Con i vassoi in mano, Lidya e Gladys cercavano un posto libero in cui potersi appartare per il pranzo prima dell'inizio delle prossime lezioni.
Una mano allungata, pallida, con le dita colorate di rosa sventolò verso l'alto attirando la loro attenzione, lasciandole esterrefatte.
<<Chi è quella ragazza?>>, domandò Gladys osservando Greta da lontano con la frangetta perfettamente piastrata.
<<È Greta, la sorella gemella di Jason>>, concluse Lidya alzando le spalle, rimanendo inerme in mezzo alla calca di gente alla ricerca, come loro, di un posto libero.
<<E Jason?>>, chiese ancora l'altra con un sopracciglio alzato.
<<Jason è il compagno di stanza di Adrian. Li ho conosciuti ieri quando Milos è scappato dalla camera per colpa tua>>.
Gladys sbuffò, alzando gli occhi al cielo. Odiava essere presa di mira per questioni che non le competevano del tutto.
Presa da un impeto di curiosità, soprattutto per non aver visto tra i corridoi e alla lezione di matematica il viso indurito di Adrian, s'incamminò verso quel tavolo occupato solamente dai gemelli.
Gladys, con sguardo basso ed imbarazzato, decise di seguirla senza proferire parola.
Una volta sedutasi di fianco alla biondina, con dinanzi la sua migliore amica, ancora rossa per l'emozione di dover conoscere due persone nuove, la salutò con un sorriso sincero, ricambiando poi il cenno fatto con il capo da parte di Jason che, nel mentre, seduto di fianco a Gladys, continuava ad annusarle i capelli.
<<Odori d'incenso>>, mormorò stralunato dopo aver storto il naso.
Lidya non sapeva se quello potesse essere, o meno, un complimento; ma Gladys ritirò i capelli ricci in una crocchia disfatta sopra alla nuca, facendosi più lontana di qualche millimetro.
<<Sei una strega?>>, domandò con curiosità il ragazzo bruno masticando con sforzo un pezzo di mela verde.
Gladys, imbarazzata, arrossì nuovamente, abbassando lo sguardo verso il tavolo imbandito.
<<Uso i tarocchi>>, decretò, <<i tarocchi, l'incenso e le pietre>>.
<<Una strega della natura>>, ridacchiò lui lanciando un'occhiata complice alla sorella, <<come nostra nonna, non è così?>>.
Greta annuì senza troppo entusiasmo, tornando a rivolgersi verso la ragazza bruna seduta di fianco a sé mentre Jason e Gladys, ormai sereni, parlavano delle somiglianze tra lei e la nonna di lui.
<<Adrian?>>, chiese Lidya approfittando di quel momento di distrazione degli altri due per porgerle quella domanda così incauta, guardandosi attorno.
Ci fu un attimo di silenzio nel quale la ragazza alzò le spalle, tornando a spilucchiare ciò che aveva nel piatto.
<<Stanotte non è stato molto bene>>, commentò guardando la porta d'entrata della mensa, <<ma dovrebbe venire di sotto a mangiare>>.
Lidya porse il viso nella stessa direzione e trasalì non appena sentì una presenza ombrosa alle sue spalle che, dopo qualche secondo d'attesa, si sedette proprio di fianco ad essa.
<<Greta, vedo che non hai perso tempo a farti delle nuove amiche>>, sogghignò Adrian, ormai di fianco a Lidya, con sguardo truce, <<dovevi proprio?>>.
<<Sei il solito asociale, Adrian>>. Gli tirò fuori la lingua, facendolo ridere di gusto.
Presa dal momento, Lidya tirò fuori dallo zainetto i fogli stropicciati della lezione di matematica dove vi erano gli appunti dell'ora che si era perso, trascinandoli davanti al suo volto.
<<Cosa sono questi geroglifici?>>, domandò lui con un sopracciglio alzato, osservando la ragazza solamente per qualche secondo.
<<Gli appunti di matematica, Adrian>>, sospirò grattandosi il collo, <<la professoressa chiedeva se qualcuno avrebbe potuto passarteli ed io ero l'unica nell'aula a sapere dove fosse la tua stanza>>.
<<Molto cortese da parte tua, Lidya>>. Greta si complimentò con quest'ultima, lanciando un'occhiataccia ad Adrian, ancora con gli occhi rivolti verso l'alto, <<non è così, Adrian Miller?>>, disse con un tono perentorio da madre.
Adrian annuì senza proferire parola, arraffando i fogli, spiegazzandoli alla meglio ed infilandoseli nella tasca dei jeans scuri con poco tatto.
<<Li guarderò non appena sarò tornato in camera>>, mormorò passandosi una mano sulla fronte, strofinandosela con forza, guardando con un occhio solo il collo di Lidya teso che, ancora, si stava grattando per il troppo nervoso, <<e smettila di grattarti in quel modo o ti verrà una voragine su quel collo>>, borbottò, infatti, con aria infastidita, alzandosi in piedi dopo aver battuto entrambi i pugni contro al tavolo, facendo sobbalzare i presenti.
Lidya rimase basita, fissando l'uomo dal corpo erculeo di fianco a sé.
<<Mi avete fatto tornare il mal di testa. Questa mensa è piena di gente che chiacchiera di cose inutili>>, brontolò eccessivamente guardandosi attorno con ancora entrambe le mani sulle tempie, <<penso che tornerò in camera a riposare>>.
Così facendo, senza nemmeno salutare chi era seduto al tavolo con lui, si ritirò, lasciando dietro di sé una scia di sguardi di donne pronte a seguirlo.
Le porte principali della mensa si spalancarono e la sua figura si dematerializzò del tutto, lasciando solamente silenzio ed imbarazzo palpabile.
Lidya, in quel momento, sentì una mano fredda e sottile accarezzarle la schiena e, nell'esatto momento in cui se ne rese conto, sobbalzò.
<<Sai che non è colpa tua, vero?>>, la rasserenò Greta scostando poi la mano, appoggiandosela sulle gambe lunghe e snelle, <<Adrian è fatto così. È come un burbero uomo di montagna: asociale e buzzurro>>.
<<Sì, l'avevo notato>>, mormorò l'altra ripetendo la stessa identica frase detta da Adrian la sera prima dopo aver discusso pesantemente con David.
<<Ma avrai anche notato quanto può essere buono>>, suggerì ancora, tranquillizzandola.
Lidya scosse leggermente il capo, alzandolo non appena Jason prese parola, terminando la lunga conversazione con Gladys riguardo agl'incensi da lei utilizzati in camera.
<<Nel profondo>>, ridacchiò per poi sobbalzare non appena la sorella gli tirò un calcio sulla tibia da sotto al tavolo.
Tornò a guardare Lidya con un sorriso sornione sul volto, come se nulla fosse successo, appoggiandole una mano sulla spalla.
<<Sai, Lidya, oggi è venerdì ed io sono un'amante delle feste>>, iniziò lei alzando le spalle, <<che ne dici di venire, insieme a Gladys, in camera di Adrian e mio fratello questa sera? Magari, subito dopo cena>>.
<<Adrian potrebbe essere d'accordo?>>, domandò titubante.
<<La camera è anche mia ed io sono favorevole all'invitarvi entrambe>>, dichiarò Jason affermando, finalmente, qualcosa di positivo alla quale la sorella asserì con felicità.
<<Infatti>>, decretò quest'ultima con il sorriso ancora stampato sul volto, <<concordo con mio fratello, per una volta. Quindi, detto ciò, non avete alcuna scusante per non presentarvi>>.
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RED MOON
VampireLidya è una ragazza socievole e ribelle, amante delle feste e con la battuta sempre pronta. Adrian Miller, il nuovo arrivato, misterioso e sfuggente, cattura sin da subito la sua attenzione nonostante, da parte sua, ci sia solamente un muro costrui...