Amore, fra gli dèi l'amico degli uomini, il medico, colui che riconduce all'antica condizione. Cercando di far uno ciò che è due, cerca di medicare l'umana natura. (Platone, Simposio)
I soliti risvegli seguiti dai soliti problemi: il voler restare ancora a letto, magari trovarsi accanto un'altra persona e magari abbracciarla o ancora meglio: essere abbracciati. Quando aprii gli occhi avevo davanti a me il muro, con il comò vicino alla finestra. La porta della camera si aprii.
<< Buongiorno Roderich, ben svegliato! >> disse Elizabeta con la sua voce soave entrando in camera, pronta a spalancare le tende, lasciando entrare la luce e pronta a iniziare le pulizie anche in camera mia.
<< Buongiorno Elizabeta... >> dissi a voce bassa, ancora frastornato dal risveglio.
Mi sedetti sul letto, mettendo il volto tra le mani, mentre riconnettevo il cervello.
<< Giornata piena oggi? >> mi chiese mentre apriva le tende e la finestra.
<< Non particolarmente, essendo stata spostata una riunione, andrò semplicemente in centro per un caffè con Ludwig e Gilbert...puoi venire con me si vuoi. >> le riposi in tono cordiale.
<< Oh Austria-san, ti ringrazio, penso che vi raggiungerò con Katyusha, dato che oggi andavamo a fare shopping! Ah, la colazione è giù nel salone. >> disse sorridendomi.
<< Ti ringrazio... >> risposi alzandomi dal letto. Infilai la giacca da camera e andai di sotto. Mi sedetti sul divano, tanto per rilassarmi ancora in quella che altri chiamavano "la mia aristocrazia". Cominciai a sorseggiare il tè Ad un tratto la porta di casa suonò. Immediatamente sentii i passi di Elizabeta diretta verso l'ingresso. La guardai di sfuggita da sopra gli occhiali, osservando il movimento delle sue gambe dietro il grembiulino. Dopo qualche secondo Elizabeta ritornò nel salone dicendo:
<< E' Antonio Romano... >>
" Ah Antonio...cosa vorrà..." pensai, ma mi limitai a dire << Fallo accomodare. >>
Mi sedetti più composto sul divano e in attesa della visita. Antonio si presentò a me con il suo solito sorriso a trentadue denti, portando un po' della felicità propria del suo carattere anche a me.
<< Ma buongiorno Roderich! >> disse sorridendo a bocca spalancata.
<< Ciao Antonio...accomodati. >> dissi in tono pacato e lo invitai a sedere vicino a me. Era vestito normalmente, anche se vedevo un po' di terra sulle sue mani, evidentemente prima di venire da me avrà raccolto qualcosa nel suo giardino. A volte mi chiedevo perché un nobile come lui si ostinasse a comportarsi e a vestirsi in modi che non si addicono ad un aristocratico. Come faceva a essere così...così umile e felice tutto insieme?
Antonio si avvicinò e si sedette vicino a me. Gli feci cenno con la braccio di favorire e tenermi compagnia durante la colazione.
<< Ah, spero non ti dispiaccia che io abbia portato anche Romano... >>
<< Mi sembra che Feliciano sia in giardino, lo troverà lì. Allora, hai bisogno di qualcosa? >>
<< No, ero solo venuto a farti un saluto. >> disse sempre sorridendomi mentre mangiava goffamente una pasta.
<< E io ti ringrazio del pensiero... >> dissi ironicamente con tono abbastanza cinico, cosa che lui notò subito.
<< Ecco il classico cinismo da aristocratico principesco. Penso di non averti mai visto un'espressione diversa da quella che hai ora! >> rise dandomi un colpetto sulla spalla.
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Ritrovo dal tempo
FanfictionNon si può cancellare ciò che c'è stato tra due persone, soprattuto quando ciò che le unica era più forte delle imposizioni esterne. Nonostante siano trascorsi alcuni secoli, Austria nasconde tra la sua musica e le sue attività sempre il nome di una...