Capitolo 6 ~ Pinkie

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Fuori dall'ufficio del preside. Lei il secondo anno, lui il quinto. Durante una rissa in corridoio nella quale Elizabeth era stata coinvolta, un ragazzo di nome Jack aveva preso le sue difese. La colpa della rissa venne data a loro, che vennero puniti. Ma da quel giorno era iniziata una grande amicizia tra i due. Dopo che lui era andato al college, però, non erano rimasti in contatto e non si erano più visti. Ecco dove Elizabeth aveva già conosciuto Jack, e solo quella notte era riuscita a ricordarlo.

Anche dopo cinque giorni dall'arrivo di Elizabeth, nel Rifugio, le cose continuavano ad andare avanti come sempre. I proxy uccidevano ogni notte e cercavano di non farsi scoprire dalla polizia o di non farsi seguire da qualche umano, in modo da non farlo arrivare al Rifugio. Eyeless Jack e Elizabeth si evitavano, tranne quando stavano in stanza. La rossa aveva tenuto per sé il ricordo del loro primo incontro. Tra i due c'era qualcosa, che entrambi non riuscivano a capire. Dagli sguardi che raramente si lanciavano, si poteva vedere benissimo che non erano solo amici. Ogni volta che si incontravano o che si avvicinavano troppo, sentivano dei brividi su tutto il corpo, e questo non riuscivano a capirlo, per questo si evitavano.

Si svegliò accanto a Eyeless. Si stropicciò gli occhi. Aveva dormito poco. Si alzò dal letto e andò in bagno a vestirsi. Si guardò allo specchio.
Dopotutto Natalie non mi ha comprato degli abiti tanto brutti...
Uscì dalla sua stanza notando che Eyeless stava ancora dormendo. Neanche lui deve aver passato una notte delle migliori.
Si avviò verso la stanza principale, dove si trovavano alcuni dei proxy. Elizabeth andò verso il frigorifero e, con sua grande sorpresa, trovò una bottiglietta di sangue. La afferrò e si sedette sul divano, per poi bere il liquido rosso all'interno di essa.
Accanto a lei si sedette Jack, che si era appena svegliato. Stava mangiando un rene sanguinante, mentre la "guardava". Dopo cinque giorni, i loro sguardi si incontravano di nuovo.
Il loro momento venne interrotto da un continuo bussare sulla porta. Tutti i proxy presenti nella stanza si irrigidirono: poteva essere un poliziotto che aveva trovato il Rifugio. Lo Slender senza problemi si avvicinò ad essa e la aprì, rivelando una ragazza intorno ai diciassette anni che saltellava sul posto, sorridente.
Aveva lunghi capelli rosa acceso lisci e gli occhi azzurro cielo. Indossava un vestito da cameriera rosa confetto con del pizzo bianco, con la scollatura a cuore e delle maniche a palloncino, alla vita aveva un grembiule fatto con pezzi di pelle secca di diversi colori, con dei simboli sopra, su uno c'era una mela, su un'altro una nota musicale e altri, legati tra di loro con del filo nero. Era legato alla vita con un nastro di raso bianco, e all'estremità di esso si trovavano delle ali, ognuna di un colore diverso dall'altro. Ai piedi aveva delle ballerine rosa confetto come il vestito e al collo portava una collana con dei corni colorati. Sembravano quasi corni di...
Unicorni?! No... Non è possibile. Gli unicorni non esistono!
Pensò Elizabeth.
La ragazza era completamente sporca di sangue, ed aveva in mano un borsone, anch'esso sporco del liquido cremisi.
«Ehi, sono tornata!» disse, con la sua voce acuta e allegra, simile a quella di Clockwork.
«PINKIE!» Sally corse verso la ragazza e la abbracciò, ignorando i suoi vestiti sporchi di sangue.
«Ciao Sally! E ciao a tutti quanti! Scusate il sangue, ma ho appena ucciso un'altro pony a Ponyville.»
Pony?! Ponyville?! Okay questa ragazza è fumata...
Dalle espressioni degli altri sembrava una cosa normale.
Eyeless Jack notò la sua espressione confusa e le si avvicinò, sussurrandole all'orecchio: «Lei viene da Ponyville ed è un pony che uccide altri pony, ma in un'altra dimensione. Qui, in questa dimensione, è una semplice ragazza con i capelli rosa.»
Elizabeth annuì, anche se non aveva capito completamente, e tutto le sembrava strano, poi vide che la ragazza si stava avvicinando a lei «Ciao io sono Pinkamena Diane Pie, ma puoi chiamarmi Pinkie.» le porse la mano, e Elizabeth la strinse «Tu devi essere Heartless Elizabeth, sono venuta qui perché mi ha chiamata lo Slenderman per aiutarvi ad organizzare la tua festa che si terrà dopodomani!» lasciò la mano della rossa e si diresse verso il borsone, che era rimasto sull'uscio della porta.
Si diresse verso una porta bianca. Dopo qualche minuto uscì, e Elizabeth notò che si era cambiata. Non indossava più il suo vestito rosa confetto, adesso aveva una T-shirt rosa acceso che si confondeva con il colore dei capelli e un paio di jeans bianchi. Ai piedi indossava le stesse ballerine rosa che portava anche prima.
«ALLORA» tirò fuori dal nulla una pergamena con i bordi rosa «Iniziamo con il fare la lista degli invitati! Prima di tutto tutti i proxy che vivono qui. Poi mettiamo anche: Ann The Nurse, Zero, Smile dog. Vanno bene?»
Si udì un coro di "Si".
«Anche Lightseeker!» esclamò Puppeteer.
«Giusto.» Pinkie scrisse sulla pergamena «Allora li cercherò e gli dirò di venire.» sorrise.
Elizabeth ricambiò il sorriso, poi decise di tornare in camera sua. Tanto non aveva niente da fare e, essendo mattina, non poteva andare ad uccidere per non rischiare di essere scoperta.
Si sedette sul letto, a pensare. Da quando era diventata un'assassina le piaceva stare un po' di tempo in silenzio a pensare. A riflettere sulla sua nuova vita, e a ricordare quella vecchia.
Le parve di stare così per ore, perdeva anche la cognizione del tempo quando si concentrava. Fino a quando qualcuno non la distrasse dai suoi pensieri e dalle sue riflessioni.
Si girò verso le porta, incontrando lo "sguardo" di Eyeless Jack. Quest'ultimo si sedette vicino a lei, rimanendo in silenzio. La rossa lo osservò per un po', poi gli chiese: «Perché sei venuto qui?»
Il ragazzo sospirò rassegnato. Poi, a testa bassa, le disse: «Questa è anche la mia stanza no? E poi volevo chiederti se anche a te sembra di avermi già incontrato.»
«In realtà sì.» rispose Elizabeth «Tu eri al quinto anno di liceo, io al secondo. Ero stata coinvolta in una rissa e tu avevi preso le mie difese.»
«Ora ricordo...» rispose Jack «Noi eravamo amici...»
«Già. Ma poi tu sei andato al college e non ti sei più fatto sentire.» Elizabeth sbuffò.
«Ho avuto... degli inconvenienti.» Jack sembrava contento «Neanche tu ti sei data da fare per contattarmi però.» ridacchiò.
«Pensavo che non fosse il caso di disturbarti. Magari ti eri fatto una ragazza...» Elizabeth abbassò lo sguardo. Si sentiva i volto in fiamme.
«Non c'era da preoccuparsi. Ma aspetta... È imbarazzo quello che vedo sulle tue guancie?» la prese in giro.
«Potrebbe.» rispose lei «Il fatto è che... mi piacevi tanto.»
«E ora?» chiese lui, tornando improvvisamente serio.
Elizabeth sorrise e lo guardò «Ora sono un'assassina, non ho tempo per queste cose.»
«E chi lo dice?» Jack sorrise ed uscì dalla stanza.

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