15. You Never Left My Heart

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Presente

Deva


«Ehi, ma che ti prende?» Monique mi guarda preoccupata, ci siamo messe d'accordo per andare fuori durante la pausa pranzo, lei si è messa a chiacchierare del suo ultimo appuntamento andato a male e io non ho fatto altro che guardarmi intorno. Alex è a qualche tavolo di distanza, quindi so di essere al sicuro. Ma il pensiero che qualcuno sappia il mio segreto mi manda fuori di testa!

«Come?» smetto di dondolare la gamba sotto il tavolo e cerco di darmi una calmata, devo sembrare una pazza.

«Sei distratta, hai ascoltato almeno una parola di quello che ho detto?»

Rilascio un lungo sospiro, sentendomi in colpa visto che non usciamo quasi mai insieme.
«Scusami, Monique, davvero. Ho la testa da un'altra parte... Qualcuno è entrato nel mio appartamento e mi ha rubato degli oggetti per me molto importanti e ora non riesco a concentrarmi su nient'altro!»

«Oh, mio Dio! Dici sul serio? Perché in mi hai detto niente? Cavolo, devi essere spaventata.»

Sì. Sì, sono spaventata da morire.

«Ma non parliamo di questo. Ti prego, continua a dirmi del tuo appuntamento.»
Devo insistere per convincerla a continuare e riusciamo, per fortuna, a finire il nostro pranzo anche con qualche risata.

Quando arriviamo in cassa litighiamo perché ognuno vuole offrire, ma la cameriera ci dice che è stato già tutto pagato. Un formicolio mi attraversa tutta la schiena, facendomi rabbrividire e quando ci indica chi è stato, la brutta sensazione che sentivo sotto pelle non sparisce.

«Signore. Quando vi ho viste non ho potuto farne a meno, delle belle ragazze come voi non dovrebbero mai pagare per il pranzo.»

«Signor Bower. Anche lei qui?» con la coda dell'occhio vedo Alexander avvicinarsi a noi e, lo sento come se fossi nel suo corpo, nemmeno a lui piace Matt.

«Non ci siamo presentati, Matt Bower, sono un cliente di Deva» allunga una mano verso Alex, il quale non distoglie gli occhi dai suoi, glaciale come solo lui riesce a essere e senza restituirgli la stretta di mano. La tensione si potrebbe tagliare con un coltello da burro. Matt sorride, per niente intimidito dall'atteggiamento della mia guardia del corpo e si rivolge di nuovo a me. «Deva, volevo giusto passare nel tuo ufficio per prendere un nuovo appuntamento. Sa', per vedere altri immobili e quant'altro.»

Metto in scena il mio sorriso più cordiale e gli dico che può venire quando vuole. A quel punto Monique si intromette, grazie al cielo, e inizia a provarci spudoratamente, toccandogli il braccio, scostandosi i capelli con una mano e ridendo alle sue frasi che non hanno nulla di comico.

«Questo tipo non mi convince. Mi sembra viscido» il sussurro di Alex mi arriva all'orecchio, facendomi contorcere lo stomaco. Averlo vicino a me tutto il giorno non è facile, ma da quando sono andata a vivere con lui è diventato un incubo. Nel senso che è il primo viso che vedo al mattino, sfiora le mie dita con le sue quando mi passa il caffè, ci scontriamo nel corridoio mentre lui esce dal bagno in una nuvola di vapore, pieno di goccioline e un misero asciugamano in vita. Sono avvolta dal suo profumo ventiquattro ore su ventiquattro e io non faccio altro che fare pensieri... Pensieri decisamente impuri, su di lui, su di noi, avvinghiati l'uno all'altro, in ogni superficie del suo appartamento. Lo sogno a occhi aperti e anche quando dormo, vivo in uno stato di eccitamento continuo. E mi vorrei pentire di tutto questo, vorrei sentirmi in colpa in qualche modo. Ma non è così.

Ho cercato di reprimere ogni sentimento che ho provato per lui in passato e anche adesso. Ma dopo il bacio che ci siamo dati, io... Mi sento sconvolta. Forse dovrei andare a confessarmi con padre Donovan e mi sentirei meglio. Forse.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 4 days ago ⏰

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