𝐏𝐑𝐎𝐋𝐎𝐆𝐎

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Joel esce dal penitenziario di Rebibbia con le mani seppellite nelle tasche della giacca di denim e un sorriso da bambino, carico insieme di innocenza e malizia. Il vento soffia tra i suoi capelli biondi mentre percorre il marciapiede pieno di sputi con la schiena dritta, la testa alta e il passo fiero, come una diva alla prima del suo nuovo campione d'incassi.

Seduto alla guida della vecchia Opel Corsa di mio fratello, stringo le mani sul volante mentre lo guardo avvicinarsi alla vettura, e vorrei solo mettere in moto e premere l'acceleratore fino in fondo, ma non posso. Non posso scappare proprio adesso. Non dopo tutto quello che ho passato.

Si passa la lingua sulle labbra sottili, Joel, che si schiudono su quel bianchissimo sorriso da squalo, mi viene da pensare, e il suo naso si arriccia in quel modo adorabile che mi aveva sorpreso, o piuttosto ingannato, la prima volta che lo avevo visto.

Adesso lo conosco, e so che nascondere la sua cattiveria è la cosa che gli riesce meglio in assoluto. So che è bravo a osservare gli altri e a comportarsi come fanno gli esseri umani, ma so anche che umano non lo è.

Metto in moto. Inserisco la prima, e mi accorgo che mi tremano le mani, che mi fa male la pancia, che tutto il mio corpo sta gridando basta. «Ci siamo quasi.» rispondo di rimando, sottovoce, nel vano tentativo di metterlo a tacere. Sto sudando freddo e sono a un passo da un attacco di panico, ma non posso farglielo vedere, e faccio un respiro profondo imponendomi di comportarmi normalmente. Eppure sussulto quando sento la portiera aprirsi.

Joel si lascia cadere sul sedile con un sospiro teatralmente esausto. «Grazie del passaggio.»

«Dove ti porto?» domando cercando di non sembrare troppo rigido.

«Casa.» risponde come se quella parola avesse un sapore amaro nella sua bocca, come se nominare quel luogo bastasse a riportare a galla un ricordo sgradito. «Celeste ha confessato. Sono pulito.» Come se uno come lui potesse esserlo davvero.

Le sue labbra sottili si tendono in un sorriso pallido mentre si stiracchia come un gatto pigro e viziato, e con la mano sinistra raggiunge la mia nuca. «Una bella fortuna, devo dire. Ho scoperto che l'arancione mortifica il mio incarnato.»

Sento i peli drizzarsi lungo tutta la colonna vertebrale mentre le sue dita si immergono nella mia chioma ribelle. «Non è ironico che i miei non abbiano alzato il loro culo pesante nemmeno in onore della mia scarcerazione? Non si smentiscono mai, vero?» domanda mentre mi accarezza lentamente i capelli, massaggiando la cute con un gesto distratto.

Faccio manovra, mi immetto in corsia, e abbasso l'aletta parasole, perché il vento ha spazzato via tutte le nuvole della notte scorsa. La notte scorsa. Dio, non posso credere di averlo fatto. A volte sembra tanto surreale da convincermi per un secondo che sia stato solo un brutto sogno.

Invece no

Il corpo... mi sembra di ricordarne perfettamente il peso, e il rumore sordo che ha fatto all'impatto con l'acqua, prima di sprofondare nel Tevere.

«Che cosa succederà adesso?» domando, e per quanto stia provando a non lasciar trasparire alcuna emozione, la mia voce trema come quella di un ragazzino spaventato.

«Sei preoccupato?» Joel mi guarda come se gli facessi tenerezza. «Non succederà niente. Devi solo continuare a raccontare la stessa versione ai prossimi interrogatori. Ci riesci, vero?» domanda con premura, e io annuisco lentamente, perché non ho scelta. «Ti ho detto che ti puoi fidare di me. Ho tutto sotto controllo.»

Come sempre.

«Io mi fido di te.» mormoro senza più riuscire a trattenere nemmeno il tremore delle mie mani. Stringo le labbra, e maledizione, sento che mi si sta appannando la vista. «Ma tu...» Calmati. Mi costringo a ricacciare indietro le lacrime. «Tu ti fidi di me?»

Succede una cosa rara. Il suo sguardo si raddolcisce, come non capita quasi mai, posa la mano sulla mia, sulla leva del cambio, e io capisco che quella è la mia ultima chance. Ho gli occhi fermi sull'asfalto di fronte a me, e so che non posso vacillare nemmeno per un secondo.

«Sei l'unico di cui mi fido, Ludo.»

Sono pronto.

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Ciao apette! 

Grazie per avere iniziato la lettura di Beehive. ♡ Spero di avervi rese curiose con questo prologo. Ci sono tante domande che troveranno risposta solo facendo un bel salto indietro nel tempo e scoprendo poco a poco questa storia.

Se vorrete continuare, vi invito a lasciare stelline e qualche commento per aiutarmi a crescere e farmi sapere cosa ne pensate della lettura. Aggiungete Beehive alla vostra biblioteca per non mancare i prossimi capitoli e seguitemi qui su Wattpad per non perdervi le prossime pubblicazioni. Gli aggiornamenti arriveranno *quando capita*, ma cercherò di farvi avere presto i primi due capitoli, che ho premura di presentarvi i miei tre bambini indemoniati.

Per aggiornamenti, domande, chiacchiere e contenuti aggiuntivi mi trovate anche su Instagram come @nadiacapinera e su Tiktok con la stessa user. Vi lascio i link nei commenti subito sotto. Un abbraccio!

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