Angel
Ormai era giunta la mattina, lo sapevo bene, ma nulla al mondo mi avrebbe convinto ad alzarmi. Non in quel momento.
Me ne stavo tranquillamente sdraiato a letto, accoccolato tra le braccia morbide e calde di Husk.
Gli occhi appena socchiusi, il capo poggiato al suo petto, facendomi cullare dal suono profondo e confortante delle sue fusa.Ognuno di noi possedeva una propria stanza, ma le lunghe notti passate a parlare e riavvicinarci ci avevano portato, pian piano, a prendere l'abitudine di usare la mia camera.
Era stato strano riscoprire ogni piccola abitudine e familiarità in quel posto quasi dimenticato. Il fatto che questo valesse per entrambi mi aiutava a sentirmi meglio, meno a disagio in ogni mio gesto.Husk era comprensivo, sincero.
Non c'era nulla di sporco o squallido nei suoi occhi, quando posava lo sguardo su di me. Nel suo tocco riuscivo a leggere la dolcezza e la passione, non il possesso e la violenza a cui ero stato abituato.
Ancora faticavo a credere che, davvero, potesse esserci qualcosa d'altro per me.
Stentavo a credere che qualcuno potesse vedere in me qualcosa di buono, che non fosse quell'oggetto, rotto ma sfruttabile, che con il tempo ero purtroppo diventato.Mi strinsi ancora di più su quel corpo caldo e accogliente.
Ero felice. Per la prima volta da molto tempo, credevo davvero di poter vivere in pace. Anche se solo per poco, come in un sogno perfetto, volevo godermi quella serenità a me finalmente concessa.
Ma evidentemente mi sbagliavo di grosso.Qualcosa, o meglio qualcuno, balzò sul letto con un gridolino, interrompendo la calma e l'intimità che si erano create.
Husk, dallo spavento, cadde dal letto. Con il pelo ancora dritto, fissava Niffty saltellare pacifica accanto a noi.
- Ma da dove cazzo è sbucata?- Pensai, ripescando le lenzuola trascinare a terra dal gattone.
" Quanto disordine, sembra sia scoppiata una bomba qui dentro" Esclamò la piccoletta, guardandosi attorno con sguardo bramoso. Da settimane mi chiedeva, disperatamente, il permesso per entrare a pulire, ma l'ultima cosa che volevo erano le sue manine sulle mie cose.Le sorrisi ammiccante, cercando di distrarla e farle dimenticare lo stato disastroso in cui versava la stanza.
- Tanto sono sicuro che troverà il modo di entrare prima o poi-
Mi misi più comodo, dopo aver aiutato il micione a risalire.
" Beh, una bomba c'è davvero qui dentro, o almeno c'era prima di cadere dal letto" Husk, con un grugnito, mi tirò una cuscinata in faccia, diviso tra l'imbarazzo e l'orgoglio.
Naturalmente la piccola non capì a cosa io mi riferissi.
" Charlie vuole vederci tutti nel salone. È tanto preoccupata" Riferì continuando a saltare sul letto come una bimba iperattiva.All'improvviso, come aveva cominciato, si fermò. Il visetto concentrato e pensieroso. Si girò verso Husk fissandolo in modo, forse, troppo insistente, con quel suo unico occhio profondo e vuoto.
" Cos'era quel rumore che facevi prima? Sembrava ci fosse un trattore sotto il letto" Il gattone, che aveva cominciato a preoccuparsi per il brusco cambiamento di umore di Niffty, buttò la ciclope giù dal letto con un insulto." Niff" La chiamai, fermandola prima che schizzasse fuori dalla stanza, offesa. " Vai pure di sotto. Ci penso io ad avvisare Angie e Sam" Niffty annuii energicamente per poi sparire ridendo.
Era incredibile come dimenticasse tutto in pochi secondi, tornando la piccola schizzata di sempre.Husk mi guardò preoccupato.
Sapevamo entrambi che gli ultimi eventi avrebbero portato gravi ripercussioni. Conseguenze disastrose su di noi, sull'hotel ma anche sull'intera gerarchia infernale. Se un peccatore si poteva ribellare, arrivando a far punire il proprio padrone, il gruppo degli Overlord sarebbe potuto cadere.
Con un solo gesto, fatto per pura sopravvivenza, avremmo potuto esserci inamicati gli esseri più potenti tra tutti i dannati." Io ti aspetto giù" Disse Husk dirigendosi verso la porta, dopo essersi vestito in silenzio.
Con un ultimo sguardo uscì, lasciandomi solo con il mio compito da eseguire. Sapeva che quella era una cosa che dovevo fare da solo, capiva quando lasciarmi i miei spazi e di questo gliene ero molto grato.
Mi alzai, stirando le lunghe braccia.
STAI LEGGENDO
Angels in the Darkness
Fiksi PenggemarSeguito di Two Angels in Hell. Angel Dust è riuscito finalmente a tornare all' Hazbin hotel. Con l'aiuto di Angie, ha ritrovato la memoria e tutti i suoi amici, riuscendo a mettere momentaneamente fuori gioco Valentino. Ma ora? Ogni azione ha delle...