Il giorno dopo il Secondo Incontro non fu qualcosa di particolarmente eccelso, era una giornata come tante e lui non era da meno, sprofondato nella morbidezza del suo divano a trastullarsi come suo solito canali e serie tv, dalle cucine infernali di Hell's Kitchen agli zombie famelici della 5a stagione di The Walking Dead, serie a lui sempre gradita che non poche volte suscitò disgusto in sua madre, la quale puntualmente esclamava le solite frasi "super-imprevedibili" tipo "Ma che brutto!" o "Che schifo!", per poi andarsene indignata dalla stanza.
Ad un certo punto mentre sullo schermo si stagliavano violenza e morte il suo telefono iniziò a vibrare, qualcuno lo stava chiamando e lui senza neanche vedere chi fosse avvicinò lo smartphone all'orecchio.
"Sì pronto?"
Una voce fastidiosa quanto il cigolio di una porta e pure dannatamente simile ad un cigolio di una porta dall'altra parte quasi urlò:
"We testina!"
"We Mirko! Dicami!"
Ormai tanto era abituato a sentirla.
" 'Sculta, che ne dici di passare qua? Sono a casa da solo e mi sto annoiando a morte"
"Tranqua, dammi il tempo e arrivo, ci vediamo!"
"Grande! A dopo ciccio"
Dopo un paio di fatiche si alzò dal divano e spense la tv, un po' gli dispiaque abbandonare il comodo divano e i sicuramente carinissimi zombie, ma quando non lo era lo studio la priorità era la vita sociale.
Dopo cinque minuti a prepararsi, dieci a raggiungere la stazione e quindici ad aspettare ecco che l'enorme serpente metallico apparve dalla direzione di Verona, pronto ad arrivare tranquillamente alla capitale lombarda, Milano, ma non era il capolinea ad interessargli.
Salì e si incamminò verso il suo solito posto mentre in mente gli passavano ogni tipo di immagini, e nell'istante in cui si sedette tutte quelle immagini fecero come un mosaico, formando una sola figura, quella della Ragazza del Treno.
"Mi trovi qui lunedì, mercoledì e sabato"
Le parole della fanciulla gli rindondarono nella mente, e a questa azione ecco scattare la reazione: prese in mano il cellulare e controllò quale fosse il giorno della settimana.
"Martedì, dannazione"
Quel giorno sul treno c'era un caldo afoso, diverse donne usavano volantini e brochure come ventaglio, mentre gli uomini, sopprattutto quelli in abiti da ufficio, stavano grondando sudore.
Dopo una quantità imprecisata di tempo ecco che il treno si fermò finalmente alla stazione giusta: Brescia.
Sceso dal treno si guardò ben bene attorno, aveva sentito tante storie, troppe storie, sui furti che avvenivano laggiù, e spesso i fautori di questi furti erano di fatto quei loschi personaggi stranieri che ora se ne stavano seduti allegramente.
Con passo svelto uscì dalla stazione e continuò a camminare via dopo via, finchè ecco comparire un condominio color polenta di circa sei piani.
Senza troppi problemi si addentrò nell'atrio e si fece cinque piani di scale, soppravvivendo all'odore di cavoli bolliti del secondo piano, a quello di carne grigliata del terzo e a quello di gatto del quarto.
Pigiò il campanello dell'appartamento desiderato, lo stile della porta la faceva parere tappezzata da una poltrona di pelle.
"Chi èh?"
"Silvio Berlusconi"
"Eccola! Finalmente, mi consenta!"
La porta si aprì ed ecco che comparve Mirko, faccia da scemo e sorrisone a trentadue denti, eppure a quanto pare in qualche modo attraente agli occhi del gentil sesso.
"Meno sono brillanti e più piacciono" pensò.
Entrò nell'appartamento e mentre Mirko chiudeva la porta-poltrona esaminò l'ambiente: non era cambiato nulla, l'arredamento era sempre di ottimo gusto ed ogni cosa sembrava essere piazzata alla perfezione, c'era da aspettarselo dalla casa di uno che aveva la madre designer e arredatrice.
"Hai presente la Giuly, quella della festa di Giada? Ci sto provando con lei, è una figa pazzesca" disse la porta cigolante umana.
Mirko era il classico amico idiota, quello che conosci da tanto, quello il cui stile di vita e modo di pensare non approvi ma che alla fine assecondi e te lo mantieni amico quasi come per pena.
Era pure il classico amico che in tema di sesso opposto si era fatto mezza città, che ogni mese spuntava fuori con una ragazza nuova e che era fissato col sesso, tant'appunto che ogni volta che lo incontravi non esitava a raccontarti di come si fosse portato a letto una ragazza A o come si fosse limonato una ragazza B.
Ovviamente era pure quel genere di amico che ti dava consigli su consigli che alla fine tanto consigli non erano, nel suo repertorio erano incluse frasi come "Le ragazze sono come una cassaforte, se non le apri non troverai mai i soldi", "Per non bruciar le tappe prima sfondale le chiappe" e "Mettile due dita e ti ringrazierà tutta la vita".
Insomma, di amore puro e vero non sapeva quasi nulla, per quel lestofante le ragazze erano solo bambole.
"Senti, Mirko, sul treno in questi giorni ho incontrato una ragazza, ci ho parlato strapoco ma mi piace tanto, e poi mi ha detto che sarebbe bello parlare di nuovo con me"
"Hehehe, sarà di sicuro in astinenza da letto, vedi...le ragazze usano la parola parlare come sinonimo di "scopare", quindi vuole chiavare con te"
Non credeva minimamente alle parole di Mirko, e sentirlo parlare in quel modo di quella poveretta quasi ad accusarla di essere una cagna gli provocò una inaspettata rabbia che cercò di reprimere.
"E scusa, come faccio ad avvicinarmi a lei?"
"Ma porco il can ti devo spiegare tutto? Le metti la mano sulle coscie e le dici "ma che belle gambe che hai", se lei le apre significa che vuole quella mano in altri posti *hehehe*, se invece le stringe lasciala perdere"
Si stava trattenendo dal tirare un pugno a quello squallore di persona e urlargli quanto i suoi consigli fossero miseri .
"E dimmi...ma almeno è figa? Non dirmi che te la fai coi cessi..."
Un secondo e lo avrebbe inondato con botte e urla se non fosse stato per un evento improvviso che li interruppe.
Qualcuno aveva appena suonato il campanello.