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GUNS 'N TIES- 02

♪Look what you made me do - Taylor Swift♪


♪Look what you made me do - Taylor Swift♪

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Nonostante Aaron Smith sia antipatico e disgustoso, la cena che ha servito lo è molto di meno. Un'altra qualità che mi sorprende abbastanza, ma pur sempre la prima positiva di cui vengo a conoscenza. Eppure, del pollo arrosto che mi ha servito sul piatto non c'è più ombra e nonostante mi sia già saziata continuo a giocherellare con gli asparagi, punzecchiandoli con i denti della forchetta, per evitare l'uomo di fronte a me.

Non sarà di certo un buon piatto che mi farà dimenticare – o addirittura accettare – il fatto di dover condividere gran parte del mio tempo con lui; che tra l'altro se ne sta spavaldo sulla sua sedia, mentre mastica duramente ciò che rimane della sua cena. Non mi guarda, ha lo guardo fisso sul piatto mentre io, tremendamente a disagio, lo guardo biecamente dal basso fissando la sua mandibola scolpita che si contrae a causa dei movimenti della masticazione. 

Per un solo attimo mi incanto alla maestosità di quell'osso così spigoloso e attraente, ben definito e leggermente spinoso a causa della corta barba. In un secondo attimo, desidero poterci passare le dita sopra per constatare effettivamente la durezza di quel viso così contorto e Anne, sicuramente, ne sarebbe fiera. Ma Daniel no. 

Santo cielo!

Che diavolo mi passa per la testa? Aaron Smith è off limits: un grandissimo no. E di certo, la colpa è tutta della mia migliore amica e delle sue piccole fantasie. Così costringo me stessa a scacciare via lo sguardo da quel uomo istigatore e tornare a stuzzicare i miei asparagi. 

«Vuoi dell'altro vino?», domanda di punto in bianco con voce moderata. 

Nuovamente mi ritrovo con lo sguardo rivolto a lui che adesso tiene in mano la bottiglia di vino e possiede un'espressione indifferente. Annuisco leggermente, dopo aver dato un'occhiata al mio bicchiere quasi vuoto e rifletto su quanto mi sia d'aiuto avere del vino addosso per i prossimi giorni della mia vita. 

Lascia che il liquido rosso riempia il mio bicchiere solo fino a metà e mi acciglio quando incurante, ripone la bottiglia al centro del tavolo. Sollevo un sopracciglio mentre lo guardo confusa e irritata ma lui sembra non curarsene molto; anzi, afferra il suo bicchiere – pieno fino all'orlo – e lo sorseggia accuratamente. 

Solo dopo poco si accorge del mio sguardo stranito e il piccolo sorrisetto fastidioso che gli appare sulle labbra, mi fa capire che sa benissimo il motivo per il quale sono infastidita. Però, prima di parlare, si concede di leccarsi le labbra facendole arrossare leggermente. 

«Ho paura non lo reggeresti, fattelo bastare», biascica con tono punzecchiante, mentre appoggia la schiena allo schienale della sedia e trattiene un sorriso soddisfatto. 

Guns 'n TiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora