Capitolo 1: Evoluzione storica della narrativa di genere, dall'Ottocento alle fanfiction dell'era di Internet
1.1 Nascita e sviluppo della narrativa di genere
Con l'ascesa al potere della classe dirigente borghese nella seconda metà dell'Ottocento grazie all'industrializzazione (che concesse una produzione più vasta e meno costosa di beni di consumo, come i libri), si assistette all'avvento di un fenomeno tipico della modernità urbano-industriale: una produzione letteraria volta specialmente a soddisfare l'immaginario estetico di ceti sociali, che si sono ad oggi assai ampliati e significativamente meno preparati culturalmente rispetto al passato. Essa può essere chiamata lettura popolare, in riferimento alla specificità dei suoi destinatari (il popolo), oppure lettura d'appendice, come i procedimenti connessi al suo mezzo tipico di diffusione materiale, ovvero la pubblicazione a puntate su periodici. Ambedue i termini vanno assunti come specificazione storica di un concetto di portata più ampia, ovvero la letteratura marginale (o paraletteratura), intesa come l'insieme di prodotti ai quali l'egemonia non attribuisce alcun valore, in via pregiudiziale ed evidente, ritenendoli privi dei requisiti minimi della letterarietà.
Dall'Unità d'Italia in poi si sviluppò un'ulteriore produzione letteraria significativa chiamata letteratura d'intrattenimento, e, in tempi più recenti, letteratura di massa (più specificatamente, delle masse di un'ampia piccola borghesia, sia italiana che estera).
Si parla di scrittori che ottennero successi maggiori da un punto di vista quantitativo, ma inferiori da quello qualitativo, servendosi di moduli di linguaggio tali da suscitare l'interesse di disparati strati di pubblico non privilegiati. Il popolo, che fosse del ceto sociale del proletariato o della borghesia, leggeva basandosi sulla forma delle opere, in quanto esprimeva interesse e consenso solo dove trovava applicati canoni di narrazione e stile di sua comprensione. Pertanto, banalmente, i lettori più colti e selettivi leggevano allo stesso modo di quelli più "ignoranti" e ingenui; è questa, tuttora, la premessa fondamentale per garantire i successi letterari.
L'avvento della classe dirigente borghese viene fatto risalire a vari eventi: in primis, l'espansione dell'alfabetizzazione e dell'inserimento culturale di un pubblico popolare urbano. Quest'ultimo richiese, diversamente dalla vecchia letteratura religiosa e dagli almanacchi del pubblico contadino, esigenze di diletto estetico che venivano soddisfatti con la narrativa in prosa. Per appagare concretamente suddetti bisogni, era necessario costruire strutture editoriali materialmente adeguate, ovvero interessate a diffondere il prodotto nei ceti sociali più bassi del mercato nascente. Tali requisiti si trovavano maggiormente nell'editoria periodica che, per la sua struttura economica, aveva una sensibilità più immediata alle questioni di vendita e di tiratura. Pertanto, le aziende giornalistiche individuarono un mezzo con cui ampliare e rafforzare i legami con gli acquirenti nella pubblicazione di romanzi a puntate, seguendo la formula importata dalla Francia dei feuilleton. Di pari passo ci furono anche delle aziende dette "paralibrarie", che si occupavano del commercio di romanzi suddivisi non in volume, ma per dispense e fascicoli settimanali o mensili.
Successivamente, nella seconda metà dell'Ottocento, si sviluppò ufficialmente un'editoria popolare e divulgativa per tutta Italia, come Salani a Firenze e Sonzogno a Milano. Pertanto, necessaria si trovava ad essere la disponibilità di autori che puntassero, più che a un ingente profitto monetario, alla stima e ammirazione di un vasto pubblico con cui avrebbero potuto entrare spontaneamente in sintonia. Prova di ciò fu l'esperienza di Emilio Salgari (1862-1911), il quale, poco prima di suicidarsi, espresse in due lettere l'orgoglio di avere milioni di ammiratori in tutta Europa nonostante la sua povertà dovuta alla scarsità di guadagno in quanto considerato scrittore di categoria inferiore. A spingerlo nel suo lavoro, infatti, non era il desiderio di arricchirsi, ma piuttosto l'ambizione di ottenere popolarità tra il maggior numero possibile di lettori.
STAI LEGGENDO
Tesi di laurea: Gli stereotipi di genere nella narrativa per giovani adulti
De TodoLa mia tesi di laurea in scienze della comunicazione.