10. I vicini

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Quando il campanello ha cominciato a suonare la nostra paura più grande ha preso il sopravvento, non potevamo essere cacciati proprio ora, la nostra attività è appena cominciata, non abbiamo molti soldi e con il piccolo non possiamo spostarci più di tanto.

Potremmo chiedere a qualcuno di ospitarci,ma saremmo un peso... La situazione che si verrebbe a creare sarebbe veramente catastrofica.

Visto che Atsushi stava dando da mangiare ad Atsuya sono andato io ad aprire la porta, ero già pronto a ricevere una sgridata da quella vecchia bisbetica, ma quando ho aperto mi sono ritrovato davanti una donna molto, ma molto più giovane di chi mi aspettavo di trovare.

Aveva un pacco in mano che mi ha dato come regalo per il suo arrivo nell'appartamento affianco; devo aver fatto una faccia parecchio sorpresa perché si è subito preoccupata di avere qualcosa in faccia.

In quei pochi minuti di chiacchierata ho capito che era veramente gentile, e anche aperta nel parlare; è una donna sui trent'anni, dai capelli un po' mossi e corvini che teneva legati in una coda, gli occhi nocciola facevano capolino sopra due guance coperte di lentiggini e piegate da un sorriso molto luminoso e caldo, che dava molta sicurezza, come il sorriso che una madre rivolge al proprio bambino.

Si è trasferita da circa due settimane e non avendoci trovati in casa ha aspettato che tornassimo per potersi presentare, a quanto pare sentendo le urla del piccolo aveva capito che eravamo tornati, così si è fatta avanti.

Mi sono scusato con lei per la reazione che ho avuto, e lei mi ha tranquillizzato dicendomi che capiva quale potesse essere la situazione; anche lei dopotutto ha un bambino piccolo, di circa due anni.

A quell'affermazione ho subito pensato che lui e Atsuya sarebbero potuti diventare amichetti, così le ho chiesto se le piaceva l'idea, e felicemente ha subito accettato la mia proposta, così scansando la gonna si è rivolta al bambino dietro di lei; non mi ero accorto che fosse lì, a quanto pare è timido.

Mi sono scansato per farli entrare e chiamando Atsushi in soggiorno e gli ho presentato la nostra nuova vicina, non ripensando al fatto che lei potesse essere riluttante all'idea di avere per vicini una coppia gay con un bambino, ma a quanto pare per lei non c'era nessun problema, fortunatamente non sono tutti così chiusi di mentalità.

Atsuya ha subito notato il piccolo che era entrato in casa, e con dei versi molto emozionati chiedeva di scendere e avvicinarsi. Quando i suoi piedini toccarono terra cercò subito di attirare l'attenzione del nuovo arrivato, con un grande successo.

Il bambino si avvicinò a lui camminando lentamente, con la madre che lo incoraggiava, quando gli fu davanti allungò le mani verso di lui, come per prenderlo, e con un verso sembrò dirgli che poteva fidarsi.

Atsuya si sporse verso di lui afferrandogli le mani e a piccoli passi gli si avvicinava sempre più, mentre l'altro lo guardava senza però camminare indietro, così quando i due furono vicinissimi caddero a terra e dopo un piccolo momento, in cui noi adulti ci aspettavamo che avrebbero cominciato a piangere, al contrario si erano messi a ridere felicemente e poi a chiacchierare facendo i loro soliti versi a noi incomprensibili.

Era una scena molto tenera, e mentre loro continuavano a giocherellare a terra noi tre ci siamo seduti sul divano lì vicini per parlare un po'.

Oltre a Yukihiro, così si chiama il piccolo, ha anche una figlia adolescente di nome Nobara. Suo marito invece era morto da un anno; dopo un momento di vera tristezza ha deciso di riscattarsi per i figli e di cambiare vita trasferendosi, la figlia a breve avrebbe cominciato le superiori lì vicino quindi ne ha approfittato. Non le andava più di rimanere con i suoi vecchi amici che ormai avevano cambiato comportamento, e non erano più gli stessi.

Avevamo appena finito di parlare quando il campanello suonò di nuovo, questa volta chi aveva suonato era una ragazza che appena mi vide si scusò tutta rossa in volto. Era Nobara.

La feci entrare in soggiorno e mi è parso sentirla fare uno sbuffo e borbottare "Peccato... Pensavo di poterci provare..." per poi scoppiare in una piccola risatina.
Finalmente abbiamo dei vicini con cui si può parlare.

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Hi! How are you?

Scusate per questa lunga assenza... Ho avuto un po' di problemi, e poi sono dovuta partire per l'Inghilterra. Quindi ora eccomi qui in diretta per dirvi che questa mattina finalmente ho aggiornato.

Scusatemi tanto se ci ho messo molto ad aggiornare, mi farò perdonare per la prossima volta! ♥

Siamo una famigliaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora