Capitolo 8

331 34 3
                                    

Il mattino dopo pioveva a dirotto, fui svegliata dal ticchettio delle goccioline che scivolavano sulla finestra.
Dopo essermi strofinata gli occhi mi accorsi che Johnny non era accanto a me.. Mi alzai per controllare se si trovava in bagno o in camera sua e di David:
«Oh è uscito, ho sentito sbattere la porta una o due ore fa» mi rispose David quando gli chiesi dove fosse.
Non tornò fino ad ora di pranzo.

Johnny spalancò la porta ridendo e, nemmeno il tempo di entrare dentro l'appartamento, iniziò a leggerci una lettera: in pratica lui tempo fa aveva fatto un provino per un film e ora aveva la conferma di essere stato scelto per quel ruolo.
«Dovrò stare ad Hollywood per un po', che sogno» disse
«Quando parti?» chiesi preoccupata, cazzo, proprio adesso che mi stavo affezionando a lui.
«tra due giorni, il tempo di salutarvi e preparare le valigie»
Sarei dovuta essere felice per lui; essere co-protagonista in un film non era una cosa da niente eppure mi sentivo così triste. Io non avevo famiglia, era lui la mia famiglia.

Il pomeriggio, mentre ascoltavo un disco di Jimi Hendrix - che mia madre amava - con Ramona, Johnny mi volle parlare.
«Ramona, puoi uscire un secondo? Vorrei restare solo con Vanille» era molto più serio del solito.
«cosa c'è?» gli chiesi
«vorrei...vorrei salutare mia madre prima di partire, mi vergogno a chiedertelo ma...vorresti accompagnarmi?»
«oh Johnny, certo».
Non era lontana la sua vecchia casa, 20 minuti da lì, fu un viaggio silenzioso: non volle nemmeno ascoltare della musica.
Scendemmo dal pick-up e mi ritrovai davanti una casetta piccolina ma molto curata: c'erano vasi di gerani rossi e rosa sulle finestre e un'aiuola di rose tutt'intorno ai muri esterni della casa.
«questa non era la mia casa... Mia madre si trasferì qui con il suo nuovo compagno dopo il divorzio con mio padre» mi informò lui con aria malinconica «odiavo questa casa, per questo sono scappato».
Non sapevo cosa rispondergli, non si era mai confidato così con me.

Suonò il campanello ed una signora bionda non troppo vecchia venne ad aprire.
«J-John...» disse stupita la signora
«ciao...» Johnny fece una piccola pausa «...mamma»
«dopo tutti questi anni! Cosa ci fai qui?»
«volevo...ecco...volevo solo dirti che ho fatto un provino per un film e beh, andrò ad Hollywood...»
«John, chi credi di poter diventare? Non andrai da nessuna parte, dovresti pensare a sistemarti ed a trovare un lavoro vero».
Johnny mi sembrava piuttosto irritato, mi chiese di aspettarlo in macchina ed io obbedii.
Non so quanto tempo lo aspettai, credo che mi addormentai anche.

Quando lui mi raggiunse era furioso, così gli chiesi spiegazioni:
«Vanille, cazzo, pensa a te» mi urlò contro, non volevo irritarlo ancora perciò non gli risposi.
«No, non è giusto questo. Scusa, non posso sfogarmi su di te. Perdonami Vanille» mi disse qualche minuto dopo
«certo, ti perdono» lo abbracciai.
«è solo che non vedo mia madre da parecchi anni e non ho un buon rapporto con lei»
«e tuo padre invece?»
«non ho idea di dove sia...»

«cristo mi sto deprimendo! Senti Vanille, domani è l'ultimo giorno che passo qui e voglio dedicarlo soltanto a te» cambiò argomento lui.
«adesso credo sia meglio tornare a casa, ti aiuto a preparare le valigie».

•Runaway• || Johnny DeppDove le storie prendono vita. Scoprilo ora