"Probabilmente è la vicina del terzo piano che viene a chiedere il burro come al solito" disse Mirko con tranquillità mentre si alzava dal tavolo della cucina.
Dopo che l'amico svoltò l'angolo e andò verso la porta l'unico senso su cui poteva contare era l'udito, quindi tese l'orecchio.
Sentì la porta aprirsi e subito dopo ecco esplodere una voce rabbiosa:
"Dov'è il mio libro, razza di idiota?! Mi avevi detto che me lo avresti riportato due settimane fa! E invece mi sono fatta tutta la strada a piedi sotto il sole cocente!"
Quella voce era femminile.
"Ma calmati oh, ho avuto da fare..."
"Stai zitto! Guarda che me lo ha detto la Giada che esci con quella sua amica! Questo lo chiami non avere tempo?!"
E l'aveva già sentita...
"Huhuhu qualcuno qui è gelooosooo?"
"NO! Qualcuno qui rivuole il suo libro e se non glielo ridai ti spacca la faccia!"
Era in qualche modo familiare pure quel tono tonante.
"Va bene, va bene, calmati...vado a prenderlo"
Vide Mirko passare davanti alla stanza diretto verso camera sua e poi ripassare con un libro in mano.
"Ecco il tuo libro..."
"Strano che non faccia il cascamorto come al solito" pensò
"...e dillo che sei contenta di vedermi, dopotutto sei venuta per questo, vero amore?"
"Come non detto...ora si becca un ceffone....voglio vederlo!"
Preso dalla curiosità si alzò e si sporse per assistere alla scena, ma ciò che vide fu ben diverso dalle aspettative, e di maggior impatto.
Era lei. La Ragazza del Treno. I suoi occhi, i suoi capelli, il suo... tutto il resto! Il cuore gli si mise a battere a mille, non poteva essere vero, era un'allucinazione?
Ella accennò un candido sorriso rivolta verso Mirko e abbassò lo sguardo parlandogli con un tono calmo e imbrazzato
"Ma certo amore, mi sei mancato..."
"Vedi? Come puoi resistermi? Dai su vieni qui, avvicinati"
Il suo cuore venne avvolto dallo sgomento, vedere quello che poco prima la stava praticamente insultando prenderla e lentamente avvicinarla a sè era terribile, e lei ammaliata non lo capiva neanche che tutto ciò che diceva era falso.
"Ma che....non può essere....come fa a conoscerla?...."
Vide i due avvicinarsi lentamente, con lui che le aveva già avvinghiato le braccia attorno e che con le mani la stava già palpando e lei che sembrava in procinto di abbracciarlo, si sarebbero baciati.
Sì sentì male a vedere quella scena, era bloccato dalla delusione che pure lei fosse caduta nella cerchia delle ragazze che Mirko aveva fregato e che probabilmente avrebbe subito lo stesso destino delle altre, illuse, usate come giocattolo per i desideri di quel infame e poi mollate qualche giorno dopo.
Non avrebbe voluto vedere una scena del genere, era un dispiacere troppo grande, ma restò incollato a lei con gli occhi, era come nel proverbio "la curiosità uccise il gatto", voleva vedere come andava a finire, e fu qui che si accorse di un particolare dettaglio.
Le braccia della ragazza erano in una posizione strana, uno stava piegato davanti al collo di Mirko, l'altro invece era piegato vicino al suo stomaco, e alla sua fine un pugno fece comparsa rivolto in tale direzione.
Intercettò anche un altro particolare, il suo piede stava lentamente strisciando dietro alla gamba di Mirko, come una serpe striscia nell'erba alta.
Qualcosa sarebbe andato storto.
Fu un attimo, neanche il tempo di mettere assieme tutti quegli indizi ed ecco che la ragazza, con le labbra a pochi centimetri dalla bocca del bugiardo velocemente e simultaneamente con un braccio lo afferrò stretto alla gola, col piede lo privò dell'appoggio di una gamba e con l'altro braccio lo colpì con un montante degno di Mike Tyson dritto in pancia, facendolo cadere con un tonfo sul pavimento di legno.
Pensava di averla ingannata ed invece era stato lui ad essere la preda, ed ora era a terra dolorante, a guardarla e a guaire:
"Ahia! Ma perché?!"
"Perché non sono ingenua quanto quelle con cui giri di solito!"
A questo punto ecco che i suoi occhi si spostarono su di lui, quel quasi invisibile figuro che li stava osservando, e il suo rigido volto colmo di rabbia si sciolse in un'espressione amichevole e sorpresa.
Lui invece aveva ricevuto troppe emozioni in troppo poco tempo, ed ora la sua razionalità era andata in "lavori in corso".
Ella alzò la mano e con lo stesso bellissimo sorriso del giorno prima aprì bocca:
"Ciaooo! Che ci fai qua? Non dirmi che conosci sto tizio...giragli alla larga che è meglio hahah"
"Hey!" si lamentò Mirko con tono indignato
"Taci tu, australopiteco" gli replicò severa la ragazza, tornando poi a lui
"Beh io ora devo andare, ci si vede! Ciau!"
Timidamente riuscì ad agitare la mano e salutarla con voce nervosa
"Ciao..."
Mirko li interruppe:
"Ciao eh!"
"Non parlavo con te!"
Tirò un un calcio all'atterrato e si girò, correndo giù per le scale col libro in mano.
Mirko si rialzò, richiuse la porta e lo guardò
"Conosci Alice? Come hai fatto? Hey, sono qui, cagami, Terra chiama Marco, mi senti? Prontooo?"
Nonostante lo stesse lagnando lui non gli dava ascolto, era atterrito, scosso dall'incontro ravvicinato appena avuto e al contempo sollevato perché non era andata come pensava, tornò alla realtà solo dopo che ricevette un leggerissimo schiaffo.
"Oooooo ma che hai?"
"La ragazza....quella del treno..."
"Eh"
"È lei..."
"Serio? L'Alice? No, lasciala stare, è una figa di legno, se non ci riesco io col mio fascino figuriamoci te"
"Frega cazzi"
"Vuoi provarci sul serio? Guarda che poi la responsabilità non è mia se poi ti butta a terra o ti friendzona"
"Ma di che parli?"
"Guarda che io ho il suo numero, lo vuoi?"
Dopotutto Mirko non era così inutile.
"Tipico...ok, va bene, passa qua"
"Uomo avvisato mezzo salvato"
Dopo che Mirko gli ebbe dettato il numero dovette andare, erano già le sette e la cena sarebbe stata servita tra poco; tornato a casa si buttò seduto sul letto e si mise a fissare la rubrica del suo cellulare, poi prese coraggio, selezionò "Alice" e si mise il telefono all'orecchio, dopo un paio di squilli una voce:
"Pronto?".