1 - Train

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L'universo era così grande e profondo, miliardi di stelle morivano e nascevano, miliardi di rocce fluttuavano nel vuoto e miliardi di reazioni chimiche, fisiche e quantistiche avvenivano ogni singolo secondo.
Era incredibile come la casualità già impegnata col resto dell'universo avesse avuto del tempo per lui, che non era altro che un piccolo stupidissimo ed infinitesimale blocchetto, e come questa avesse fatto accadere quel avvenimento in cui alla fine ogni tanto sperava.
Ciò che gli accadde era un segno che su quel treno egli doveva completare l'opera? Era forse un "Hey, ora tocca a te"?
La ragazza con fare silenzioso si mise al posto davanti al suo, aveva dei lineamenti dolci che le modellavano il viso e due smeraldi al posto degli occhi, sembrava quasi che fosse una statua fuggita da chissà quale tempio Afrodisiaco.
Ella tirò fuori un libro e cominciò ad immergersi nella lettura con una disinvoltura ed un'eleganza che eppure erano tanto semplici nel suo modo di fare.
A lui non interessava che libro fosse, in quel momento vedeva solo le pupille muoversi da destra verso sinistra, per poi tornare indietro e ritornare a muoversi di nuovo da oriente a occidente.
Quel movimento era così semplice ed eppure così complesso, e nel riflesso di quelle gemme poteva quasi leggere pure lui le parole e le idee che in quel momento venivano copiate ed incollate nella mente della fanciulla; per poi essere rielaborate, capite e archiviate.
Il tonfo ritmato delle ruote che andavano ad incontrarsi con le giunture delle rotaie sembrava quasi seguire il movimento dei suoi occhi.
Quel tu-tum tu-tum ritmico e scandito era meccanico quanto leggere, pensava, ma osservando meglio quegli occhi e il loro andare destra-sinistra capì che c'era di più.
L'amore, il piacere di vivere, il piacere della lettura....ecco cosa distingueva lei da tutto il resto! Ecco cosa la differenziava dalle facce decadenti, giovani e vecchie, locali e straniere, che vedeva intorno a sè!
Quella ragazza era una manifestazione della vita stessa, la sua bellezza rasentava la bellezza delle cose, il brillare nei suoi occhi era simbolo della purezza delle emozioni, quelle che lui da mesi se non da anni aveva smesso di avere.
Quella ragazza lo aveva letteralmente risvegliato, ed ora non poteva fare altro che contemplarla.
Rimase a guardarle gli occhi per circa cinque minuti e incredibilmente lei non se accorse neanche.
La sua anima sembrava uscita dal suo corpo ed essere trascesa ad un altro piano dimensionale o in un qualche altro posto esoterico in cui egli non poteva certamente entrare, perché era lontano dal mondo reale e dalla sua comprensione.
Era troppo immersa nelle pagine ingiallite e nel loro profumo, ma soprattutto era completamente persa nel trasformare quei caratteri impressi in stampatello in frasi, trasformare quelle frasi in immagini, e con quelle immagini creare un un mondo in senso compiuto, con la stessa velocità con la quale un dio all'improvviso creava un mondo su cui potesse regnare.
E lei era bella come una dea, si atteggiava come una dea, doveva essere una dea!
Questi pensieri in lui stavano andando crescendo, stavano passando dall'istintiva contemplazione alla mistificazione e alla venerazione di quella ragazza.
Forse stava esagerando, forse stava ingigantendo le cose, forse era solo lui che la vedeva in quel modo, forse era lui che aveva qualcosa negli occhi che gli modificava vista e pensieri....
Tutto d'un tratto la sua messa a fuoco si posò sui capelli, erano di un castano scuro simile ad un pezzo di legno bruciacchiato, aventi una opacità non comune al contatto con la luce del sole.
Era come se fossero coperti da uno sottile strato di sabbia che scuotendo un po' sarebbe caduta.

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