Capitolo venti.

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"Ho una zia che ogni volta che versa qualcosa da bere a qualcuno dice «Dimmi tu quando basta», e noi ovviamente non lo dicevamo mai. Nessuno dice mai "basta", così resta aperta la possibilità di averne ancora: più tequila, più amore, più di tutto. Di più è meglio. [...]"_Meredith Grey

Irene riaccompagnò a casa Rose e le promise che sarebbe tornata subito.
Rose era in camera più distrutta che mai, cercava di metabolizzare l'accaduto, ma non ci riusciva.
Lui l'aveva lasciata per Perrie Edwards, lei si era trasferita quattro anni prima, se n'era andata, ma prima lo aveva tradito per suo cugino.
Rose era convinta che quella fosse stata solo una cotta adolescenziale, si Zayn ne era uscito provato, ma mia avrebbe pensato che lui la lasciasse per lei.
Dopo circa dieci minuti suonarono al campanello.
Irene salì di nuovo in camera di Rose con in mano una bottiglia di tequila e due bicchieri.
"Sono stufa di vederti così, continui a pensare a lui e ti stai distruggendo quindi io ho la soluzione." Disse lei scuotendo la bottiglia.
Erano solo le cinque del
pomeriggio e le due erano già ubriache marce.
Erano sdraiate sul pavimento dalla camera di Rose con la bottiglia vuota riversa a terra.
Era un'ora e mezza che non facevano altro che ridere, forse l'idea di Irene avrebbe aiutato Rosalie per alcune ore, ma puoi?
Il giorno dopo o quello dopo ancora il dolore sarebbe tornato, sarebbe tornato più forte che mai.
"Avete tre secondi per spiegarmi cos'è successo." Sbraitò Louis.
Aveva bussato un po' di volte alla porta della sorella e visto che lei non gli aveva aperto era entrato attirato dalle risate isteriche che sentiva.
"Ciao louuuu." Gridò Rose che poi scoppiò di nuovo in una fragorosa risata.
"Irene, Irene?" Cercò di richiamare l'attenzione dell'italiana che stava canticchiando.
"Lou lo sia che sei bellissimo?" Chiese ridacchiando la ragazza dai capelli neri.
"Perché siete conciate così?" Domandò Louis sedendosi vicino alla sorella che appoggiò la testa alla sua spalla.
"Louis forse te l'ho già detto, ma voglio ripetertelo: ci sono tanti modi per uccidere un persona e lui ha scelto quello più doloroso. Forse non sono abbastanza sobria per ragionare in modo sensato, ma questo é quello che mi frulla in testa da giorni.
Non so se tu hai mai provato quello che ho provato io, io con lui sentivo di aver trovato il mio posto nel mondo, e ora il mondo mi é caduto addosso." Disse Rose scoppiando in lacrime.
Louis si sentiva in colpa perché lui sapeva che Perrie era tornata ed era questo il motivo della loro rottura e non glielo aveva detto, si sentiva uno schifo.
"Ora Louis o lo chiami tu o lo faccio io, fallo venire qui, gli devo parlare." Affermò lei, sapeva che era sbagliato e sapeva che era ancora mezza sbronza e che le avrebbe fatto male, ma lo doveva a se stessa.
"Lo chiamo io."
Lui arrivò dopo circa venti minuti, non sapeva nemmeno lui come si sentiva, sapeva solo che stava una merda.
"È su in camera sua, si sono scolate una bottiglia di tequila, puoi immaginare in che stato sono." Sussurrò Louis al suo amico.
"Okay."
Salì le scale ed aprì la porta, si fermò ad osservarla nuovamente e il suo stomaco si serrò dolorosamente.
Era rotta, lui l'aveva rotta.
"Mi cercavi?" Chiese.
"Si, siediti." Disse lei. "Ora ascoltami ti prego. Non sono qui per implorarti di tornare, evidentemente non sono stata abbastanza per te, ma io voglio sapere. Per la mia sanità mentale mi devi dire se mi amavi davvero o se era solo un gioco. Io ho bisogno che tu mi dica che non mi hai usata e poi gettata." Stava trattenendo i singhiozzi cercava di essere fredda ed impassibile, cercava di nascondere le macerie che la circondavano.
"Io ti ho amata più della mia stessa vita.." Sussurrò lui prima di uscire dalla porta.
E se vi era ancora qualcosa di intatto in lei quelle parole lo frantumarono rovinosamente.

Passò il tempo, passò un mese, era la fine di marzo.
Era cambiato tutto, Rose non era più Rose.
Una persona matura avrebbe aspettato che il tempo lenisse le ferite e le guarisse, una persona matura avrebbe cercato di tornare alla normalità, ma lei non era mai stata una persona matura e quello non era decisamente il momento per provarci.
Per questo iniziò ad uscire con molti ragazzi, metteva quei vestiti che prima odiava e si truccava come quelle che chiamava zoccole, e sapeva che sbagliava, si faceva schifo, ma era l'unico modo per fagliela pagare.
In discoteca ballava con altri proprio davanti a lui, giusto per vedere la sua
espressione arrabbiata, giusto per sentirsi ancora più male, era un circolo vizioso di dolore.
Lui stava sempre con la sua biondina e Rose aveva pensato migliaia di volte ad un modo semplice e veloce per ucciderla, la odiava, la odiava con tutta se stessa.
Perrie dopo che venne a sapere della relazione passata con lui e Rose iniziò a mandare frecciatine dolorose a Rosalie che le prime volte la ignorò, ma quanto le cose si fecero pesanti le tirò uno schiaffo in pieno volto a cui la bionda cercò di rispondere invano.
Era un continuo insultarsi e di solito Rose aveva la meglio.

Solo che tutto stava per cambiare...
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Occhiettini buongiorno, scusate se è breve e fa un po' schifo, ma é un capitolo di passaggio.
Probabilmente aggiornerò ancora oggi, nei miei soliti orari notturni.
Allora oggi sono 5 favolosi anni, sono così orgogliosa di loro.
23 luglio 2010. Wow.
Fatemi sapere cosa ne pensate.
Vi amo tanto.
Pace, amore e bene. Giulia.

•From beginning to end.•         |Z. M.|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora