CAPITOLO 3

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Apro gli occhi. Inizialmente non riesco a scorgere niente, poi le immagini sfocate si fanno più nitide e riesco a definire i contorni delle figure che mi circondano. Mi trovo in camera mia e sono stesa sul letto, improvvisamente sento qualcosa di freddo poggiarsi sulla fronte e subito ricordo tutto ciò che è successo prima; Espoir, le mani fredde, gli occhi cristallini.. L'evoluzione della mia manifestazione..

È un mio grande sollievo però, quando al posto della mano di Espoir, riesco a capire che la cosa fredda che mi si è poggiata in fronte è una pezza umida. Davanti a me vedo Espoir seduto sul letto mentre mi passa lo straccio sulla fronte. Al momento non riesco ad esprimere alcuna emozione se non confusione e stordimento. Appena provo ad alzarmi una smorfia di dolore e fastidio si mostra sul mio viso, che si piega in un cipiglio cercando di convincersi che il dolore sentito non viene dalla schiena. Ma purtroppo è così mi tocca accettarlo.

Cerco di mettermi seduta e, con un po' d'aiuto di Espoir ci riesco. La schiena mi fa ancora male e non posso evitare al mio viso di assumere un'espressione dolorante. Espoir mi poggia una mano sulla spalle e una sul ventre per aiutarmi a mettermi seduta. Appena fatto, mi passa un bicchiere d'acqua poggiato sul mio comodino e ne bevo qualche sorso anche solo per il bisogno psicologico di bere qualcosa anche se non serve a niente. Poco dopo vedo Alex fare capolino dalla porta della mi stanza.

-come sta? Oh grazie al cielo, ti sei svegliata finalmente- dice l'ultima frase venendo vicino a me e sedendosi sul letto al posto di Espoir che nel frattempo è andato a bagnare di nuovo la pezza.

-mi hai fatto prendere uno spavento..! Non molto dopo tempo che siete saliti, è sceso Espoir dicendoci che eri svenuta e che ti aveva messa sul letto, era molto preoccupato e lo siamo stati anche noi.- mi dice Alex mentre mi accarezza la fronte.

-per quanto tempo non sono stata cosciente?- domando allora ad Alex rendendosi conto di aver perso cometamente la cognizione del tempo.
-è beh, per un bel po' eh? Considerando che sono quasie sette di sera..- cosa????

-ma come le sette?? Ed Espoir è rimasto qua tutto il tempo??!- chiedo sconvolta e mezza sorpresa ad Alex. Lei sorride e fa spallucce.

-beh a quanto pare si; questo Espoir sembra volerti davvero molto bene.- mi dice Alex sorridendomi. Questo è un sorriso diverso, è un sorriso dolce, comprensivo, ma comunque con una leggera, quasi impercettibile scintilla di malizia all'interno.

-ei Akasha ecco qua la pezza.- mi informa Espoir che è appena entrato in camera con la nuova pezza bagnata fra le mani. Alex mi fa un cenno di approvazione e poi esce dalla stanza mugugnando un 'vi lasciò soli ragazzi', al cui noi rispondiamo con un semplice movimento del capo, come a voler annuire.

Appena Alex esce mi rivolgo a Espoir.

- ma Espoir, sei stato tutto il pomeriggio a prenderti cura di me???- gli chiedo sconcertata.

-si, e con questo?- mi dice mentre infila la pezza nella bacinella piena d'acqua e la strizza.

-ehm, no niente. È solo che sembra strano.. Insomma, ci conosciamo solo da poco..- gli dico cercando di far trasparire meno nervosismo possibile e di apparire quanto più tranquilla io riesca ad essere.

-mmh.. Capito..- mi dice mentre si gira verso di me per passare ancora la pezza sulla fronte, questa volta la sua pelle sfiora la mia e posso sentire con chiarezza che è tornato a una temperatura normale.

-che è successo?- gli chiedo dopo un po'.

-...- non risponde. Non mi vuole rispondere. Sa benissimo che non potrebbe mentirmi, non gli crederei, per questo preferisce tacere.

Un amore in bianco e neroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora