7-Sebastian

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"L'attenzione è la forma

più rara e puradi generosità"-Simone Weil

Sono incantato a guardarla, tiene quel piccolo pacchetto blu in mano e aspetta che mi avvicini. Faccio qualche passo in avanti

«Non dovevi...»
«Invece sì» mi risponde sorridendo «Tieni, non è molto però ho fatto questo regalo a tutte le persone importanti»

La scatolina blu mi viene messa nelle mani, ha un piccolo nastro bianco attorno che slaccio immediatamente per alzare il coperchio. Al suo interno c'è un braccialetto fatto in casa con la corda azzurra e una scritta che recita "Do what you love". Lo estraggo dal cuscinetto bianco e glielo porgo

«Mi aiuti a metterlo?»

Le sue labbra si incurvano e le sue mani afferrano il piccolo oggetto. Con una delicatezza immensa le sue dita sfiorano il mio polso mentre è intenta a legare la corda attorno ad esso, ho come l'impressione che le sue dita indugiano a restare sulla mia pelle per qualche secondo di troppo ma hey, chi sono io per lamentarmi? Appena le sue mani si allontanano da me, le mie afferrano il suo polso e la tirano tra le mie braccia. Una mano si posa sulla sua schiena mentre l'altra si intreccia nei suoi capelli. La tengo stretta a me per qualche secondo, il suo profumo alla vaniglia mi inebria la mente.

«Grazie...» sussurro incapace di dire altro

Ride e alza lo sguardo verso di me prima di darmi un bacio sulla guancia «Non ringraziarmi, ora va e goditi la festa Cariño» poi si allontana e sento immediatamente la mancanza del suo corpo attaccato al mio.

Prendo un respiro e mi avvicino al tavolo per prendere qualcosa da bere, verso del tè alla pesca e prendo da una ciotola qualche biscotto per poi avvicinarmi a Luke e Willow

«Hey piccoletto come stai?»
«Oggi sto bene» mi risponde sorridendo flebilmente «Buon compleanno»
«Grazie. Sei sicuro che stando qui non ti affatichi troppo?»
«Sebastian sto bene, è il tuo compleanno e voglio esserci» mi rassicura.

Nonostante i suoi occhi si fanno spenti ogni giorno di più, Luke cerca sempre di esserci per tutti noi e vivere al massimo questi ultimi mesi che gli rimangono. Gli metto una mano sui capelli e li arruffo ridendo «Va bene piccoletto, mi fido»

Luke mi ricorda un po' me quando sono arrivato per la prima volta in orfanotrofio, piccolo e indifeso. Tra tutti i ragazzi è quello con cui ho legato di più.

Alla fine, i ruoli si sono scambiati, vero Jacks...? Chissà dove sei...

La serata passa tra cibo, chiacchiere e drink fino a quando Adeline e il suo vestito bianco,del quale si è lamentata tutta la sera, non se ne esce con la stronzata del ballare. Collega il suo telefono alla cassa e partono alcuni balli di gruppo dai quali mi astengo a partecipare, i miei occhi si posano su Chloe che sta ballando spensierata insieme alle sue migliori amiche, i ricci che le cadono sul viso mentre si muove a ritmo della musica ridendo a crepapelle. Come se sentisse il mio sguardo bruciare su di lei, si ferma e mi guarda prima di tendermi una mano

«Balliamo?»
«Io non ballo.»
«Davvero Harrison? Uno spagnolo come te non balla?»
«No, mi dispiace deluderti Princesa»
A quel punto si avvicina pericolosamente a me, il suo viso a pochi centimetri dal mio «Per favore» mi sussurra.

Prendo un respiro e la trascino in mezzo al salotto che avevano appositamente liberato per ballare. Nell'esatto momento in cui ci posizioniamo al centro della stanza la melodia di "Rechazame" di Prince Royce inizia a diffondersi nell'aria. Le luci soffuse avvolgono la stanza, creando un'atmosfera intima e romantica. Le sorrido e le afferro la mano. Chloe commossa dal mio cambiamento di umore, finge di essere sorpresa dalla mia richiesta e accetta di ballare sorridendo. Le tengo la mano con grazia e la faccio girare su sé stessa, avvicinandola a me di tanto in tanto con movimenti fluidi. L'atmosfera diventa vivace ed energica e la connessione tra noi diventa più forte: i nostri occhi si incontrano e i sorrisi diventano il nostro mezzo di comunicazione. Mi perdo nei suoi occhi verdi e per poco non inciampo ma riesco a riprendere il controllo del mio corpo. Intorno a noi, James e gli altri si fanno avanti con le loro rispettive partner cercando di seguire i nostri passi, ma il mondo sembra scomparire lasciando tutti gli altri fuori dal piccolo mondo che abbiamo creato. La musica inizia a sbiadire e con lei i nostri movimenti si fermano, restiamo immobili al centro della sala, la sua fronte si appoggia alla mia facendo passare una scarica di elettricità al mio corpo

«Stai bene?»
«Si, si, non pensavo che fossi così bravo a ballare...»
«Sono spagnolo per un motivo, Princesa» una flebile risata le esce dalle labbra, le sposto una ciocca di capelli dietro l'orecchio «grazie per aver organizzato tutto questo per me...»
«Non ringraziarmi, dai andiamo è il momento della torta e dei regali!»
«Regali? Scusami ma non me lo avete già dato?» indico il braccialetto
«Ma no, quello è solo da parte mia ora ci sono quelli degli altri!»

Mi trascina dietro al tavolo della cucina dove, dopo pochi secondi, viene posizionata una torta azzurra con diciotto candeline sopra. Willow tiene una fotocamera in mano, pronta a immortalare qualunque cosa avverrà dal momento della torta in poi mentre James è intento a cercare un accendino tra i cassetti per le mie candeline. Dopo qualche minuto piccole fiamme spuntano davanti ai miei occhi e, come da tradizione, prima di spegnerle chiudo gli occhi per esprimere un desiderio

Ti prego, fa sì che rimangano con me...

I flash provenienti dalla direzione di Willow abbagliano i miei occhi e sento una mano tirare la manica della mia felpa. Abbasso lo sguardo e sorrido alla vista di Luke con un sacchetto colorato in mano.

«Spero ti piaccia, ti voglio bene Seb.» mi sorride e io lo abbraccio
«Grazie piccoletto, anche io te ne voglio»

Dopo il suo, altri regali mi vengono posti davanti. Li scarto, ringrazio coloro che me li hanno fatti e continuiamo a divertirci ancora per un po'. James approfitta della serata per introdurre la sua ragazza che a quanto ho capito si chiama Amber e dopo un po' tutti sono tornati a casa, lasciando me e Chloe da soli a sistemare il casino che si è creato. Abbiamo passato due ore a mettere in ordine e adesso siamo sul divano bianco avvolti da una coperta di pile grigia che abbiamo trovato in un armadio in camera di Adeline.

«Non ti ringrazierò mai abbastanza per questa sera...»
«Ancora? Ti ho già detto che non ce n'è bisogno!» ride e appoggia la testa sulla mia spalla

Le accarezzo i capelli mentre avvolgo un braccio attorno alla sua vita per tenerla più stretta a me posandole un bacio sulla testa. A quel gesto la sua testa si alza e il suo sguardo si sposta velocemente sulle mie labbra mentre il mio, in risposta, cade sulle sue. Rimaniamo in quella posizione per minuti, la tensione nell'aria è palpabile. I nostri visi si avvicinano fino ad essere a pochi millimetri di distanza, il mio naso sfiora il suo, tentativamente poso una mano sulla sua guancia e continuo a sporgermi verso di lei fino a quando le nostre labbra si sfiorano. Ci avviciniamo quel poco che resta per stabilire un contatto fra i nostri visi, ma esso non avviene poiché la suoneria del telefono di Chloe interrompe il nostro piccolo momento.

«È il mio» mi informa in imbarazzo, prendendo il telefono «Mia madre...Scusa devo rispondere» Si libera dalla mia presa e si allontana in un'altra stanza

Maledizione... 

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