Casa

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Indicò un tempio, lo conoscevo e molto bene, ci avevo passato 4 mesi lì, imparando tutto ciò che c'è da imparare, del mio gruppo fui l'unica a rimanere.

Il capo di gabinetto mi guardava come se volesse che io dicessi "si hai ragione ti ho mentito, avevi ragione" il problema è che il maestro, lo ha sempre detto una volta fatto il giuramento non si torna indietro, quello era il motivo per il quale non le avevo detto nulla, in quel momento avrei voluto che la strada da percorrere diventasse il triplo, così da poter riflettere sulle cose da dirle, e invece no.

Era arrivato il momento i cancelli si spalancarono,il profumo di spezie riempì in pochi secondi l'auto, quel cortile, quelle stanze, e soprattutto quell'arena, quante volte avrei voluto mollare, quante volte avrei voluto scappare dalle lezioni perchè gli altri andavano avanti ed io no...

Charlotte:" ci sei, dobbiamo scendere, a cosa pensavi?"

Io:" nulla nulla"

Charlotte:" conosci questo tempio?"

Io:" certo il tempio degli Yushuan"

Fortunatamente non ebbe modo di controbattere, poichè il maestro venne da noi salutò prima il capo di gabinetto e poi me:

Maestro Xche:"小さな花 ti trovo bene, come mai sei qui con questa signora?"

小さな花 in giapponese significa piccolo fiore, quando iniziai a venire qui al tempio ero la piccola, ed anche la più gracile ecco spiegato perchè mi chiama così.

Io:" maestro, credo di essermi procurata dei problemi senza sapere come."

Maestro Xche:"ora riposatevi, domattina ne riparliamo."

Mi congedai, e mi avviai verso la mia stanza ma a quanto pare il capo di gabinetto non aveva ancora molto sonno, in effetti erano solo le otto di sera e non dormivo da quanto? Bho, neanche lo ricordo, a quanto pare l'unica ad avere sonno ero io, il capo di gabinetto continuava a seguirmi, urlando cose incomprensibili, la prima regola del tempio era il silenzio, forse l'unica regola così mi fermai, mi raggiunse e mi spinse fortissimo, ma non mi mossi, non dovevo più fingere di essere debole, di essere la ragazza gracile che ero stata fino al quel momento.

Charlotte:"ora non dici nulla? Sarei io quella di cui non ci si può fidare?."

Io:" abbassa la voce, non so se lo sai ma qui è vietato urlare, non ti ho mentito, ti ho detto la verità sempre, ma io ho fatto un giuramento, non potevo infrangerlo per te infondo chi sei tu? Non so chi sei, si sei il capo di gabinetto e poi? Sai dove vivo, da dove provengo sai tutto di me ed io? Non so un bel niente, purtroppo non sai come funziona questo posto, e poi scusa ma tu come ci sei arrivata fino a qui?."

Charlotte:" A quanto pare ci stiamo confidando quindi, non ho via d'uscita, forse è meglio se andiamo dentro, qui si usa la regola del silenzio ma ciò non significa che nessuno ci ascolti."

Andammo nella mia stanza che a quanto pare era la nostra stanza, la mia vita non poteva proseguire in maniera peggiore, quasi mi mancavano quei giorni noiosi alla rivista. Charlotte iniziò a parlare e fu come se un fiume in piena mi travolgesse...

Charlotte:" io sono cresciuta qui, tra queste mura, i monaci mi adottarono ansi il maestro mi adottò, i miei genitori mi lasciarono fuori una porta d'ospedale dopo poche ore dalla mia nascita il maestro mi trovó, mi portò qui, loro mi hanno insegnato a combattere, a vivere ed a gestire le emozioni, a non legarmi a nessuno in modo che in futuro non avrei dovuto soffrire di nuovo, il mio maestro dopo che io partii per arruolarmi nell'esercito, tornò in Giappone,questa era la mia stanza ci ho passato 18 lunghi, intensi ma bellissimi anni. Se solo avessi saputo che tu eri una delle quattro persone americane che conoscevano questo posto, credimi non avrei mai dubitato di te e scusami se ti ho urlato contro quando dovevo soltanto capire perché non volessi dirmelo ."

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