Sospesi nell'Attesa

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Il sabato sera si avvicinava, e con esso cresceva anche la mia ansia. Non avevo mai avuto un appuntamento vero e proprio, e sapere che lo avrei passato con Nick, un ragazzo che per me era tanto incredibile quanto inaccessibile, mi riempiva di emozioni contrastanti. Ogni volta che lo vedevo a scuola, sembrava che l'agitazione aumentasse, ma c'era anche una parte di me che non vedeva l'ora.

Quel giorno, ci incrociammo in corridoio. Nick si fermò a salutarmi con un sorriso che mi fece arrossire. Aveva appena finito un allenamento, ed era ancora in tuta, con la maglietta sportiva che aderiva perfettamente ai suoi muscoli. Non potei fare a meno di notare quanto fosse... ben messo. Le spalle larghe, il petto scolpito, ogni parte di lui trasmetteva forza e sicurezza. E quando si accorse del mio sguardo, sorrise appena, con quel sorrisetto divertito che lo rendeva ancora più affascinante.

"Non vedo l'ora per stasera," mi disse, avvicinandosi a me.

"Neanch'io vedo l'ora," risposi, cercando di sembrare rilassato. Ma sapevo che il mio rossore mi aveva già tradito.

"Ah, e a proposito," continuò, squadrandomi un attimo. "Non devi preoccuparti di vestirti in modo particolare. Anche con un look semplice stai sempre benissimo," aggiunse, facendomi battere forte il cuore.

Quelle parole sembravano sempre dette per mettermi a mio agio, eppure ogni volta che parlava di me in quel modo mi sentivo come se lui potesse vedere qualcosa in me che io non riuscivo a vedere. Ma non era solo Nick a fare complimenti. Anche io, a modo mio, cercavo di fargli capire quanto fosse attraente per me. "Sì, beh, io magari non sarò muscoloso come te, ma spero di fare bella figura," dissi, osservandolo. Nick si limitò a ridere, appoggiando una mano sulla mia spalla, e annuì.

Quella sera passai ore a cercare qualcosa da mettere. Alla fine, optai per un paio di jeans scuri e una camicia leggera, semplice ma che speravo facesse la sua figura. Non volevo sembrare troppo nervoso, ma dentro di me ero una tempesta. Cercavo di immaginare come sarebbe andata la serata e cosa avrebbe pensato di me.

Quando Nick venne a prendermi, il cuore mi accelerò ancora di più. Era perfetto, con un outfit casual che faceva risaltare ancora di più il suo fisico possente. Appena mi vide, sorrise. "Stai benissimo," disse, ed era sincero, come sempre. Io riuscii a malapena a rispondere con un "grazie" timido, mentre mi incamminavo al suo fianco verso il ristorante.

La cena si svolse in un piccolo ristorante italiano nel centro della città, un posto accogliente, con luci soffuse e tavoli in legno che creavano un'atmosfera intima. Seduto di fronte a lui, mi sentivo come se fossimo in una bolla. Parlammo di tutto e niente: di scuola, dei suoi allenamenti, delle mie passioni. Ogni tanto, Nick mi lanciava uno sguardo che mi faceva sentire speciale, come se fossi l'unica persona nella stanza.

Tra un piatto e l'altro, si sporse verso di me. "Sei proprio diverso dagli altri ragazzi," disse, guardandomi con un'intensità che mi fece arrossire. "Non so cosa sia, ma mi sento bene quando sono con te."

"Anche io mi sento... così," ammisi, sperando di non suonare troppo insicuro. "Anche se sono un po' agitato."

Lui rise, scuotendo la testa. "Mi piace che tu sia nervoso. È... adorabile," aggiunse, facendomi arrossire ancora di più.

La cena volò, e alla fine Nick mi propose di fare due passi. Uscimmo dal ristorante e camminammo per le stradine illuminate, ridendo e parlando. Era come se non volessimo che la serata finisse, e ogni minuto passato con lui mi faceva sentire più felice, più a mio agio. Poi, all'improvviso, Nick si fermò e mi guardò.

"Charlie, c'è una cosa che volevo dirti," esordì. "Ho... prenotato una stanza in un hotel qui vicino." La sua voce era un po' tesa, e per un attimo sembrava in imbarazzo. "Non vorrei che pensassi male, davvero. Solo che... mi piacerebbe passare più tempo con te, e non ho la casa libera."

In quel momento il cuore iniziò a battermi ancora più forte, un misto di eccitazione e ansia. Non sapevo cosa rispondere; mille pensieri mi attraversavano la mente, e ogni istante che passava sentivo crescere dentro di me un senso di attesa e timore. Mi fidavo di Nick, ma l'idea di passare la notte con lui mi metteva un po' di agitazione.

Lui sembrò accorgersi della mia esitazione, e mi prese le mani con delicatezza. "Non c'è nessuna pressione, davvero. Se non te la senti, va benissimo. Volevo solo passare ancora del tempo con te, parlare, conoscerti meglio. Tutto qui."

Quelle parole mi tranquillizzarono. Nick aveva sempre avuto questa capacità, di farmi sentire protetto e a mio agio. Respirai profondamente, cercando di allontanare l'ansia, e annuii piano. "Sì... mi piacerebbe venire con te."

Il suo volto si illuminò in un sorriso, e lui mi strinse le mani, ringraziandomi con un tono basso e felice. Camminammo insieme fino all'hotel, una struttura semplice ma accogliente. Entrammo, e lui mi tenne la porta aperta, come se volesse farmi sentire il più a mio agio possibile. Salimmo in camera in silenzio, ma non era un silenzio pesante, piuttosto uno carico di aspettativa e intimità.

Una volta dentro, Nick si sedette sul letto e mi invitò a fare lo stesso. Rimanemmo lì, a parlare ancora un po', mentre lui mi teneva la mano e ogni tanto si avvicinava per darmi un bacio leggero. 


N.B

LA PROSSIMA PARTE CONTERRA' SCENE SESSUALI ESPLICITE

Nick Nelson & Charlie Spring, Un Primo Passo [HEARTSOPPER] ITADove le storie prendono vita. Scoprilo ora