Capitolo XXIX

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Ore 8.00- San Franscisco, Sede F.B.I.

<< Cavolo, guarda che roba... >> disse Jess, fissando strabiliato le immagini che passavano sul televisore e mostravano la carcassa bruciata di una Mustang arancione e di un'auto della polizia, insieme a una semidistrutta Lotus; il tutto circondato da decine di volanti e tre ambulanze, con le luci intermittenti accese che brillavano nella notte di Los Angeles.

<< ... Nell'incidente, avvenuto ieri sera verso mezzanotte, sono state coinvolte due auto che molto probabilmente stavano partecipando a una gara clandestina >> stava dicendo il giornalista, << Purtroppo, Logan Milay, a bordo della Ford Mustang, è morto sul colpo, insieme a uno dei due poliziotti presenti sulla volante. L'altro pilota clandestino, Gregory Horne, noto alle autorità per essere uno dei piloti che fanno parte di quella che viene conosciuta come Black List e che raccoglie i piloti più ricercati della polizia, è ricoverato in gravi condizioni all'ospedale di Los Angeles, in coma farmacologico... >>.

Xander rimase seduto alla scrivania, guardando con gli occhi sgranati le auto distrutte... Lo sapeva, se lo sentiva, che c'era di mezzo anche Irina, in quella storia... Era troppo strano che due piloti della Black List gareggiassero insieme. Soprattutto se non erano da soli, come aveva capito.

Prese il cellulare a chiamò Simon Cohen.

<< Quando hai intenzione di partire? >> chiese Xander, innervosito, << Mi sembra che la situazione a Los Angeles stia degenerando... >>.

<< Hai visto anche tu il telegiornale, allora >> disse Cohen, quasi divertito, << Lo so, è strano che due piloti della Lista gareggino contro di loro, a meno che non abbiano deciso di sfidarsi per il posto... Però mi sembra abbiano detto che non erano gli unici, che le auto erano molte >>.

<< Appunto >> ribatté Xander, << Sono sicuro che c'è in mezzo anche Irina, e non mi sento tranquillo. Quando parti? >>.

<< Tra tre giorni >> rispose Cohen, << Andrò in auto, quindi mi ci andranno circa quindici ore di viaggio... >>.

<< Non puoi prendere un aereo? >> domandò Xander.

<< No. Si insospettirebbero se mi vedessero arrivare senza auto... In fondo sono un pilota anche io >> rispose Cohen, << Quando arrivo ti chiamo... E comunque penso che Irina non corra alcun pericolo: quella ragazza ha più fegato di quanto pensi >>.

"Infatti è questo che mi preoccupa...".

Cohen mise giù e lasciò Xander frustrato e nervoso. Guardò Jess e disse: << Diamoci una mossa... Voglio tornare laggiù il prima possibile >>.

Ore 11.00 – Casa

Irina si mise a sedere di scatto, gettando il lenzuolo di lato. Si guardò intorno, nella stanza semibuia, rischiarata solo dalla flebile luce che filtrava dalle imposte. Aveva il fiatone, come se avesse corso, e una strana sensazione allo stomaco...

Scattò in piedi e corse verso il bagno, per vomitare. Dopo qualche minuto uscì, sorreggendosi allo stipite della porta, il fiato corto. Rimase per un momento ferma, cercando di controllare il respiro, e chiedendosi come mai avesse quella forte nausea, nonostante non avesse mangiato nulla la sera prima.

Fece mente locale, cercando di ricordare se avesse fatto qualcosa che potesse provocarle quella reazione... In effetti, aveva ben poco da vomitare, visto che non aveva mangiato niente... Non aveva bevuto niente, né assunto cose strane.

Raggiunse il letto e si sdraiò di nuovo, tenendosi una mano con la fronte. Non aveva la febbre, ma le faceva un po' male il collo... Forse la botta della sera prima si faceva sentire in quel modo...

Il Gioco dello ScorpioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora