Stuttering Girl

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Dentro queste quattro mura strette mi sento soffocare, il tempo sembra scorrere più lento del previsto, e non riesco a fermare l'incessante tremolio della mia gamba. Inizio a contare mentalmente i minuti che mi separano dalla fine della lezione e l'inizio dell'intervallo, così posso scappare da questo buco e andare fuori in cortile a prendere una boccata d'aria.

Alzo il cappuccio della mia felpa, rigorosamente nera, e poggio la testa al muro accanto a me.

Essere da soli, nell'ultimo banco all'angolo, è una delle cose che più mi piace della scuola. Da qui puoi essere tutti o nessuno, neanche i professori sembrano accorgersi della tua presenza, o quasi.

La mia supposizione va in frantumi quando i miei occhi incrociano quelli dell'insegnante, e ciò che dice dopo, è semplicemente la mia fine.

"Leggi il primo paragrafo della pagina", questo è ciò che mi ordina.

Panico. Solo questo percepisco.

L'ansia mi attanaglia la gola e un nodo mi stringe lo stomaco.

Per chiunque leggere ad alta voce in classe è una cosa da niente. Peccato che io non faccia parte di quella categoria di persone. Per una come me, leggere davanti agli occhi giudicanti dei compagni, è un incubo. Per una come me, che soffre di balbuzie dall'età di sei anni, è diverso.

La mia mente è annebbiata, e riesco solo a sentire il mio nome che viene ripetuto altre due volte. Non ho vie di scampo.

Guardo il libro davanti a me, le parole sono banali gruppi di lettere messi insieme, e la mia voce si sparge per tutta l'aula, ma arrivo a fatica alla fine della prima frase. Tremo e non riesco a respirare come vorrei. Cerco di calmarmi dilatando le narici, ma fallisco e inizio a balbettare.

Continuo a ripetere l'iniziale di ogni parola prima di riuscire a pronunciarla, mentre certe volte mi blocco totalmente, non ho più aria nei polmoni e devo fermarmi per almeno tre secondi prima di andare avanti.

Gli occhi dei miei compagni sono puntati su di me, però manca ancora troppo a fine del paragrafo, e faccio l'unica cosa che mi sembra una via d'uscita. <<Scusi prof, faccia leggere qualcun altro>> dico interrompendomi bruscamente.

Passano alcuni secondi di silenzio totale, finché qualcuno non scoppia a ridere, un brusio si diffonde in sottofondo, mentre io vorrei solo scappare via da qui.

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<<Leggi il primo paragrafo della pagina>> ordino alla studentessa in ultima fila e che vedo distratta da inizio lezione.

Questa pare non avermi sentito, visto che continua a fissare un punto nel vuoto, allora ripeto ancora il suo nome. Solo ora sembra capire che mi sto rivolgendo proprio a lei.

Alza lo sguardo e spalanca gli occhi. Sembra terrorizzata dal voler leggere, e pochi secondi dopo, ne ho la conferma. La sua voce è insicura, prima velocizza la lettura e poi la rallenta, dopodiché si ferma di colpo e si prende un po' di tempo prima di procedere.

Ripete le iniziali delle parole, si blocca soprattutto sulle r e sulle p e continua a scuotere il piede. E' chiaramente in preda all'ansia.

'Balbetta', è questa la conclusione a cui giungo, e mi sento in colpa io, per averla messa in questa sgradevole situazione. Ora capisco perché si isola dagli altri, perché sta sempre sola.

Non vuole mostrare la sua insicurezza più grande, e io ho appena mandato in fumo i suoi piani.

A riportarmi con i piedi per terra è di nuovo la sua voce, questa volta più decisa, che mi chiede di far leggere qualcun altro.

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