Monday 9:46 a.m

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Passeggiavo per le strade di Melbourne con il cellulare in mano, alzando gli occhi sugli edifici per cercare qualcosa di interessante.

Una caffetteria all'angolo con grandi vetrate ed entrata nera attirò la mia attenzione, così accelerai il passo e la raggiunsi.

Non sapevo perché avessi iniziato a camminare quella mattina, ma il mio istinto mi diceva di farlo. Appena aprii la porta, un leggero tintinnio governò la stanza e alcune paia di occhi si posarono su di me.

Non me ne curai e raggiunsi un bancone; ricordo di non essermi accorta di un'altro tintinnio.

"Un caffè latte, per favore." Chiesi al barista e lui annuì.

"Per me un mocaccino." Mi girai di scatto verso la voce e mi ritrovai, seduto sullo sgabello accanto al mio, un tipo che sembrava più grande di me di un paio d'anni. "Non guardarmi così, che ho fatto?" continuò lui.

Io scossi la testa e pagai il mio ordine, per poi aspettarlo impazientemente. Raccolsi una bustina di zucchero e la torturai per fare qualcosa. Il ragazzo mi guardò e "Dio, la stai ammazzando. Lasciala in pace." disse. Io sopraggiunsi di nuovo, cosa che probabilmente gli fece domandare cosa avessi di sbagliato e cosa avesse fatto lui di così spaventoso. Io scossi la testa nuovamente, per poi osservare il cameriere che mi portava il mio caffè latte.

Il biondo mi guardò ancora e io mi sentii terribilmente in imbarazzo sotto i suoi occhi pungenti. "Sei sempre così silenziosa con le persone?"

"Non proprio." annunciai dopo un po', per poi sorseggiare la mia bevanda.

Lui spalancò gli occhi e sorrise "Hai parlato!" esultò, e io mi trattenni dal ridere per il modo in cui lo aveva detto. Non lo so perché lo feci, ma aveva una voce buffa e piacevole allo stesso tempo.

Arrivò anche il suo ordine, mentre io ero a metà del mio. Stavo scorrendo le notizie sul cellulare e controllando i messaggi, quando "Sembri una persona particolarmente asociale." annunciò lui "Ashton."

Io lo guardai alzando il sopracciglio con aria confusa e lui alzò gli occhi per poi posarli su di me. "Il mio nome!"

Sussurrai un "Ah." e per educazione e curiosità su come quella conversazione sarebbe continuata osai "Bryana."

Lui sorrise e diede un sorso dalla tazza bianca. "Il tuo nome è un po' strano, ma mi piace."

Lo guardai e gli sorrisi, poggiai la tazzina e "Ciao." dissi raccogliendo il cellulare, uscii dalla caffetteria lasciandolo spiazzato.

HEY!

Questa è una storia corta su Ashton e spero che vi sia piaciuto il primo capitolo. Scusate, non sono troppo brava, ma sto cercando di impegnarmi.

Probably pubblicherò la versione in inglese (la troverete sul mio profilo.)

Se vi è piaciuta e se volete lasciate una stellina e un commento, grazie. Mi farebbe molto felice!

Byebye, Anne.

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