CAPITOLO 6

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-che genere di complicazioni?- chiedo io mentre entrambi guardiamo Gabriele con aria interrogativa.

-butte cose, vi spiego durante il viaggio; intanto seguitemi.- ci ordina facendo il gesto di seguirlo con la mano mentre ancora svolazza leggiadramente in aria.

Espoir annuisce e lascia la mia mano per poi avvicinarsi alla finestra e salire sul davanzale. Una volta su, mi dice di allontanarmi, per poi levarsi la maglietta e concentrarsi. Non capisco cosa stia succedendo fino a quando non vedo uscire dalla sua schiena due grosse e robuste ali candide e bianche come il latte.
Sono splendide, sono lucenti, sembrano quasi brillare di luce propria; emanano un'aura potentissima.

Appena le ali sono spiegate Espoir fa un salto che lo fa finire accanto a Gabriele; si guardano per qualche secondo per poi guardare me con insistenza.

-che c'è?- chiedo allora nervosa osservando quelle due meravigliose creature angeliche volteggiare davanti a me con grazia infinita.

-tu non vieni?- mi chiede Espoir.

Comincio a parlare, ma vengo interrotta da Gabriele che parla al mio posto.

-non può.- dice continuando a guardarmi.

-come sarebbe a dire 'non può'?- chiede Espoir guardando sia me che Gabriele con aria confusa.

-la mia manifestazione è parziale; non sono ancora in grado di far uscire le ali.- dico abbassando la testa.

-è molto difficile farlo da soli; è già tanto che lei sia riuscita ad effettuare il resto della manifestazione; in genere non ci si riesce. Questo dimostra che sei un Angelo molto forte.- spiega Gabriele.

A quel punto alzo il viso da terra e noto che Espoir ha addolcito la sua espressione facendo spuntare sul suo meraviglioso viso un sorriso rassicurante.

-in tal caso, non devi preoccuparti. Sarò io le tue ali.- dice venemdomi vicino.

-coraggio salta!- dice improvvisamente facendomi sussultare.

-cosa?- dico io. In realtà ho capito benissimo cosa ha detto. Sono nervosa, ma allo stesso tempo mi fido cecamente di Espoir, e so perfettamente che non mi lascierebbe mai cadere.

-ho detto salta!- ripete allargando le braccia senza perdere il sorriso.

Esito un momento, ma poi mi convinco, salendo sul davanzale della finestra. Sto per saltare quando mi vengono in mente i miei genitori adottivi.

-aspetta; devo avvertire Alex e Marcus!- esclamo improvvisamente facendo fermare Espoir.

-ma non c'è tempo per questo!- mi dice Gabriele.

-fidati, ci metto solo un minuto.- gli faccio l'occhiolino e scendo dal davanzale dirigendomi verso la porta della mia stanza.

Appena arrivata la apro e rivolgo la testa verso le scale.

-ALEX, MARCUS! DEVO ANDARE VIA, PROBLEMI CON GLI ANGELI!- urlo. Poi aspetto un po' e da giù arriva la risposta da Alex.

-va bene; tienici aggiornati.-.

Sorrido prima di rientrare nella stanza e chiudere la porta. Mi riavvicino alla finestra e salgo il davanzale.

Pochi secondi e mi lascio cadere nel vuoto. Le braccia che mi afferrano sono forti, muscolose, e fredde. Fredde come il ghiaccio. Nonostante il gelo, l'unica cosa che riesco a provare io è calore, mi sento protetta fra queste braccia.

Espoir mi ha preso e ora sta volando guidato da Gabriele. Volteggiamo come piume nell'aria e io appoggio la mia testa sul suo petto di roccia.

Passa un po' di tempo, quando sento Espoir atterrare da qualche parte per poi poggiarmi a terra. Apro gli occhi e rimango di stucco: siamo al lago, quello con i minerali.

Un amore in bianco e neroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora