chemistry | minsung

and I know you better

Trama: in cui Minho è ammalato e Jisung fa quello che può per confortarlo

Numero parole: 1371

Tags: Canon compliant, sick fic, established relationship, angst, hurt/comfort

Note: credo sia utile sapere che il contesto di questa storia è quello di un paio di giorni fa, subito dopo il concerto in cui Minho era ammalato. 

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Jisung lo guardava da lontano. Non tutto il tempo, perché sapeva che a Minho non sarebbe piaciuto; come non gli piaceva neanche ricevere quella solita domanda, quello stesso identico "stai bene?" che Jisung era finito per chiedere quasi automaticamente almeno un paio di volte da quando Minho si era svegliato quella mattina. O forse non era che a Minho non piacesse ricevere quelle domande, il problema era dare loro una risposta. Perché qualsiasi fosse stata la verità, Jisung era consapevole del fatto che Minho avrebbe fatto di tutto pur di evitare di farlo preoccupare. Forse un po' ingenuamente, perché uno sguardo era abbastanza per capire come stesse veramente, ma Jisung non gliene dava una colpa. Aveva sempre trovato incredibile il modo in cui Minho tentava sempre di fare del suo meglio, restando responsabile fino all'ultimo, spingendosi oltre i suoi limiti quasi come se volesse provare di esserne capace. Jisung credeva che non ce ne fosse bisogno, che non avrebbe mai smesso di vedere Minho come una delle persone più forti che avesse mai incontrato in vita sua, ma forse Minho la vedeva un po' diversamente.

L'ultima goccia di energia rimasta nel suo corpo sembrava essersi prosciugata del tutto mentre camminavano in direzione delle automobili che li avrebbero riportati indietro all'hotel. Un pugno davanti alla sua bocca per coprire i suoi scatti di tosse, i suoi occhi chiusi per gran parte del tragitto, lucidi ogni volta che li riapriva per sforzarsi di stare sveglio.

E Jisung ancora lo guardava, non così lontano quanto lo era stato prima, ma ancora lontano abbastanza da non poterlo toccare. Lontano abbastanza per evitare di ammalarsi, o almeno, quello era ciò che Minho sperava quando rifiutava l'offerta di Jisung di sedersi vicino a lui, di tirarlo verso di sé e stringerlo finché non si sarebbe addormentato sul serio. Gli dava una sensazione agrodolce, stare lì a guardarlo senza poter far niente. Una parte di lui voleva ignorare la sua debole richiesta, un'altra parte di lui sapeva che Minho lo avrebbe odiato se l'avesse fatto.

Quindi Jisung continuò a guardarlo, camminando in silenzio dietro di lui oltre l'entrata del loro hotel, oltrepassando le porte dell'ascensore e notandolo farsi più piccolo contro uno degli angoli, quasi cercando di nascondersi nell'ombra dove nessuno l'avrebbe visto, dove nessuno gli avrebbe fatto altre domande. Dove nessuno si sarebbe preoccupato per una stupida influenza. Quando le porte dell'ascensore si aprirono una volta ancora, Jisung uscì da esso, lasciando che Hyunjin e Changbin lo sorpassassero e rallentando il passo per aspettare che Minho lo raggiungesse.

Sentiva i suoi passi lenti alle sue spalle, finché non si fermarono. Jisung si girò, trovandolo lì, in piedi, i suoi occhi ancora lucidi puntati addosso.

–Vai– lo spronò, alzando il mento verso la porta della stanza di Jisung, più avanti rispetto a quella di Minho. –Buonanotte– aggiunse poi.

Jisung rimase fermo, in piedi accanto alla porta della stanza di Minho, continuando a guardarlo come aveva fatto fino a quel momento. Continuò a farlo così a lungo che Minho finì per sorridere esasperato, abbassando la testa e scuotendola lentamente.

–Vai– ripeté. –Non voglio che ti ammali anche tu.

–Non mi ammalo– promise Jisung, pur sapendo che non fosse affatto qualcosa che poteva promettere.

Minho sospirò e il suo sguardo tornò a farsi più serio e severo. –Jisung.

–Me ne andrò subito. Niente baci e niente abbracci. Voglio solo stare vicino a te per un attimo, okay?– disse, sfidando quello sguardo con le sue parole.