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GUNS 'N TIES - 06


GUNS 'N TIES - 06

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Ero fermamente convinta che quando Aaron avrebbe scoperto la mia fuga si sarebbe infuriato come una bestia, invece la sua reazione leggermente più pacata mi ha spiazzato. 

Ovviamente non dico che sia arrivato con il sorriso stampato sulle labbra; l'ho visto dal suo viso, dove si nascondeva la preoccupazione e l'esasperazione di continuare a lottare perché non gli do ascolto. Ma è comunque riuscito a gestire la rabbia molto più di quello che pensavo. 

Chi non riesce a gestire le cose sono io, tanto che ho bisogno di nascondere il mio viso dietro la sua schiena perché altrimenti il vento mi fa mancare l'aria e la nausea per la sbronza aumenta incessantemente. 

Dopo il suo ordine di salire su quella moto, non ho osato dire altro. Sono salita, ho infilato il casco e zitta zitta ho scavalcato il sedile per sistemarmi dietro di lui. 

Aaron non ha nemmeno accennato un avviso; ha semplicemente dato gas prima ancora che io potessi agganciarmi da qualche parte, tanto che per poco non sono caduta all'indietro. Ma anche qui, Aaron è stato pronto e vigile da stringermi la coscia e io mi sono aggrappata al suo giubbotto, dal quale non mi sono più staccata. 

A causa dei capogiri vertiginosi sono stata costretta anche ad appoggiarmi alla sua schiena, percependo ogni muscolo contratto e il suo battito cardiaco accelerato. La sua mano è ancora sulla mia coscia e questo mi provoca brividi lungo il corpo. 

Osservo le sue dita lunghe, che poco fa mi hanno sfiorato lentamente e per un attimo l'idea che quel suo tocco possa ripresentarsi sulla mia pelle si fa largo nella mia mente senza nemmeno dispiacermi. 

Al pensiero mi mordo il labbro inferiore e d'istinto muovo le mie mani sulla sua schiena debolmente. La strada verso l'appartamento è ormai imboccata e mi resta qualche altro secondo di follia per godermi del suo corpo forte e muscoloso; così, non perdo molto tempo. 

Salgo sulle sue scapole, tracciando la colonna vertebrale e risalendo sulle spalle larghe. Al mio tocco più percepibile, la sua mano si stringe attorno la mia coscia facendomi capire di essersi accorto dei miei movimenti. Non so se quel suo segno sia stato un gesto per intimarmi di smetterla e allontanarmi, ma essendo una persona molto testarda, ignoro tutto e procedo con i miei movimenti. 

Alzo leggermente lo sguardo, grazie anche al rallentamento della moto, e ciò che appare davanti ai miei occhi è la sua nuca chiara. Non ci penso due volte a tracciare con la punta delle mie dita il contorno di quel lembo di pelle così sensibile. Una scarica elettrica mi scoppia nello stomaco e cerco di ignorarla, decisa a continuare ad ispezionarlo.

Non riesco a fermarmi nemmeno quando la moto viene spenta nel vialetto dell'edificio. Anzi, adesso con il silenzio attorno mi riesco a concentrare meglio sentendomi finalmente più calma. La testa ha smesso di girare, lo stomaco non fa più i capricci e l'agitazione è svanita. 

Guns 'n TiesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora