A notte fonda, la musica cessò e la folla, lentamente, iniziò a disperdersi.
Niv, stanco e sbronzo per i troppi calici di salis tracannati con avarizia durante la serata, salutò l'amico e con passo lento e ondeggiante si incamminò verso una delle tende dai colori sgargianti, che fungevano da dormitori condivisi.
L'accampamento era ora deserto e Kovu, finalmente, poteva aggirarsi indisturbato in quella vastità silenziosa.
Il campo militare si estendeva per lunghi chilometri, sia in larghezza che verso Nord.
Si chiese come fosse stato possibile che il DAM, così presente nel territorio di Baahìa, fosse rimasto all'oscuro dell'esistenza di quel luogo.
Suppose che i sudisti di Liòs fossero esperti in fatto di omertà, o che non tutti i miliziani del Grande Esercito fossero in realtà ignari dell'impeccabile organizzazione della Milizia per la Libertà Sudista.Comunque, dovette ricredersi sui sospetti in merito all'agguato. Durante la riunione, e anche successivamente nel mezzo dei festeggiamenti, non aveva notato alcun uomo indossare armamenti.
Evidentemente il biglietto nelle mani del terzo distaccamento era stato scritto da un vero sostenitore dell'Esercito dausiano.
La temperatura, a quell'ora della notte, iniziava a scendere e una brezza leggera muoveva le folte chiome degli alti ciliegi.
Kovu dopo lunghi ed interminabili giorni era finalmente solo, e godeva di quella tanto anelata solitudine.
Attento a cogliere ogni singolo rumore di quella terra sconosciuta pensò a quanto quel verde riuscisse ad irretire la mente e, a quanto i palazzi del DAM fossero amorfi e privi di colore.
Poi, una luce in lontananza catturò la sua attenzione.
Si avvicinò con passo lento e, senza rivelarsi alla luna, rimase ad osservare nell'ombra.
Il bagliore proveniva da un piccolo focolare ardente.
Lì, nascosta dagli occhi indiscreti degli ospiti dell'accampamento, trovò Noelia.La vide raccogliere i lunghi capelli di seta in un delicato intreccio. Poi, in una danza che a Kovu parve un rito d'amore, slacciò il corsetto rosa ricamato di gigli e sfilò sinuosamente la gonna che le copriva le slanciate gambe. La pelle ambrata risplendeva sotto la luce lunare.
Pensò vi fosse della magia in quella scena, e godendo del favore delle tenebre, non ebbe il coraggio di distogliere lo sguardo.
Voleva continuare ad osservarla ballare.
Era una danza diversa da quella che le aveva visto fare poche ore prima. Ora si muoveva con una sinuosità ancora più evidente, come se governare il suo corpo le risultasse più semplice in assenza di spettatori famelici.
Sulla bocca il suono di una melodia. Stava intonando un lamento in una lingua a Kovu sconosciuta. Pensò dovesse trattarsi di baahìano antico.
Al porto, al suo arrivo a Liòs, numerosi accattoni gli avevano parlato di pozioni e di unguenti dai poteri miracolosi, preparati dalle esperte donne del Sud.
Zahariste, così le avevano chiamate. Fu durante i primi giorni di permanenza al Sud, che apprese come quelle dovessero quel curioso nome al culto che professavano in quanto sorelle devote alla dea Zahar, dea della fertilità, dell'abbondanza, e ovviamente dell'amore.
In molte piazze erano esposte le iconografie e le statuette degli dei venerati dai sudisti, e Zahar era rappresentata con il corpo nudo di una donna in carne, dagli occhi neri come la pece.
Kovu si chiese se anche Noelia fosse una seguace di quel credo.Poi, il dolce e malinconico suono terminò e la giovane, come se avesse sentito sul suo corpo la pressione di uno sguardo estraneo, si voltò nella sua direzione.

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Servi della Nazione
FantasyLa storia di un soldato e di una danzatrice in un mondo lontano, dove la passione del desiderio che arde si scontra con la cruenta realtà del sangue. Kovu e Noelia. Nord e Sud. Guerra e Amore.