Chapter one

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"Cosa sono quei capelli." Ringhiò rigida mia madre.
"Scusa, é che andavo di fretta e.."
"Questo non ti permette di essere indecente. Sei a tavola con la tua famiglia Sheena, con questi capelli sembra ti abbiano aggredito i cani."
"Scusami madre." Risposi semplice e mortificata.
Infondo erano semplicemente sciolti, non erano poi così male.
"Ora mangia e dopo va ad aggiustarti, non riesco a guardarti."
Accennai un leggero movimento di testa e mi misi a seguire i suoi ordini.

Mia madre è sempre stata una donna severa che bada solo e semplicemente alle apparenze.

Dobbiamo sembrare tutti una famiglia unita ed ovviamente colta e precisa.

Anche se uniti non si è più da tempo.

"Con chi stai parlando?" Chiese inutilmente a mio padre.
"Lavoro." Rispose banale.

Lei ne era al corrente che non era lavoro, lei ne era al corrente che la tradiva, semplicemente è come se non accettasse la realtà ed ogni volta sperasse che lui la smetta e torni l'uomo di una volta.

"Con permesso." Dissi prima di alzarmi come insegnato.
"Va ad aggiustarti." Mi ricordò mia madre.

Salì veloce le scale e mi sedetti sulla poltrona di fronte lo specchio nella mia stanza, intenta nel raccogliere nel migliore dei modi i miei capelli rossi in un grande chignon.

Appena finito mi misi sotto le coperte in compagnia del mio libro di Shakespeare.

Appena ebbi finito di leggere le prime due pagine sentì bussare alla porta.

Era mia madre.

"Volevo semplicemente dirti delle cose Sheena."
"Si madre."

La chiamavo in questo modo perché a lei non piaceva la parola 'mamma'.
Diceva che rappresentava debolezza.

"Domani anche se è il tuo ultimo giorno di scuola tu dovrai andare nonostante io e tuo padre partiremo
per un determinato periodo di tempo."
"Dove andrete?" Chiesi curiosa.
"Lavoro Sheena."
"Ed io con chi rimarrò?" Chiesi quasi agitata.
"Non puoi venire, per questo ho deciso di dirtelo adesso."
Ma che senso ha?
"Va bene madre." Chiusi il discorso.

Mi guardò per qualche secondo prima di alzarsi per poi andarsene.

Anche se potevo sembrare triste ero più che felice, ora potevo finalmente vedermi le mie cose senza più dover sottostare a qualcuno.

O almeno per questo 'periodo di tempo'.

Presi il telefono e scrissi immediatamente la notizia alla mia compagna nonché vicina di casa Mercury Irwin.

Perfetto, sentivo che domani sarebbe stata una giornata diversa.

La Schiava. ~A.I.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora