Un ritardo, una penna e una ragazza

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Mi sforzo di sorridere a me stessa allo specchio, con un risultato scadente. Il mio nome è Allison Argent e mi sono appena trasferita a Beacon Hills con i miei genitori.
Scendo le scale e arrivo alla cucina, dove faccio colazione frettolosamente. Mentre mando giù gli ultimi bocconi di uova strapazzate, mia madre fa capolino dal salotto.
-Tutto bene tesoro?- chiede.
-Certo- rispondo.
È l'ennesima volta che ci siamo trasferiti, a causa del lavoro dei miei e nel tempo non ho conosciuto molti amici.
Lei sforza un sorriso, sicuramente leggendomi in faccia la preoccupazione. È il mio primo giorno al liceo di Beacon Hills e mio padre dice che è una bella cittadina in cui è vissuto anni fa. Spero solo di trovare qualche amico.
Finisco di mangiare e vado in bagno a lavarmi i denti. Poi scendo e salgo in macchina. Accendo l'auto e mi avvio, ormai in ritardo, verso scuola. Mentre giro per le strade di Beacon Hills, mi domando come sia possibile che in una cittadina così tranquilla sia avvenuto un omicidio a sangue freddo. È già, parlo proprio di omicidio. Mio padre l'ha raccontato a casa ma senza troppi dettagli. Non gli piace parlare di questo argomento.
Arrivo a scuola e parcheggio accanto ad una bizzarra jeep color azzurro laccato. La campanella dev'essere già suonata da un pezzo, ma mi concedo qualche minuto per telefonare a mio padre per salutarlo, dato che oggi non ci vedremo.
Poi metto via il cellulare e corro dentro. È incredibile come sia riuscita a fare un tratto così lungo tutto di corsa con i tacchi. Entro e vado in classe, quella di storia.
Busso e incrocio le dita perché l'insegnante non mi metta in imbarazzo davanti a tutta la classe. Apre appunto un professore, ma al posto di essere arrabbiato, sembra contento di vedermi.
-Scusi il ritardo- dico.
-Tranquilla Allison, guarda, vatti a sedere là- dice, indicandomi un posto in fondo all''aula.
Mi affretto a raggiungerlo, sotto gli occhi di tutti.
-Questa è Allison Argent, una vostra nuova compagna-
Mi siedo accanto ad un ragazzo, che mi osserva anche dopo che l'insegnante riprende a spiegare.
Ha i capelli scuri come gli occhi e la pelle color caramello.
-Ora scrivetevi degli appunti su questo argomento. Va bene, Allison?- chiede l'insegnante.
-Si, certo- rispondo.
Prendo il mio quaderno e lo sistemo sul banco, poi vado alla ricerca di una penna. Cavoli, non ne ho neanche una.
Mi guardo intorno per un secondo.
Poi davanti ai miei occhi appare una penna.
Il ragazzo alla mia sinistra me la sta porgendo con un sorriso.
-Grazie- dico, prendendola.
Mentre l'insegnante scrive qualcosa alla lavagna, mi perdo negli occhi di questo ragazzo.
-Scott McCall- dice lui, sorridendomi. Poi mi volto e comincio a seguire la lezione. Appena finisce tutti schizzano fuori dall'aula, mentre io mi fermo un secondo.
-Grazie della penna- dico, porgendola a Scott.
-Ma figurati, tienila per tutto il giorno, me la ridarai quando finiranno le lezioni- dice lui senza smettere neanche un secondo di sorridere. E di tremolare.
-Grazie- dico.
-Hei Scott- lo chiama un suo amico.
-Arrivo Stiles- risponde lui.
Ci avviamo insieme fuori dall'aula ma subito ci separiamo.
Ha un fare insolito quel ragazzo.
Mi dirigo a quello che è il mio armadietto e ci ficco dentro i libri. Mentre sistemo le mie cose, noto che una ragazza mi guarda. Era anche lei nella mia classe di storia: ha i capelli rossicci, gli occhi marroni, il viso grazioso come gli abiti e indossa dei tacchi davvero alti.
-Ciao, hai tardato un po' questa mattina- dice.
Le sorrido un po'. -Ciao, come ti chiami?- le chiedo.
-Lydia Martin. Sai Allison, potremmo diventare grandi amiche noi due- dice.
E sorride mostrando delle fossine che la rendono ancora più bella.

Wow. Sono qui da così poco e ho già trovato un'amica. Lydia sembra la classica ragazza popolare, ma ho la netta sensazione che in lei c'è ben altro che un bel visino. Mi sta simpatica.
L'ora di pranzo arriva presto e con sé grandi pettegolezzi.

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