Epilogo

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È notte fonda. Cavolo. Non avrei dovuto fare così tardi. Sto camminando frettolosamente per le strade buie della città, illuminate solo dai lampioni - alcuni dei quali spenti o lampeggianti - e molto inquietanti. Voglio tornare a casa il più presto possibile. Forse sono solo un po' paranoica, ma continuo a sentire dei passi dietro di me. Devo ricordare: mai più fare tardi alle feste. Questa era l'ultima festa prima degli esami, da qui a quest'estate dovrò studiare molto di più. Quindi basta feste scolastiche, almeno per un po'. Continuo a camminare, mentre il vento gelido mi fa accapponare la pelle. Stringo a me il cappotto grigio, per ripararmi almeno un po' dal freddo, anche se non serve a molto, visto che ho un vestito corto, che mi lascia le gambe scoperte. È tutto così strano... Non una macchina, un passante o uno dei soliti barboni ai lati della strada. È tutto inquietantemente vuoto e silenzioso.  Cammino, poi mi fermo e guardo un po' intorno a me. Riconosco il posto, e mi accorgo di essere molto lontana da casa. Una quarantina di minuti di cammino. Sbuffo, creando una nuvoletta di vapore. Sono così stanca... Voglio andare a casa. Se non ricordo male, qui intorno dovrebbe esserci un vicolo che mi farebbe arrivare prima al mio appartamento. Lo prendevo sempre per arrivare a casa della mia migliore amica Nicole, prima che mi trasferissi in un appartamento più vicino al suo. Cammino un po', poi lo trovo. Un vicoletto buio e spettrale, ma che mi farà arrivare a casa in anticipo. Mi affretto ad entrare, poi continuo a camminare a passo svelto. Dopo qualche minuto, inizio a sentire dei passi dietro di me. Mi volto, senza smettere di camminare, non trovando niente. Sono veramente troppo paranoica. Rido della mia stupidità, poi mi rigiro e cammino. Di nuovo un rumore di passi. Evito di voltarmi, ormai sono convinta che sia la mia mente a giocarmi questi brutti scherzi... O almeno lo spero. Dopo alcuni minuti, sento un'inquietante risata femminile. No, questa sono sicura di non essermela immaginata. Era troppo reale. Ancora passi. Sto iniziando ad avere paura sul serio. Inizio a correre. Esco dal vicolo, sbucando su una strada. Se la memoria non mi inganna, ci dovrebbe essere un altro vicolo, poi sarò ad una decina di metri da casa. Attraverso la strada, poi mi trovo davanti due vicoli. Quale sarà quello giusto? L'ansia inizia a prendere possesso del mio corpo. Cosa faccio? Quale scelgo? Non sapendo cosa fare vado puramente a caso, ed imbocco il vicolo a sinistra. Cammino velocemente, sperando di non sentire di nuovo quei rumori spettrali. Come se non lo avessi pensato, inizio di nuovo a udire quella inquietante risata femminile ed un rumore di passi, solo che ogni volta che mi volto per guardare dietro di me, vedo solamente il vicolo buio e vuoto. Continuo a camminare con l'impressione di essere seguita da qualcuno. Più vado avanti, più un brutto presentimento si fa strada nella mia testa, e mi fa aumentare il passo. Vicoli dopo vicoli, continuo a sentire i passi e quella risata, così sadica e anormale, ma allo stesso tempo femminile e innocente. Non ricordo ci fossero così tanti vicoli. Adesso sto correndo. Entro nell'ennesimo vicolo e continuo ad avanzare velocemente. Dopo qualche minuto, mi accorgo di un particolare che mi fa gelare il sangue. Un muro. Fantastico. Ho sbagliato strada al bivio. Dovevo prendere il vicolo a destra. Ma come sempre ho sbagliato. Adesso sono qui, in un vicolo cieco, con qualcuno che molto probabilmente mi sta seguendo, un freddo cane ed una paura immensa. Rassegnata, mi volto per tornare indietro, quando vedo una figura nera, in controluce. Dalle forme, mi accorgo che è una ragazza dai lunghi capelli mossi. E se non avesse buone intenzioni? Avanti Roberta, è solo una normale ragazza, forse mi darà delle indicazioni per tornare a casa... Non devo sempre pensare male, non devo essere così paranoica. Poi però mi accorgo di un particolare abbastanza inquietante: i suoi occhi. Non dovrebbero vedersi, essendo in controluce dovrebbero essere coperti dall'ombra. Invece i suoi occhi si vedono. Il mio cuore inizia a battere molto velocemente ed inizio a respirare affannosamente. Sono rossi. I suoi occhi. Sembrano brillare di luce propria. Rossi come il fuoco, rossi come il sangue, rossi come la morte. Si sta avvicinando lentamente, terrorizzandomi ancora di più. Ad ogni suo passo, la paura cresce dentro di me, mangiandomi dall'interno. È troppo vicina... Adesso riesco a vederla meglio. I suoi capelli sono rossi come gli occhi. Indossa una giacca viola aperta, che lascia intravedere una canotta nera sporca di una strana sostanza scura, dei leggings neri e un paio di shorts di jeans sopra. Ai piedi ha delle Converse rosse. Ha una mano nascosta dietro la schiena.
Osservandola meglio, mi accorgo che non solo la sua canotta è sporca di quel liquido scuro, ma anche il resto del suo abbigliamento e la zona intorno alla bocca. Non ci metto molto a capire che è sangue. Sia secco che fresco, che gocciola a terra, creando un suono ritmico ed inquietante, simile a quello delle lancette di un orologio.
Inizio a tremare. La paura mi fa accasciare a terra, la schiena poggiata contro il muro del vicolo. Senza dire niente, toglie la mano nascosta da dietro la schiena. Un coltello sporco di sangue raffermo. In meno di un secondo capisco tutto. Sul suo viso si apre un sorriso sadico e insano, mostrando due file di denti aguzzi e sporchi di sangue. I suoi occhi... Stanno mutando. Stanno diventando completamente rossi, la pupilla non si distingue più. I suoi bulbi oculari adesso sono una massa brillante e rosso sangue. Non riesco a muovermi, la paura mi ha paralizzata. No... Non posso morire adesso. Ho ancora tutta la vita davanti. Sospiro. Non mi risparmierà. Sto per lasciare questa terra. Addio mondo. Mi lascio indietro tutto. Vorrei solo aver potuto salutare un'ultima volta Nicole, la mia cara compagna di avventure, creare un rapporto stabile con la mia famiglia e,  perché no, laurearmi in medicina come sognavo da bambina, mentre giocavo con i miei amati strumenti di plastica. Troppi rimpianti, avrei dovuro vivere la mia vita alla giornata. Sono pronta a morire? Lo scoprirò solo adesso. Chiudo gli occhi, e mentre aspetto che la sadica ragazza di fronte a me metta fine alla mia vita, sento quelle parole, le ultime che sentirò qui sulla terra, pronunciate con una voce sdoppiata, che sembra un coro cupo di voci femminili.
«Posso bere il tuo sangue?»

*

"Ennesimo omicidio: la diciannovenne di origini italiane Roberta Substone è stata trovata morta alle ore 8.00 del mattino, da un passante che percorreva casualmente la strada in cui il cadavere è stato ritrovato.
Il corpo della ragazza è stato trovato con il petto squarciato, privo di cuore e completamente dissanguato. La polizia scientifica ha stabilito che l'ora del decesso sia stata tra le 00:00 e le 02:00 del 30 gennaio.
Si sospetta che l'assassino della povera Roberta sia il serial killer del quale ancora non si hanno informazioni precise, ma che ha mietuto molte vittime fino ad ora. I pochi testimoni oculari si sono rifiutati di raccontarci molto, ci hanno solo descritto il suo aspetto fisico: una ragazza, intorno ai diciassette anni, lunghi capelli rossi. Arrivati a questo punto i codesti testimoni si sono rifiutati di continuare, iniziando a delirare.
Tutti i testimoni, alcuni giorni dopo aver fatto le seguenti dichiarazioni, sono stati trovati morti, con il petto lacerato e senza cuore. La polizia sta indagando. Alcuni hanno fatto delle ipotesi, confrontando delle tracce di DNA sul corpo di una vittima: l'assassino sembra coincidere con Elizabeth Meckert, la ragazza di diciassette anni scappata tre mesi fa dall'Ospedale della sua città, dopo aver ucciso tutti i presenti nella struttura. L'ipotesi è stata eliminata in seguito al ritrovamento del corpo di una ragazza, più o meno tre mesi fa, con il viso sfigurato. Gli zii di Elizabeth - i suoi genitori erano stati assassinati da un altro serial killer - hanno riconosciuto la ragazza. Chiunque avvisti una ragazza che coincide con la descrizione avvisi le autorità, per la propria sicurezza. Adesso lascio la linea al nostro inviato, pronto a parlare con la madre di Roberta."

Sbuffo, poi mi alzo. Non voglio più sentire storie riguardanti lei. Sono due mesi che non la vedo. Non riesco proprio a capire perché se ne sia andata. Ho provato a parlare qualche volta con Clockwork, lei era in buoni rapporti con Elizabeth. Solo che si rifiuta di parlarmi, dicendo che non sa perché se ne sia andata. Io però sono convinto che lei ne sappia qualcosa. Cammino un po' per la stanza, pensando.
Ti amo Elizabeth, e ti ritroverò, troverò il tuo nascondiglio, stanne certa.

FINE.

Si è finito, ho voluto lasciarvi un po' sulle spine con il finale, perché penso che farò un sequel. Ditemi se lo volete, se sono in molti a volerlo, vi avviserò appena lo pubblicherò. Volevo ringraziarvi, voi che leggete e votate questo libro, perché ci ho messo molto impegno per scriverlo e per me significa molto. E poi, adesso posto l'ultimo capitolo ed ho 1,78 K di visualizzazioni e 230 voti! Sembrano pochi, ma per me sono importanti, è un inizio! Un milione di grazie, vi voglio bene!

~ H.

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