Capitolo 2

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Ero stanca di stare lì dentro, era un manicomio.
Volevo andarmene, sembrava così bella la vita fuori da lì. Ero lì da quando avevo 13 anni, ora stavo per compierne 15 e volevo iniziare a vivere veramente.
Desiderio di vivere,
Ineluttabile istinto di scappare,
Innato bisogno di andare via.

Non sopportavo nessuno. È vero, ho un carattere di merda: pazza per scelta, ribelle per natura e stronza, perché la vita mi ha insegnato che subire è mancanza di rispetto per me stessa, sono troppo orgogliosa. Ma anche il cuore più freddo si può sciogliere, sapete?
Ero comunque molto meglio di tutte le altre.
Il mio odio verso di loro aumentò ad ora di pranzo quando, qualche giorno dopo, mentre mangiavo tranquillamente qualcuna mi buttò l'acqua bollente che la cuoca aveva usato per cucinare la pasta addosso. La mia reazione fu ancora più violenta: tirai un pugno in faccia alla bastarda che aveva avuto l'idea...quelle suore di merda però decisero di punire solo me perché secondo loro io ero stata "la più violenta". Passai un intero pomeriggio a pulire i cessi. Tanto non avevo di meglio da fare.
Ero così diversa da tutte le mie compagne:
Io avevo i capelli mossi e neri, loro erano per la maggior parte bionde.
Io avevo gli occhi di un azzurro così intenso che facevo invidia a tutte le altre.
Io sapevo suonare la chitarra, loro non sapevano nemmeno cosa fosse.
Io mi vestivo sempre di nero, loro con colori idioti e fantasie ancora più stupide.
Credo che il mio unico amico lì dentro fosse il gatto.
Mi sentivo come un'aliena tra gli umani, ero così fottutamente sola...

Per mia fortuna, un giorno ci annunciarono che c'era una nuova ragazza tra noi: Ramona Wesley.
Aveva i capelli lunghi, rossi e ricci come Slash, gli occhi color smeraldo e qualche lentiggine sul naso.
Portava un paio di anfibi, dei jeans neri strappati sulle ginocchia, una maglia nera dei Led Zeppelin e un giubbotto di jeans. Aveva stile.
Io non le parlai all'inizio, non sembrava una di quelle persone finte, di carta, ma non si può mai sapere.
Vedevo che si isolava e che non parlava con nessuno, così, dopo qualche giorno, andai a parlarle.
"Vanille Floyd, piacere" le dissi con sicurezza
"Ramona Wesley" disse timidamente
"Non parli con nessuno eh?"
"Naah, sono tutti così stupidi"
"Vero"
"Tutte queste ragazze sembrano cheerleader uscite da uno di quei film adolescenziali americani"
"Già, per non parlare di quelle suore"
Scoppiammo in una risata.
Okay, questa Ramona mi piaceva davvero e ne ebbi la conferma il giorno dopo: stavamo pranzando, tutte composte ed educate, come volevano le suore; si sentivano solo un gran silenzio ed i rumori delle forchette che graffiavano il piatto quando ad un certo punto si sentono le note di Smells like teen spirit dei Nirvana a tutto volume dalla camera di Ramona. Era severamente proibito ascoltare musica, specialmente quel tipo di musica.
Quindi Ramona aveva anche bei gusti musicali! Era perfetta, avevo la conferma definitiva.
Una suora subito si alzò e corse in camera sua, ma dovette fare dietrofront quando io salii sopra il tavolo con tutte le scarpe e misi Anarchy in the UK dei Sex Pistols per farla arrabbiare ancora di più. Finimmo entrambe in punizione ma cavolo, ne valeva la pena.

Per punizione dovevamo pulire i cessi (sai che novità) e poi rifare tutti i letti dell'istituto insieme. Fu soprattutto un'occasione per conoscerci meglio.
"Allora ti piacciono i Nirvana?" le chiesi mentre lucidavo un water
"Li adoro"
"Cos'altro ascolti?"
"Guns n'Roses, KISS, AC/DC, Rolling Stones, David Bowie, Alice Cooper, Green Day...potrei continuare all'infinito, mi piace il Rock"
"Ti stimo troppo"
"Ho visto che hai delle chitarre"
"Sì, erano di mia madre ma qui non posso suonare"
"E cosa ti frega? Andiamo in camera tua e suoniamole cazzo"
"Già.."
"Di cosa hai paura? Non esiste punizione peggiore che vivere qui dentro"
"Hai ragione, sai che c'è? Andiamo!"
E, fregandocene di tutto e tutti, attaccai la chitarra all'amplificatore e iniziai a suonare Detroit rock city dei KISS a tutto volume, spaventando anche il gatto che ronfava sul letto.
Scoprii anche che Ramona sapeva cantare bene: perché mentre io suonavo lei canticchiava le parole, aveva una voce così bella ed intensa che sembrava avessi il vero Paul Stanley vicino.
"Questo pezzo è una figata pazzesca" disse lei, poi si fermò a guardare i miei cd e disse ancora "mi piace la tua musica, avrei un paio di album da consigliarti ma cazzo, cos'è questa regola di merda che vieta la musica?"
Non feci in tempo a risponderle che entrò un'altra suora tutta spaventata che voleva sequestrarmi le chitarre.
"Assolutamente no, cazzo sai quanto mi stanno a cuore queste?" le urlai indicando le chitarre
"È vietato ascoltare musica e ancora più vietato suonare! E poi non dovrebbe usare queste parole signorina Floyd"
"Oh, vada a fanculo"
"Volete un'altra punizione?"
"E cosa vorrebbe darci sentiamo, dobbiamo tornare a pulire i cessi?" la sfidò Ramona
A quel punto la suora non sapeva più cosa dire e andò via.
"Non dovrebbe usare queste parole signorina Floyd" disse Ramona scimmiottando la suora.
Scoppiai a ridere, sapeva imitarla proprio bene.

Per la prima volta in 15 anni, avevo un'amica. Ramona alleviava un po' il dolore che provavo per mia madre. Stavo iniziando a volerle bene, davvero.

|spazio mio|

Si, ho detto nel primo capitolo che la mamma di Vanille a 16 anni era andata a Woodstock (nel '69) ed era rimasta incinta di Vanille, se lei ora ha 15 anni ci troviamo nel 1984 e gruppi come Nirvana, Green Day o altri che ho citato prima ancora non esistevano ma...facciamo finta di niente okay? :')

•Runaway• || Johnny DeppDove le storie prendono vita. Scoprilo ora