Capitolo 3

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Lunedì arriva troppo velocemente, e io non faccio nemmeno in tempo a riprendermi dalla montagna di eventi di questo weekend, che già mi ritrovo con il capo chino sulla scrivania del mio ufficio.
Il tempo fuori dall'edificio non dà segni di miglioramento da almeno tre giorni, e io, amante della pioggia, mi godo il ticchettio delle gocce d'acqua che si infrangono contro le vetrate esterne del grattacielo.

Ho appena finito la mia pausa pranzo, trascorsa nell'area comune insieme ai dipendenti per discutere alcune problematiche che vorremmo affrontare nell'assemblea che si terrà a breve. I problemi qui sono chiaramente tanti e vari, a partire dal fatto che il materiale a nostra disposizione è davvero poco aggiornato e, per stare al passo con la recente e lenta crescita degli ultimi mesi, avremmo bisogno di rimodernare le nostre tecnologie. Non tanto per me, che come già spiegato mi occupo di creare le reti di contatto, portare a termine i contratti e gestire l'esposizione della nostra azienda sui social, ma per coloro che si occupano di creare i progetti, fornire la merce e proporre i materiali.

Oggi Omar è particolarmente su di giri: ha deciso di voler annunciare la sua intenzione di chiedere una rinfrescata all'area d'attesa dei clienti, i quali secondo lui non sono attratti dalle pessime colorazioni dei muri, che vanno in contrasto con quelle delle poltrone. In poche parole, vorrebbe rinnovare un po' l'ambiente per cambiare ciò che ha intorno. È la terza volta che lo propone, e chissà se verrà rifiutato di nuovo come le volte precedenti.

Quando arrivo alla sala riunioni, è tutto come al solito: c'è questo lunghissimo tavolo di vetro al centro della stanza, circondato da tre pareti beige e una quarta completamente occupata dal panorama della balconata, che dà direttamente sul fiume. I posti a sedere sono parzialmente occupati, e così posso sedermi esattamente al centro, evitando un contatto diretto con il capo ma senza allontanarmi troppo, per non essere ignorata come chi siede più lontano. Sistemo davanti a me alcuni fascicoli, che mi serviranno per mostrare i progressi raggiunti su tutte le piattaforme e i numerosi contratti chiusi senza possibilità di rinegoziazione.

Poco dopo, tutte le sedie vengono occupate, e accanto a me si siede un Omar deciso e pronto a riverniciare tutto color "cappuccino", come lo chiama lui.

"Credo che ne vedremo delle belle." sghignazza all'orecchio, indicandomi con gli occhi Crystal Green.

Crystal è una donna di circa trent'anni, molto consapevole del suo bell'aspetto: infatti i suoi capelli dorati sono sempre raccolti in uno chignon impeccabile, tenuto su da forcine che di solito hanno un tenue color rosa. È solita vestire con eleganti tailleur, spezzati però da ballerine che non appaiono particolarmente comode. Il suo viso è semplice, credo usi solo un leggero trucco per coprire piccoli inestetismi, ma questo passa in secondo piano di fronte alla bellezza dei suoi grandi e ipnotici occhi azzurri. Sulle labbra porta un leggero gloss rossastro, che le dona un tocco di luce, soprattutto in corrispondenza del suo evidente arco di Cupido. La sua bocca sembra quasi avere la forma di un cuoricino, in qualche modo.

"Io sono dalla sua parte." rimprovero Omar, dispiaciuta per la mia collega.

Crystal è nel mirino di tutti da circa due settimane, poiché ha perso dei potenziali clienti olandesi. Si dice – o meglio, Linda dice – che abbia fatto trapelare atteggiamenti razzisti nei loro confronti, facendoli andare via indignati e a diffondere la voce della nostra poca professionalità. Non ci ho mai creduto, sinceramente, anche perché credo che l'avrebbero licenziata immediatamente. E poi, per le poche volte che ci ho parlato, mi è sempre sembrata una persona deliziosa.

Poi entra Mr. Russo, con la sua solita saccenza e arroganza. Prende posto, accennando appena un "buon pomeriggio", e inizia a tirare fuori dalla sua ventiquattr'ore dei fogli che sicuramente ci mostrerà a breve. Il suo viso è duro, come al solito, e la sua barba castana e ben curata rafforza l'idea della sua precisione: è perfettamente lineare da un lato all'altro, ritagliata intorno alle labbra sottili con estrema cura. Il suo fisico robusto è contenuto in un completo blu, che sembrerebbe di seta. Al polso luccica un orologio che, a mio parere, è così vistoso da stonare con l'eleganza dell'abito.

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