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Trigger Warning
Contenuto esplicito
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«Prima volta?» domandò Joel, strofinandosi la punta del naso, arrossata dal freddo. Le mani sottili spuntavano appena dalle maniche, che gli coprivano i palmi. Ritirò anche le dita, sfuggendo alla morsa del gelo, e si strinse nel suo blazer firmato, che lo vestiva abbondantemente.
Sotto la giacca, il pantalone di velluto a costine sottolineava il suo punto vita e i fianchi stretti, scendeva dritto sulle gambe magre e lunghe, slanciava la sua figura, e gli lasciava scoperte le caviglie ossute, nude sopra a un paio di immacolate sneakers Balenciaga.
Se era vero che eravamo simili, era anche vero che una sola delle sue scarpe costava quanto tutta la robaccia che io mi ero messo addosso, giacca fortunata compresa.
«Si nota tanto?» Trassi un'altra boccata di fumo dalla sigaretta. La trattenni, la soffiai fuori lentamente, buttando fuori insieme al fumo tutta la tensione che avevo accumulato. Mi sentivo i suoi occhi addosso.
«Stai tremando. Cos'è successo?»
«Ho pestato uno.» risposi a bruciapelo. «Credo... che potrei avergli spaccato il naso.»
«Se lo meritava?»
«Non lo so. Non sono sicuro.» Chiusi gli occhi e mi massaggiai le tempie, la sigaretta stretta tra le labbra mentre un fastidioso fischio nelle orecchie mi dava il tormento. «Cristo... passerò dei guai, lo so.»
«Sereno, verginello. Ho visto molto peggio di nasi spaccati, fidati.»
«Ho lasciato dentro Celeste...» Non stavo parlando con lui, stavo rimproverando me stesso, adesso. L'avevo lasciata tra le luride mani dei suoi aggressori. Sarebbe stata bene? Me lo chiesi ricordando il suo viso rigato da quelle pesanti lacrime che io avevo provocato. Magari Celeste non aveva bisogno di me, dopotutto.
«Conosci Celeste?»
Bella domanda. «La conoscevo, ma eravamo piccoli.» Passato imperfetto. Ero sicuro di conoscerla, ma adesso non ne ero tanto sicuro. Anzi, mi sembrava di non conoscerla affatto. Di sicuro non riuscivo a capirla. «Tu la conosci?»
«La conosciamo tutti, da queste parti. Ha una certa fama, se capisci cosa intendo.» Le sue labbra sottili si piegarono in un sorrisetto vizioso, che non ricambiai. Joel sospirò, buttando fuori il fumo nello stesso momento. «Mi dispiace. Si cambia, sai?»
«Lo so. Ho notato.»
«Non prendertela. Siamo tutti terribili in questo posto, ciascuno a modo suo. Celeste è terribile, tu sei terribile, io sono terribile, quello che hai pestato probabilmente è terribile. Dopotutto la regina invita solo persone tremende.» continuò nascondendo un mezzo sorriso provocatorio dietro la punta delle dita, tra cui si rigirava quello che rimaneva della sua sigaretta. «Sbaglio?»
Soffiai fuori tutto il fumo che avevo trattenuto nei polmoni, e distolsi lo sguardo da Joel, rivolgendolo alle luci lontane di Roma, piccole ballerine luminose nei miei occhi lucidi. «Non sbagli.»
Joel mi si avvicinò, i gomiti appoggiati alla ringhiera e una vivace scintilla d'indiscrezione negli occhi assottigliati in un sorriso furbo, da felino. «Allora dimmi... tu in che modo sei terribile, Ludovico?» Suonava come l'ingenua domanda di un bambino, la stessa inopportuna innocenza nella voce flautata. «Sono curioso.»
Sentii un terremoto nel petto, quando mi rivolse quel sorriso tagliente, e le parole uscirono quasi da sole dalla mia bocca, come se lui sapesse esattamente come strapparmele fuori. «Io... seguo Celeste. Da mesi, ormai. Dappertutto. Sono ossessionato da lei.»
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𝐁𝐄𝐄𝐇𝐈𝐕𝐄
Lãng mạn🔞 [𝐈𝐍 𝐂𝐎𝐑𝐒𝐎] «𝑀𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎𝑚𝑖 𝑖 𝑑𝑒𝑛𝑡𝑖, 𝑐𝑎𝑛𝑒 𝑟𝑎𝑏𝑏𝑖𝑜𝑠𝑜. 𝑀𝑜𝑠𝑡𝑟𝑎𝑚𝑖 𝑖𝑙 𝑚𝑜𝑚𝑒𝑛𝑡𝑜 𝑖𝑙 𝑐𝑢𝑖 𝑠𝑚𝑒𝑡𝑡𝑖 𝑑𝑖 𝑒𝑠𝑠𝑒𝑟𝑒 𝑢𝑚𝑎𝑛𝑜.» *** Sono passati dodici anni dall'omicidio di Villa Alveare, un caso irriso...