Capitolo 11

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Nora

Forse ho sbagliato tutto.

Claudio si è sempre comportato bene con me e io non gli ho concesso neanche il beneficio del dubbio. Magari mi ha detto la verità sul non aver seguito le orme del padre, ma io, ostinata come sono, non ho voluto credergli.

Talvolta è più facile accettare una bugia o un pregiudizio della società piuttosto che scavare a fondo per trovare la verità.

Mi preparo un caffè e chiamo la mia migliore amica per raccontarle il casino che ho combinato la scorsa sera.
<< Buongiorno >> esclama sbadigliando.
<< Hai fatto le ore piccole?>> le chiedo ridendo.
<< Ho fatto la notte>> biascica assonnata.
<< Scusami, non lo sapevo>>
Solo chi è un turnista sa quanto sia fastidioso essere svegliati la mattina seguente ad un turno di notte.
<< Tranquilla, tu puoi chiamarmi a qualunque ora. Dimmi tutto>>

<< Ieri sono stata a casa di Claudio Ascani>>
Non mi dà nemmeno il tempo di continuare, che
mi interrompe.
<< Nora, ma sei pazza? Come ti è saltato in mente di andare a casa sua senza avvisarmi?>> mi rimprovera.
Era prevedibile, ma ho bisogno di un parere e lei è l'unica di cui mi fido.
<< Cla, ascoltami. Ti prego>>

<< Perché ci sei andata?>> chiede in allerta.
<< Per dirgli che non usciremo mai>>
<<Non potevi dirglielo per telefono? E se ti avesse uccisa?>> mi mette ansia.
<< Claudia, ormai ci sono andata e non mi ha fatto nulla >> le rispondo con un sospiro.

Mi fa piacere che si preoccupi per me, ma la sua apprensione è esagerata.

<< Hai ragione, scusami. Com'è andata?>>
<< Male>>
<< Perché? >> chiede allarmata.
<< Ero andata per dirgli che non saremmo usciti insieme, ma l'ho fatto arrabbiare e sono passata dalla parte del torto>> le racconto con la voce colpevole.
<< In che senso l'hai fatto arrabbiare?>>
<< Si è inalberato perché non credo al fatto che lavori in maniera onesta. Mi ha detto che è un ingegnere e che non si occupa degli affari del
padre >>
<< Uhm, dubito sia vero >>
<< Anch'io, ma se invece fosse la verità?>>

<< Se fosse la verità, buon per lui. Tu meriti di meglio, non dispiacerti per un tipo del genere. Anzi, il tuo rifiuto gli avrà sgonfiato un po' l'ego, male non gli fa>>

Scoppio a ridere per la sua ironia, ma forse ha ragione sul suo ego.

<< Quindi, secondo te, non devo scusarmi?>>
<< Certo che no! Non sei mai stata sottona, vuoi iniziare adesso?>>
<< Direi di no>>
<< Vedo che ci siamo capite>> mi risponde prima di salutarmi e riattaccare.

Trascorro la mattina in palestra, a fare pole dance. Ho bisogno di svuotare la mente e ballare sulla pertica è l'ideale.

Mi sento libera e leggiadra, sensazioni che provo solo quando mi alleno. Il resto della mia vita, mi sembra una gabbia, a volte: è un continuo sottostare ai turni di lavoro e un barcamenarsi tra gli impegni familiari, misti ai drammi di mia madre, la quale ha un primato nel farmi perdere la pazienza.

Non le va mai bene nulla di quello che faccio, mi critica per qualunque cosa e mi sono stancata.
Per fortuna abitiamo in due case differenti, altrimenti sarei finita in psichiatria.

Nostos: la nostalgia di noi dueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora