𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝟓

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A volte, scoprire la verità è il primo passo verso una paura che non avevamo mai immaginato

Marcus mi strattonò per il braccio, cercando di trascinarmi indietro lungo il tunnel. «Layla, dobbiamo andare!» La sua voce era urgente, ma io non riuscivo a staccare gli occhi dalla porta.

Il coro di sussurri si era affievolito, ma il loro eco mi risuonava ancora nelle orecchie. Sentivo il richiamo, una promessa velata che non riuscivo a ignorare. La mia mente era divisa a metà: una parte urlava di seguire Marcus, di scappare, mentre l'altra era come incatenata a quel sigillo, affamata di sapere cosa celasse.

«Non possiamo lasciare tutto così,» dissi, la mia voce tremante ma determinata.

«Non possiamo restare!» ribatté Marcus, con un'espressione più spaventata che mai. «Hai visto anche tu quella... cosa. Qualunque sia la sua natura, ci stava avvertendo. È un guardiano, e non vuole che proseguiamo.»

Feci un passo indietro, come se le sue parole avessero finalmente rotto l'incantesimo. «Se è un guardiano, allora sta proteggendo qualcosa. E se il Culto di Apep trova questo posto prima di noi?»

Marcus scosse la testa, gli occhi pieni di tormento. «Non siamo pronti, Layla. Nessuno di noi lo è. Nemmeno io.»

Il suono improvviso di pietre che rotolavano ci fece sobbalzare entrambi. Marcus puntò la lanterna verso il tunnel, il fascio di luce che tremava contro le pareti. Un'ombra si mosse in lontananza.

«Zane!» chiamai, ma più per sospetto che per istinto.

Quando la figura si avvicinò, i miei timori furono confermati. Era lui. Le sue mani erano infilate nelle tasche e il viso era indifferente, ma nei suoi occhi c'era una scintilla che non mi piaceva.

«Avete trovato qualcosa?» chiese, con una calma che mi fece venire i brividi.

Marcus non gli rispose. Si limitò a fissarlo, con una rigidità che non avevo mai visto prima.

Io, invece, non riuscii a trattenere la rabbia. «Dove diavolo eri?» sbottai. «Nora ha rischiato la vita e tu non c'eri. Sei sparito senza spiegazioni.»

Zane alzò un sopracciglio, come se le mie accuse lo divertissero. «Non mi sembrava il momento giusto per mettermi in mezzo,» rispose con un tono piatto. «E poi, Marcus è più che capace di gestire la situazione, no?»

Marcus fece un passo avanti, stringendo i pugni. «Ascoltami bene, Zane. Questa non è una gita turistica. Perchè diamine sei qua?.»

Zane lo guardò senza battere ciglio. «Sono qui per lo stesso motivo di tutti voi,» disse. «Scoprire i segreti di questo luogo. Ma se pensate che io sia un problema...» Si fermò, lasciando che le sue parole galleggiassero nell'aria.

Non c'era sincerità nel suo tono. Sembrava quasi una sfida. Eppure, Marcus si voltò, come se non volesse perdere altro tempo. «Andiamo,» disse, afferrandomi per il braccio e tirandomi verso l'uscita.

Il campo era immerso in un'atmosfera tesa. Marcus aveva ordinato che nessuno si avvicinasse più alla fessura fino a nuovo ordine. Ma questo non era bastato a calmare gli animi.

Zane sedeva da solo accanto a un fuoco, affilando una lama con movimenti lenti e precisi. Gli altri lo evitavano apertamente, lanciandogli occhiate di sospetto. Non so come lo zio Marcus lo stesse tollerando, forse per le sue conoscenze apparentemente utili.

Io non riuscivo a togliermi dalla mente quella figura con la maschera da falco. Ogni volta che chiudevo gli occhi, la rivedevo. E, più di ogni altra cosa, sentivo il richiamo della porta.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 3 days ago ⏰

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