CAPITOLO 4

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Akasha's pov

Dopo quel bacio Espoir se n'è andato; ha scoperto tutto. Merda; il The Revelation Wind; non doveva capitare.. ma poi che ne sapevo io che era proprio lui l'Angelo con il quale sono destinata.. Aspetta un attimo.. MA ALLORA è UN ANGELO!?????!!! OMMIODDIO NON LO AVEVO CAPITO!! Gesù!!

Ora sono sdraiata sul letto, mentre sento le urla di Alex dal piano di sotto per chiamarmi a tavola. Ma sinceramente, non ho la minima intenzione di mangiare oggi, soprattutto dopo quello che è successo.

-Akasha; è da 10 minuti che ti sto chiamando, perché non scendi?- mi domanda Alex entrando in camera con un'espressione a metà tra l'esasperato e lo stanco. Espressione che però cambia subito non appena mi vede sdraiata sul letto con quella espressione.
Si avvicina a me piano, accompagnata da un profondo sospiro che rilasciano le sue labbra.

-che è successo amore mio?- mi chiede Alex sedendosi accanto a me e cominciando ad accarezzarmi dolcemente i capelli. A quel punto io mi metto seduta e asciugo e lacrime che hanno rigato le mie guance, che, senza aver avuto alcun freno, sono uscite dai miei occhi.

-che è successo?- ripete mentre si sistema meglio anche lei sul letto.

-È lui.- dico solo fra un singhiozzo e l'altro. Le ho parlato del The Revelation Wind, sia a lei che a Marcus. Dopo aver sentito le mie parole, lei rilascia un sospiro e mi dice -racconta.-.

***

Dopo averle raccontato tutto mi sentii morire e non riuscii più a trattenere le lacrime che, difficilmente, avevo nascosto per tutta la durata del racconto. Lei mi prende per una spalla e mi accosta al suo corpo, io mi ci butto a capofitto e comincio a piangere più forte di prima, lasciando liberi i singhiozzi che avevo trattenuto anche troppo a lungo. Può sembrare assurdo lo so, ma mentre piango raccolgo le mie lacrime in una boccettina minuscola che tengo legata al collo come ciondolo di una collana. Le lacrime d'Angelo sono lacrime d'Angelo, sono rare e hanno un potere guaritivo davvero strabiliante.

Sentendo questo mio piangere rumorosamente, dato il fatto che sono una ragazza con un pianto molto duro, Marcus si fionda in camera e si siede sul letto con noi, poggiando una mano sulla schiena della compagna (esatto non sono ancora sposati) e con l'altra mi accarezza dolcemente la testa, come farebbe un vero padre.

-ma che è successo?- chiede dopo una manciata di secondi che eravamo rimasti fermi così.

Alex sospira rumorosamente e mi guarda prima di riportare il suo sguardo su Marcus, che fissa me e lei non capendoci, evidentemente, niente.

-ehm..- Alex non sa cosa dire, ma dal modo in cui annuisce piano quando stringo più forte la sua maglietta, posso dedurre che ha capito che non volevo riraccontare la storia da capo. Così comincia a raccontare tutto a Marcus. In alcuni momenti del racconto mi ritrovavo a stringere talmente tanto forte la maglietta di Alex, che i sembra addirittura di graffirle la schiena,in effetti qualche volta ha sussultato, ma non mi ha mai detto di fare più piano. Alla fine del racconto ci ritroviamo con un Marcus a bocca aperta, un'Alex che sbuffa e io che ho il viso completamente nascosto nel petto di Alex, che mi stringe a se quasi come a capirmi e a volermi dire che lei è qui per restare e che non mi abbandonerà facilmente.

-dai andiamo.- mi sussurra Alex nell'orecchio. Io annuisco, sebbene non abbia capito dove mi stanno portando.

Così ci alziamo dal letto e mi dicono di mettermi qualcosa di più comodo. Io continuo a non capire, ma decido comunque di assecondarli. Così mi vesto con un jeans chiaro e una maglia a maniche corte nera con dei brillantni argentati. Si, stiamo in dicembre, ma, essendo un Angelo, non sento freddo, il freddo è mio servitore. Lego i capelli in una coda alta e ci infilo la solita rosa nera, prima di mettere gli anfibi neri e uscire dalla stanza col cellulare nella tasca posteriore dei jeans.

Un amore in bianco e neroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora