«È l'unica soluzione per tenerti in salvo e io mi fido di lui».
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Bea Wilson è una studentessa di medicina che vive la classica vita di una ragazza ventiduenne. E' solare e allegra, ma ciò che p...
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«Mi pento amaramente di averti fatto scegliere...», si lamenta Aaron quando sullo schermo appaiono i titoli di coda.
«Ne eri consapevole, non fare il frignone», replico asciugandomi le lacrime per il finale del film. Come ogni volta, mi emoziono.
Lui scuote la testa e afferra una patatina dal mio sacchetto, addentandola. «Ehi! Queste sono le mie!», esclamo tirando il piccolo sacco verso di me. Tutto sopporto, ma non che mi si vengano toccate le patatine fritte del McDondald's.
«Come sei esagerata, Bee. E poi ne ho tutto il diritto: le ho comprate io», ribatte con un sorrisetto sulle labbra.
E ha ragione. Ma quelle sono comunque mie!
«È un modo per dirmi che dovrei ringraziarti?»
Aaron scuote le spalle scherzoso. «Se la vuoi mettere così. Un grazie sarebbe il minimo dopo averti fatto scegliere l'intera serata».
So che sta scherzando. Aaron non è il tipo che rinfaccia le cose ma se vogliamo essere sinceri, dovrei proprio ringraziarlo. Sono spuntata a New York nel suo appartamento dopo aver allertato chiunque e non mi ha rispedita a calci in culo a Los Angeles; mi ha consolata come avrebbe fatto mia madre e... mi protegge. Un semplice grazie effettivamente non basta.
Mi zittisco, persa nei miei pensieri mentre lui mi dà un leggero scossone. «Non prenderlo sul serio, sto scherzando. Le patatine sono tutte tue e non ne toccherò più nemmeno una», si giustifica con tono scherzoso.
«Ma devo davvero ringraziarti Aaron. Stai facendo tanto per me e non sei obbligato a farlo...», dico io in maniera più seria e sincera.
Lui alza gli occhi al cielo. «Non ritorniamo su questo argomento, Bea. Sai che non sono obbligato ma voglio far-».
«Sì, lo so. Vuoi. Perché se accade qualcosa a me ne vanno di mezzo mio padre e Luke. Lo so... mi è ben chiaro», lo fermo subito lasciandolo perplesso mentre alzo gli occhi su di lui. «Tu vuoi proteggermi, vuoi tenermi in vita e lo fai con tutto te stesso. Ma... sono qui perché non riuscivo a superare da sola la rottura con Daniel e mi stai aiutando anche in questo. Avresti anche potuto negarmi il tuo aiuto e invece...», parlo di getto e troppo velocemente per capire anche io su cosa voglio andare a parare.
La sua espressione cambia; sembra quasi che lo abbia fatto tornare alla realtà e anche a lui queste parole suonano strane, visto che parliamo di Aaron Smith: l'agente senza cuore e senza sentimenti. In queste poche ore, i suoi occhi sono stati così luminosi che non sembravano nemmeno reali e ora, dopo le mie parole, sono tornati ad essere grigiastri, cupi e profondi.
