🌠Capitolo 7 - D

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DAPHNE༺♡༻

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DAPHNE


I manichini numerati sono schierati a mo' di staccionata di fronte al muro di vetrate sbalorditive in questa suite che suda lusso ed esclusività da ogni anfratto. Ma non ho il tempo di memorizzare a pieno gli elementi che la arredano, poiché Susan spinge me e gli altri candidati fuori quasi a calci.

Nel bel mezzo del corridoio, i sei moschettieri iniziano a descrivere i loro abiti con uno sfoggio di parole altisonanti. Io annodo lo stomaco in un'asola di paranoia che cresce di secondo in secondo. E se il mio costume fosse troppo semplice? O troppo moderno? Il cicaleccio, dentro e fuori la mia testa, è così fitto da perdere il tempo che scorre.

«Daphne», mi chiama Abramo. «Non mi sembra di aver visto il tuo abito in nessuno degli atelier».

«Perché è di un altro negozio».

«Vuoi dire che non hai seguito la lista?», si sbalordisce Nicoletta.

«Non credo potessi farlo», se ne esce Claudia. «È una penalità».

Un brivido. «Negli altri non c'era nulla di adatto».

Le loro espressioni truci mi arrivano sparate come frecce da una cerbottana.

Ooops, ho appena offeso le loro scelte. Se prima ero una preda facile, adesso li ho proprio invitati a sbranarmi. Socchiudo la bocca per rimediare, ma il rumore secco della porta che si apre ghigliottina il fiato. E non solo il mio.

Susan, sulla soglia, si prende qualche secondo per guardarci uno a uno. «Di chi è il manichino numero tre?».

Merda...

Alzo la mano.

La palpebra inferiore del suo occhio freme. «Bell», impossibile distinguere cosa ci sia sotto la sua voce.

Mi sforzo di mantenere una compostezza professionale, anche se mi manca l'aria.

«Puoi entrare un momento?».

Ecco, è fatta. Sono la prima eliminata.

Gli altri candidati nemmeno tentato di camuffare la soddisfazione nel vedermi convocata.

Non dovevo scegliere quell'abito. Dovevo restare fedele alla lista.

Seguo Susan con la mente che ha già iniziato a immaginarmi di nuovo sul treno verso Firenze.

Ai piedi del complesso di vetrate, gli abiti allineati mi sembrano al patibolo. No, sono io ad esserlo.

Nemmeno stavolta ho il tempo di soffermarmi a studiare la bellezza di questa suite, dal momento che Susan mi fa segno di raggiungere il mio abito.

«Parlami della scelta».

Muovo le sopracciglia all'ingiù. Sarà per vedere quanto mi può denigrare dopo che le avrò risposto. Scommetto che non vede l'ora di dirmi "Ti ho messo alla prova e hai fallito". E se il Pavone non avesse nemmeno visto gli abiti? Se fosse Susan a decretare il vincitore? Chiarirebbe il motivo della mia eliminazione.

SOTTO LE STELLEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora