambiare due parole', i loro erano simili così si incuriosirono entrambi del perché l'altro avesse scelto proprio quello.

Sin da subito lei pensò che lui fosse più attento ai dettagli di qualsiasi altro ragazzo avesse incontrato. Christian era dolce, romantico, stimolante, praticamente tutto ciò che nella realtà i ragazzi avevano smesso di essere. Questo pensava, allora, Sissi e il fatto che lui non la potesse vedere e fosse distante le diede l'illusione che qualsiasi contatto sarebbe rimasto puramente fittizio. Lui le chiese il numero di telefono e l'indirizzo, con ingenuità lei glieli diede. Non credeva davvero che l'avrebbe chiamata, né tanto meno che quella chiacchierata avrebbe avuto un seguito.

Dopo più di un mese le arrivò una lettera: lui si presentava, le parlava di lui, di ciò che gli piaceva, di come quella chattata quel giorno avesse in qualche modo lasciato un segno dentro di lui come poche altre persone erano riuscite a fare nel corso dei suoi anni di vita. Leggendo quelle righe il viso di Sissi non era riuscito a mascherare il piacere che quelle parole le avevano provocato e quel lieve rossore che le si era palesato sul volto l'aveva fatta sentire ancora più piccola e imbarazzata.

È difficile descrivere quel che il cuore prova e fa provare quando inizia a palpitare nel petto, mozzando il respiro, provocando brividi e tremori, soprattutto quando tutto questo accade per le prime volte. Eppure, tornando al presente, tutto quel palpitare le sembrava ormai essere stato inutile o utile solo a star male.

Nella sua vita aveva messo via illusioni, dolori, e prima o poi forse sarebbe riuscita a metter via anche quelle emozioni che ancora la invadevano, o almeno lo sperava.

Ripensando a quella lettera aveva la strana sensazione che quell'acqua, che le scorreva addosso, volesse portar via tutti i suoi ricordi e quelli, invece, indelebili, erano rimasti marchiati a fuoco nel suo cuore e nella sua mente.

Più ci pensava e più cresceva in lei la sensazione che stesse provando ad accantonare tante cose della sua vita, come se le stesse riponendo dentro a due o tre scatoli, ma con la consapevolezza che sarebbero rimasti lì, senza che nessuno avesse da ridire o potesse darle consigli, perché in fondo per sbagliare non servono i suggerimenti altrui, avrebbe potuto benissimo far da sola. Provava per la prima volta dopo tanto tempo a far posto dentro di sé, posto che in passato c'era stato e allora pensava che ci sarebbe potuto essere nuovamente, ma la verità era che in quell'angolo della doccia, sola e triste, non riusciva a togliersi da dosso la certezza che, per quante cose potesse accantonare della sua vita, non sarebbe riuscita a cancellare lui.

Quell'amore era nato a poco a poco, parola dopo parola, silenzio dopo silenzio, lettera dopo lettera, telefonata dopo telefonata. Lo aveva amato sin dal primo istante, ma non se ne era voluta rendere conto. L'aveva negato a sé stessa, al suo cuore e a chiunque glielo domandasse, aveva respinto quel pensiero con tutte le sue forze, perché ammetterlo la terrorizzava dal profondo. La sola idea che qualcuno potesse scalare i muri alti del suo cuore e farvi breccia la faceva sentire devastata. Quella storia era andata avanti per quattro anni come se un futuro insieme non fosse previsto, perché in qualche maniera quel presente, seppur inconsistente, era migliore di qualsiasi futuro sognato o immaginato insieme.

Sembra strano e lo so che è insensato, che se due si amano non dovrebbero volere altro che stare insieme, ma per loro, quel che c'era, era molto più di questo; come se addirittura la presenza reale dell'altro potesse far svanire la magia di quel che condividevano senza vedersi. Quelle frasi scambiate nel sussurrare del telefono o scritte tra le righe di una missiva irreale: tutto sembrava inconsistente e allo stesso tempo immenso come l'etere.

Nel tempo scoprirono interessi e occupazioni comuni e soprattutto un'intesa che trascendeva qualunque argomento anche quando non erano d'accordo su qualcosa.

Infine venne il giorno in cui lui le chiese in un messaggiose quella sera avesse da fare. Lei tranquillamente gli rispose di no e gli domandòlui cosa avrebbe fatto. La risposta fu: 'Dipendeda te'. Sissi non afferrò al volo cosa significasse e così Christian lespiegò che, se lei fosse stata d'accordo, l'avrebbe raggiunta nel paesinosperduto in cui era in vacanza. Fu colta alla sprovvista e nel panico gli dissedi sì e gli indicò la strada. Lo aspettò nella piazza del paese, seduta sulmuretto, con mille dubbi nella mente riguardo a quell'incontro, ma consapevoleche ormai fosse tardi per tirarsi indietro. Quando lui arrivò, abbassò ilfinestrino e...

Nel viaggio insiemeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora