Neighbours~Vicini di casa

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Louis Tomlinson, rappresentante di una società dal fatturato annuo di più di venti milioni di dollari, viveva in uno dei quartieri più 'in' di Los Angeles. Aveva comperato, qualche anno prima, una grandissima casa indipendente di quattro piani. Così aveva voluto sua moglie, Odette: una casa bella e spaziosa per dare le numerose feste di rappresentanza che, secondo lei e la società, erano necessarie per tenere fedeli i clienti. Si sa, i finanziatori e gl' investitori vogliono aver conferma del successo della società non solo dai numeri. Servono macchine costose, abiti firmati e fiumi di champagne, preferibilmente quelle bottigliette in cristallo da 30'000 dollari di Dom Perignon, per convincerli ulteriormente.

Louis, peró, arrivato alla quinta festa infrasettimanale che Odette aveva deciso di organizzare, non ne poteva più. Erano mesi che succedeva cosí: cinque giorni su sette, casa sua era infestata da gente che non aveva mai visto e che, probabilmente, non avrebbe neanche mai più rivisto. Inizialmente la cosa lo esaltava, le feste gli piacevano e stare costantemente in smoking non gli dava tanto fastidio, ma in quel periodo stava davvero faticando a tenere il ritmo. Voleva starsene in pace, possibilmente da solo, senza dover continuamente sorridere e salutare persone. Già, perchè, quando non c'erano gli invitati a gironzolare per casa, sua moglie chiamava i propri genitori per i consueti 'pranzi in famiglia', consistenti di almeno sei portate, quattro diversi menù- così c'era più scelta- e montagne di piatti, piattini, calici, bicchieri, bichierini pronti ad essere messi in bella vista, lucidi e scintillanti, per impressionare gli ospiti, nonostante fossero una coppia di anziani non particolarmente attratti dal lusso che la figlia tentava di ostentare in ogni modo. Louis la lasciava fare, l'assecondava. Cos'altro poteva fare? Gliel'avevano assegnata i suoi genitori, qualche anno prima, perché 'è la ragazza perfetta per te! Sa tenere la casa, è di buona famiglia e non è interessata ai nostri soldi'. Louis era il rampollo di una famiglia piuttosto influente, potente e ricca. Tuttavia, era riuscito a creare il suo piccolo impero solo grazie al proprio lavoro. L'unica cosa che lo aveva spronato, era poter essere indipendente da quei genitori ingombranti che sembravano avergli già programmato anche la data del funerale.

Non ne poteva davvero più, di quella situazione, e durante quella festa, se ne rese conto pienamente. Mise in moto i neuroni, cercando una via di fuga per sparire senza dover dare spiegazioni. Uscire dalla porta principale sarebbe stato un suicidio: c'erano la contessina di non si sa quale città francese e suo marito appollaiati sulle poltroncine rococó appena dietro la porta per controllare chi entrasse e chi uscisse. Louis era quasi giunto alla conclusione che quei due fossero una specie di braccio destro di sua moglie e che lei li pagasse per rimanere lì in vedetta, per tutta la durata delle feste. C'erano sempre, ormai erano parte del mobilio.
Scappare da una finestra al piano terra sarebbe stato impossibile: c'erano le costosissime inferiate laccate in oro che Odette aveva messo nella loro lista di nozze.
Louis si guardò ancora intorno, non c'era via di fuga! Non poteva uscire dall'edificio senza essere visto. In giardino c'erano vari invitati, avrebbe potuto confondersi con loro e, lentamente, lasciare la festa, se solo non avesse indossato quel terrificante smoking rosso valentino- si vedeva più di un'insegna luminosa a notte fonda!- che Odette gli aveva fatto mettere per essere in tinta col proprio vestito. Forse era anche quello un modo per controllarne i movimenti... dal satellite lo avrebbero certamente scovato tra milioni di persone.
Louis corse sù per le scale, per sgattaiolare nel terrazzo sul tetto, ma... era pieno di gente anche quello! Certo, era appena iniziata l'estate, cosa si aspettava? Che gli invitati stessero tutti in casa, al caldo? No, meglio sentire la brezza notturna sul suo maledetto terrazzo!
Cominciava a mancargli davvero l'aria, forse era perché quella sera aveva deciso di non bere troppo, per rimanere lucido, almeno una sera alla settimana. Non era stata una buona idea. Odette dov'era? A mostrare la raffinata collezione di francobolli che teneva al terzo piano agli invitati, probabilmente. Louis avrebbe volentieri buttato nel barbecue quei francobolli, ma appartenevano al nonno di sua moglie, ed essendo un 'caro ricordo di famglia', non si potevano toccare.
Stava per arrendersi quando gli venne un'illuminazione. L'Illuminazione delle Illuminazioni! L'unico modo per sottrarsi agli schiamazzi dei presenti, agli esseri che girovagavano per casa sua: il bagno! Si sarebbe chiuso in bagno, avrebbe bloccato la serratura girando la chiave due volte e lì sarebbe rimasto per tutta la sera.
Così fece, e funzionó per davvero.
Quella fu la prima, di una numerosissima serie di volte che usò il bagno del primo piano come rifugio.
Col tempo, si munì di giornalini e giornaletti, per ammazzare il tempo, e di un bel paio di tappi per le orecchie, per ammazzare il rumore.
Ogni volta che se ne presentava il bisogno, trovava una scusa e lasciava tutti per andare al bagno. Tutti sapevano che passasse le sue giornate in bagno, sua moglie aveva iniziato a pensare che avesse problemi di salute, ed invece Louis non era mai stato meglio.
Correva in bagno, chiudeva la porta, apriva l'ampia finestra che dava sulla piccola villetta dei vicini di casa, che non aveva neanche mai visto, chiudeva la tavoletta del wc e ci si sedeva sopra, tirando un sospiro di sollievo. Finalmente in pace! Seppure fosse nella stanza considerata piú 'umile' della casa, lì, lui si sentiva veramente a casa. Era il suo piccolo paradiso, il suo squarcio di tranquillità, il suo nido e rifugio, la sua tana.
Leggeva. Leggeva tutti i libri che avrebbe voluto leggere tanti anni prima.
E, guardando le immagini dei giornalini sulla vela, sognava di andarci, un giorno, su una barca a vela o a remi, e di guidarla lui stesso, magari. Già, perché lo yacht, comprato per consolidare ulteriormente la propria immagine, non poteva guidarlo lui. C'era già quel Capitano che gli stava anche piuttosto antipatico... che lo guidava al posto suo. 'Louis che fai? Non vorrai farci affondare! Non toccare i comandi della barca, non sai fare!', così gli ripetevano, come un mantra, il Capitano e la moglie. E lui, invece, aveva sudato- e speso un bel po'- per prendersi la patente nautica!

 Larry Stylinson One Shots ( Neighbours/Worktrip/Brooklyn baby.. e altre)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora