La stanza della centrale era silenziosa, l'atmosfera tesa. Ero seduto con le mani legate, il viso serio e risoluto, mentre Giulia esponeva le sue tesi davanti ai colleghi, che ascoltavano con attenzione
-Sono convinta- parlava Giulia -che Luca abbia partecipato attivamente agli omicidi nel villaggio. Abbiamo una chiamata da Matteo Calimero in cui ammette di aver portato Luca all'ospedale e di averlo coperto. Luca era in coma etilico, sì, probabilmente era ubriaco, ma l'incidente che ha avuto non era dovuto solo all'alcol. Le prove suggeriscono che stava fuggendo da una scena del crimine-
Un mormorio percorse la stanza. Giulia continuò, mostrando alcune foto -Questi sono i corpi trovati nel villaggio. Il modus operandi è coerente con la dinamica degli omicidi in cui Luca è coinvolto. Inoltre, il tempo dell'incidente coincide con il momento in cui Matteo afferma di averlo trovato-
Sentivo gli sguardi degli altri agenti su di me, increduli e scioccati. Ero un rinomato detective, il migliore nel mio campo, e ora ero seduto lì, accusato di crimini atroci.
Marco, il capitano della squadra, intervenne -Luca, hai diritto a un avvocato. Questo caso può andare in tribunale-
Mi alzai, guardando Marco negli occhi -Non ho bisogno di un avvocato!- dissi con determinazione -Mi difenderò da solo, perché sono innocente. Non ricordo niente del villaggio o di Matteo. Non so perché mi accusa, ma so di non aver commesso quegli omicidi!-
Giulia mi fissava con una miscela di rabbia e delusione -Luca, le prove sono schiaccianti. Non puoi pensare di cavartela da solo-
-Prove?! Sono innocente!- ribattei con forza -E lo dimostrerò, qualunque cosa sia successa troverò la verità e la porterò alla luce-
L'atmosfera nella stanza era elettrica, mentre tutti aspettavano di vedere come si sarebbe evoluta la situazione. La mia battaglia per la verità era appena iniziata.Erano passate ore.
L'aula del tribunale era gremita. La tensione nell'aria era palpabile mentre mi sedevo al banco degli imputati. I giurati mi fissavano, cercando di valutare ogni mia espressione, ogni mio gesto. Di fronte a me, Giulia, con la sua determinazione di ferro, era pronta a presentare il caso contro di me.
Il giudice entrò e tutti si alzarono. Dopo le formalità, Giulia iniziò la sua presentazione -Signore e signori della giuria, oggi dimostreremo che Luca Colombo ha partecipato a crimini orribili nel villaggio. Le prove sono inconfutabili-
Prese una pausa, guardando i giurati uno per uno -Abbiamo una registrazione di una chiamata con Matteo Calimero che conferma la presenza di Luca sulla scena del crimine. Abbiamo foto e testimonianze che collegano direttamente Luca agli omicidi-
Sentivo il peso delle sue parole, ma mantenni il mio sguardo fisso su di lei, determinato a difendermi. Mostrò tutte le prove contro di me una ad una. Quando fu il mio turno di parlare, mi alzai lentamente e mi rivolsi alla giuria.
-Signore e signori della giuria- iniziai, -sono qui per dimostrare la mia innocenza. Non nego che ci siano prove che sembrano incriminarmi, ma vi assicuro che non ricordo nulla degli eventi di cui sono accusato. Sono stato in coma etilico e non posso aver commesso nulla in quello stato!-
-Obiezione, vostro onore- dichiarò Giulia, alzandosi -i giorni in cui sono morte le vittime e l'incidente con l'auto sono prima del suo coma-
-Obiezione accolta- affermò il giudice
Guardai la giuria negli occhi, cercando di trasmettere la mia sincerità -La verità è che qualcuno sta cercando di incastrarmi. Ho dedicato la mia vita a proteggere le persone e a cercare giustizia. Non ho commesso questi crimini e farò tutto il possibile per dimostrare la mia innocenza-
Giulia riprese la parola, evidenziando ogni prova con precisione chirurgica. Le sue argomentazioni erano forti, ma io continuai a sostenere la mia posizione, mettendo in discussione la validità delle prove e suggerendo che erano state manipolate.
L'aula del tribunale era ancora più silenziosa mentre Giulia chiamava il suo testimone -Signore e signori della giuria- annunciò con voce decisa -chiamo a testimoniare Matteo Calimero-
L'aria si fece pesante quando le porte si aprirono e Matteo entrò, ammanettato e scortato da due agenti. I giurati lo osservavano con curiosità e un certo disagio. Matteo appariva stanco e provato, ma nei suoi occhi c'era una scintilla di determinazione.
Giulia si avvicinò al banco dei testimoni. -Matteo, puoi raccontare alla corte cosa è successo nel villaggio?-
Matteo sospirò, prendendosi un momento per raccogliere i pensieri -Io... io e Luca ci conosciamo da anni. Ero lì quando tutto è successo. Luca era fuori controllo quella notte. Aveva bevuto troppo e... e qualcosa è scattato in lui-
Sentii un brivido percorrermi la schiena. Era chiaro che Matteo aveva intenzione di seguire la narrazione di Giulia. Mi sforzai di mantenere la calma mentre ascoltavo.
-Era in uno stato confusionale- continuò Matteo -Ricordo di aver cercato di calmarlo, ma era come se non mi riconoscesse. Ha... ha fatto cose terribili. Ero spaventato e non sapevo cosa fare. Alla fine, ho deciso di coprirlo e portarlo in ospedale, sperando che potesse ricevere aiuto-
Giulia annuì -Hai mai visto Luca commettere questi crimini direttamente?-
Matteo abbassò lo sguardo, le mani tremanti -No... non direttamente. Ma so quello che succeso e sto cercando di fare la cosa giusta-
Mi rivolsi alla giuria, la mia voce ferma. -Signore e signori della giuria, Matteo è chiaramente sotto pressione. Non ricorda con precisione e le sue parole sono influenzate. Ho dedicato la mia vita alla giustizia e non mi fermo davanti a queste accuse infondate-
Giulia tornò alla carica, sfruttando ogni frammento di prova -Matteo, perché hai deciso di coprire Luca?-
Matteo deglutì, poi rispose -Era mio amico! Pensavo che potesse essere salvato, che fosse solo un errore. Ma ora capisco che devo affrontare la verità-
L'aula era immersa in un silenzio teso. Sapevo che questa testimonianza era cruciale, e mi preparai a controbattere con tutto quello che avevo. Il destino della mia vita era in bilico, e non avrei lasciato che una menzogna la distruggesse.
-Vostro onore- dissi con fermezza -è chiaro che Matteo sia sotto pressione. Le prove non possono essere considerate senza ombra di dubbio. Vi prego di valutare attentamente ogni parola e ogni dettaglio. La mia innocenza sarà dimostrata!-
La giuria era attenta, la tensione nell'aria palpabile. La mia battaglia per la verità continuava, e avrei combattuto fino all'ultimo respiro per dimostrare la mia innocenza.
Giulia si avvicinò al banco dei testimoni, il suo sguardo fisso su Matteo -Hai detto di aver visto Luca quella notte, Matteo. Ma hai qualche prova concreta a sostegno della tua testimonianza?-
Matteo esitò per un istante, guardando il giudice e poi la giuria -Sì- disse infine -Ho una registrazione-
Un mormorio attraversò l'aula, e io sentii il cuore accelerare. La tensione si fece insostenibile -Una registrazione?- domandò Giulia, con voce carica di aspettative.
Matteo annuì -Quella notte, quando l'ho visto da lontano, mi sono insospettito. Aveva dei guanti sporchi di rosso, come se ci fosse sangue. Era agitato, si guardava intorno nervosamente. Non sapevo cosa stesse succedendo, ma... ho deciso di registrare ciò che diceva. Pensavo potesse servire, se fosse successo qualcosa-
Le sue parole mi fecero gelare il sangue. Cercai di mascherare la mia agitazione, ma era difficile ignorare il peso crescente delle accuse.
Giulia si voltò verso il giudice -Vostro onore, vorrei presentare questa registrazione come prova- Il giudice annuì, e Matteo prese il suo telefono, selezionando il file e alzando il volume.
L'aula si fece ancora più silenziosa quando Matteo avviò la registrazione. Subito, una voce agitata e tremante riempì la stanza. Era la mia voce.
-Matteo! M...Matteo!- il respiro affannato e lo sbiascicare si percepivano -Le...le ho uccise...non... non volevo!- si sentiva chiaramente, accompagnata da respiri spezzati -Ma era giusto così... era giusto così! Mi guardavano con odio! Mi...mi giudicavano!!-
Ogni parola era una lama che mi perforava il petto. Un'ondata di emozione attraversò l'aula: shock, incredulità, disgusto. Sentivo gli occhi della giuria e dei presenti puntati su di me, come se fossi già stato giudicato colpevole.
-Questa è chiaramente la voce di Luca Colombo- affermò Giulia con fermezza, guardando la giuria -Queste sono le sue stesse parole, la sua confessione-
Presi un profondo respiro, sapendo che questa prova mi metteva all'angolo. Ma dovevo reagire -Non ricordo di aver detto quelle parole- dichiarai con voce forte, alzandomi in piedi -Se le ho dette, ero in uno stato confusionale, o peggio, qualcuno ha manipolato quella registrazione!-
-Le sue giustificazioni non reggono- incalzò Giulia -Luca, queste sono le tue stesse parole. Come puoi negare l'evidenza?-
L'aula era immersa in una tensione palpabile, mentre la battaglia legale raggiungeva il suo apice. Ma io non avevo intenzione di arrendermi. Non ancora.
Il giudice si schiarì la voce, la sua espressione solenne mentre osservava l'aula -La corte si prenderà del tempo per confermare la veridicità delle prove presentate. Riprenderemo domani pomeriggio alle 18. L'udienza è aggiornata-
Detto ciò, il giudice alzò il martello e lo sbatté sul banco con un colpo secco, sancendo la fine della giornata.
Un mormorio riempì l'aula mentre la gente si alzava dai banchi, iniziando a uscire. Potevo sentire i commenti sussurrati alle mie spalle: giudizi, condanne non dette, e dubbi che si mescolavano all'incredulità.
Restai immobile al mio posto, osservando il caos che lentamente prendeva forma attorno a me. Marco si avvicinò, il suo volto teso e privo di emozioni -Luca, è meglio che torni in centrale. Non possiamo rischiare che tu stia senza sorveglianza-
Non dissi nulla. Mi alzai lentamente, fissando il vuoto davanti a me. Mi sentivo intrappolato, non solo nelle accuse, ma in una rete di eventi che sembravano sfuggirmi.
Giulia passò accanto a me senza una parola, ma il suo sguardo fu eloquente. Non c'era traccia di compassione, solo una determinazione ferrea nel portare a termine il caso.
Matteo fu scortato fuori, ancora in manette, ma prima di andarsene si voltò verso di me. Per un istante, i suoi occhi sembrarono esitare, quasi come se stesse per dire qualcosa. Ma non lo fece. Un attimo dopo era già oltre la porta, lasciandomi con un groviglio di domande e sospetti.
La mia mente era in tumulto. Se quella voce era davvero mia, come potevo non ricordare? Era possibile che l'alcol o il trauma mi avessero davvero portato a dimenticare tutto quello che fosse collegato al crimine? Il villaggio, le vittime e addirittura Matteo. Oppure qualcuno aveva orchestrato tutto questo, usando ogni mezzo per distruggermi? Queste domande avranno una risposta solo domani-
-Luca, andiamo- mi richiamò Marco con tono deciso. Mi girai verso di lui, annuendo senza dire nulla. La battaglia era tutt'altro che finita.
Il giorno dopo, alle 18 in punto, l'aula del tribunale era nuovamente gremita. Il giudice entrò con la stessa solennità del giorno precedente. Tutti si alzarono in silenzio, l'aria tesa e carica di aspettativa.
-Possiamo procedere- annunciò il giudice dopo essersi seduto, osservando l'aula. -La corte ha esaminato le prove, incluse le testimonianze e la registrazione audio presentata dalla pubblica accusa-
Mi sedetti rigido al banco degli imputati, cercando di mantenere la calma. Il mio respiro era pesante, ma lo nascondevo, fissando il giudice con determinazione.
-Dopo un'attenta valutazione, riteniamo che le prove...- attese qualche istante, sembrava un'eternità, prima di continuare -...siano autentiche e sufficientemente schiaccianti da confermare la partecipazione attiva dell'imputato, Luca Colombo, ai crimini avvenuti nel villaggio-
Un mormorio percorse l'aula, ma il giudice sollevò una mano per richiamare il silenzio.
-La corte dichiara Luca Colombo colpevole per gli omicidi di cui è accusato. La sentenza definitiva sarà emessa nei prossimi giorni, ma vista la gravità dei crimini, si prevede l'ergastolo-
Quelle parole mi colpirono come un pugno nello stomaco. Mi sentii mancare l'aria, ma non abbassai lo sguardo. Non potevo crederci. Io, un detective, accusato di crimini che non ricordavo nemmeno di aver commesso.
Giulia, dal lato opposto dell'aula, mi fissava con uno sguardo che sembrava trionfante, ma nei suoi occhi intravidi anche una strana nota di tristezza. Marco abbassò il capo, evitando il mio sguardo.
-L'udienza è conclusa- dichiarò il giudice, battendo il martello per l'ultima volta.
Mentre venivo scortato fuori, un pensiero mi tormentava: ero davvero capace di spingermi così tanto in là?Quel pensiero mi aggrovigliava la mente ogni giorno da quello.
Mi diedero l'ergastolo e sapevo che non avrei potuto neanche redimermi, provare a cambiare ciò che era dentro di me, ma almeno, per fortuna, una cosa era dannatamente certa, in quella fredda cella per il resto della mia vita avrei smesso definitivamente di bere.Fine

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Gone Shadows
Mystère / ThrillerIl Detective è appena uscito da un coma etilico, ma nemmeno quello può fermarlo. Il nuovo caso lo attira come una calamita e ora dovrà indagare sulla misteriosa scomparsa di alcuni abitanti di un piccolo villaggio di abitanti riservati