Vamija

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Scena di violenza traumatica minorile esplicita

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Cap: Lei.

Mi alzai in piedi. Chinai lievemente la testa per pensare. Mi avrebbe ucciso se lo avrei fatto... Però era la verità. Era una sua responsabilità. 'Vaniglia... Che stai facendo?.' Lessi quel pensiero di Zamija con una punta di terrore. No, no, non puoi farmi questo... All'Inferno ognuno di noi aveva una Caratteristica Infernale, ispirata alla vita passata, che ci differenziava gli uni dagli altri. Sapevo che lei poteva percepire il terrore, l'ansia, la paura e la rabbia in ogni persona. Perchè rendermi fragile davanti a lei? Perchè non potevo dimostrarmi forte... e coraggiosa.... le mie mani tremavano ed erano gelate. Era ovvio... Perchè di fronte a lei non ero nè forte nè coraggiosa. Ero solo una piccola e brava bimba. Ma se fosse veramente quello che voleva lei?... E se il suo obiettivo era farmi il lavaggio del cervello?... 

Beatrice stava giocando tranquillamente con le bambole nuove di pezza. Emanavano un odore buono, di casa, e al tatto erano morbide e gentili. Mentre le faceva prendere il the, il suo gioco preferito, sentii un fruscio da dietro. Lo sapeva. Lo aveva capito. Chi era. "Ma ciao tesorino..." questa voce sussurrata era troppo facile ormai da riconoscere. Sentì un dolore atroce venire dalla radice dei capelli, e sentì le sue guance bagnarsi. "C-ciao..." Rispose, con voce spezzata e mormorata. Se non la avrebbe salutata, lei l'avrebbe considerata maleducata... e sarebbe diventata cattiva... Continuava a tirarle i capelli, forte, e Beatrice sentiva il sangue alla radice dei capelli. Stava tirando troppo.... "Sorellina... Che stai facendo?"  Iniziava a tremare dalla punta delle dita alla radice dei capelli. Si sentivo raggelare. 'Ti prego, fai in fretta...' pensò. Victoria sembrò udire il suo pensiero. Le conficcò le unghie nella spalla sinistra. Beatrice trattenne un richiamo di aiuto. Se avessi chiamato qualcuno lei... lei... Tirando la spalla nella sua direzione, iniziò a farle uscire sangue. "Ti fa male?" le chiese in un sussurro, ghignando. "S-sì... Victoria.." Tirò ancora più forte. Beatrice sentì le lacrime salate attraversarle il volto. "Victoria?" chiese ancora lei.  Beatrice deglutì. "S-sì.. sorellina..." Victoria la mollò. Si alzò in piedi. "Brava bimba".

"Vamija" Alzai lo sguardo, bagnato dalle lacrime. "E' il tuo turno" concluse la madre. "Racconta" La nonna sorrise. "Oh, si può capire! Non a molti piace raccontare come si è morti!" Io però, non prestavo attenzione alle sue parole. Guardavo Zamija. Di cui il volto serio si era trasformato in un ghigno. 

Percepiva il mio dolore.

Nel Buio Più Profondo (2nd of La Verità Nel Buio)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora