La pace sta nelle piccole cose

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Mentre ero in taxi, mi soffermai a guardare dal finestrino la città, i grattacieli ed il frastuono che c'era intorno ad essi, la grande mela era come una di quelle palle di neve, che si acquistano in vacanza però al contrario di quelle era come se stesse in continua oscillazione, come se all'esterno ci fosse una persona che la agitava in modo costante, senza dargli un attimo per riassestarsi.

Il taxi mi fermò davanti all'ufficio, entrai all'interno del palazzo e andai verso l'ascensore, salii appena si aprirono le porte mi ritrovai una scena alquanto spaventosa c'erano Karen e il capo di gabinetto davanti a me, appena mi videro la prima si avvicinò a me e disse:

Karen:" giusto in tempo c'è l'agente che vuole parlarti, oggi hanno messo a soqquadro il nostro ufficio, non hanno rubato nulla ma abbiamo dovuto chiamare la polizia."

Charlotte :"signorina posso farle qualche domanda in privato?:"

Io:" ma certo."

Charlotte:" andiamo lì."

Indicò una porta che non avevo mai visto in vita mia, la seguii ed entrammo dentro era buio, non riuscivo a capire nemmeno dove fosse Charlotte.

In un attimo le luci si accesero, venni spinta al muro da lei, che mi teneva con un braccio stretta al muro e con l'altro reggeva un coltello che era posizionato ad un millimetro dal mio collo, pensai  cosa ho fatto?.

Charlotte:" avanti, mostra la vera te, ribellati, fammi vedere di cosa sei capace, sapevo che era una coincidenza il modo in cui hai lanciato quella scheggia di vetro, il modo in cui mantieni la calma e soprattutto il modo in cui osservi, mi hai mentito."

Urlava talmente forte che i miei timpani stavano quasi per esplodere,da vicino era ancora più raccapricciante del solito.

Io:" allora per prima cosa potresti allontanarti leggermente indossi un profumo nauseabondo che mi ricorda mia zia Betty, punto secondo su cosa ti avrei mentito? E terza cosa non so di cosa tu stia parlando."

Charlotte:" oh lo sai eccome invece, non dirmi che sono coincidenze, io ho le prove che confermano la mia tesi."

Io:" allora fammi vedere queste "prove" perché io davvero non capisco, ero venuta qui per scrivere l'articolo su stasera, ma a quanto pare non posso nemmeno più lavorare in pace."



Charlotte:" mi spieghi perchè hai lasciato il tuo cellulare qui?."

Io:" certo, stamattina sono venuta, Karen mi ha affidato la cena di stasera, mi ha dato del tempo libero per prepararmi e sono uscita, stavo per entrare a casa e mi sono resa conto di aver lasciato il cellulare in ufficio, quando sono tornata a prenderlo l'ufficio era sotto sopra tranne la mia scrivania, dove c'era un biglietto con scritto "sappiamo dove trovarti" per evitare che mi trovassero ho lasciato il cellulare qui e messo sotto sopra anche la mia di scrivania, non potendo tornare a casa ho vagato per i negozi per poi arrivare alla cerimonia."

Lo dissi tutto d'un fiato, talmente veloce che mi meravigliai del mio inglese.

Charlotte:" ti è mai balenato o solo venuto in mente di avvisami?."

Io:" e come? Con un piccione viaggiatore? Io credo che tu ti stia incaponendo con la persona sbagliata."

Charlotte:" io sto cercando di scoprire la verità, per salvare delle persone da questo complotto."

Io:" e come? Smaterializzandosi da una cena? O complottando con delle persone alquanto infide? O ansi permettendo nel mio caso di andarmene mentre avevi dato ordine di tenermi d'occhio?."

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