Il momento giusto

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POV VYBES
Maria annuncia il prossimo nome, e appena sento "E ora... tocca a T/n!", mi raddrizzo sulla sedia, senza nemmeno rendermene conto. La vedo alzarsi con quel misto di concentrazione e leggera tensione, e per qualche strano motivo sento un brivido di orgoglio per lei. Non so perché, ma ogni volta che canta è come se intorno si facesse tutto più quieto.

T/n si dirige verso il centro del palco, e per un attimo il rumore di fondo svanisce. Siamo tutti lì, ma è come se la stanza fosse vuota, come se ci fossimo solo io e lei. Mi accorgo di avere le mani intrecciate, appoggiate sulla bocca, e sorrido piano senza nemmeno volerlo. È quasi comico come a volte lei abbia un effetto su di me che neanche la mia stessa musica riesce ad avere.

La vedo un po' nervosa, lo si capisce subito. "Allora t/n, pronta?" dice maria con un sorriso, ma non riesce a nascondere l'ansia nei suoi occhi.

T/n non sembra affatto pronta. Anzi, noto che sta lottando con i suoi pensieri. Deve cantare "Parlami", una canzone profonda, e la pressione si fa sentire. La guardo mentre si sistema i capelli nervosamente e fa respiro a fondo.

"Un bel respiro e si parte, okay?" dice Maria, mentre si volta verso Gigi D'Alessio. "Devi sapere che t/n è molto introversa e..."

Sorrido, sapendo che è vero. T/n è una di quelle persone che brillano solo quando sono nel loro mondo, ma fuori sono un po' più chiuse. La vedo un po' arrossire, e il mio cuore si stringe per lei.

Parte la base.

Vorrei darti la mia forza per vederti parlare
Non di ciò che ti succede ma parlare di te
Anche un granello di sabbia che si è perso nel mare
Può tornare come roccia come puoi farlo te
Non dire, non dire
Che ti va bene questo mondo bastardo
Anche con il posto rubi il posto di un altro
Anche se voglio io non posso cambiarlo, io non posso cambiarlo

Gigi D'Alessio ascolta attentamente, e vedo il suo sguardo concentrato, come se stesse cercando di cogliere ogni sfumatura della sua performance. Non riesco a distogliere gli occhi da lei; la sua forza mi colpisce e mi fa desiderare di sostenerla ancora di più.
Ma, piano piano, la vedo impappinarsi. Inizialmente le parole fluiscono, ma poi la sua espressione cambia, e la sua voce inizia a tremare.

Parlami, parlami...
Dai ti prego tu guardami

Ma l'ultima frase non esce. Sento il silenzio cadere come un peso.

Maria fa fermare la base, e un'immediata tensione invade la sala. "Che c'è, t/n?" chiede con preoccupazione.

"Niente," risponde lei, accompagnando le parole con una risata nervosa che tradisce il suo imbarazzo. È chiaro che non sta affatto bene.

Maria le chiede se vuole andare al bagno. T/n annuisce, e in un attimo si allontana, scappando via. La guardo mentre esce, e un senso di inquietudine mi pervade.

"Ma che è successo?" sussurro tra me e me. Vorrei poterla seguire, ma rimango bloccato lì, con una strana angoscia che mi attanaglia lo stomaco.

Mentre il pubblico mormora, cerco di mantenere la calma, ma l'ansia per lei cresce in me.

Sto per alzarmi e seguire T/n, quando Maria interrompe i miei pensieri: "Trigno, puoi raggiungere t/n?"

Trigno? Perché non io? Avrei dovuto alzarmi subito, ma ora mi sento paralizzato. La mia mente corre. Non voglio che qualcun altro si prenda cura di lei. Vorrei essere io a dirle che va tutto bene, che è normale sentirsi in ansia e che non deve avere paura.

Sento un nodo allo stomaco mentre vedo Trigno alzarsi e allontanarsi. La sua figura si allontana mentre io rimango lì, incapace di muovermi. Cosa succede se non torna? O se ha bisogno di qualcuno che conosce bene? Vorrei avere il coraggio di alzarmi e andare da lei, ma sento che un misto di insicurezza e frustrazione mi blocca.

"Perché non mi hai chiamato, Maria?" mormoro tra me e me, ma so che non avrebbe avuto senso. Non posso chiedere a Maria di farmi uscire per prima. Lei sta solo cercando di aiutarla, proprio come io vorrei fare. Ma Trigno? Non riesco a liberarmi dal pensiero che avrei dovuto essere io a farlo.

"Maria, posso?" dico io, alzandomi di scatto. "Devo andare io. Per forza."

Maria mi guarda sorpresa. "Vuoi andare anche tu?"

"Eh no, e perché sennò sbocco," rispondo, cercando di ridere ma la mia voce tradisce l'ansia. "So che t/n sta male, e io me sento un po' come un pesce fuor d'acqua. Non posso stare qui e pensare che un altro le sta vicino, capisci? Mi fa venire l'ansia."

"Abbiamo un triangolo amoroso?" dice Maria, alzando le sopracciglia in modo scherzoso. "E non lo sapevo. Vai, Vybes, vai!"

Salto nel vuoto, vieni con me?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora