La partita di Lacrosse

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Passano alcune settimane e tra me e Scott va tutto alla grande. Domani ci sarà la prima partita di Lacrosse della stagione e so che Scott farà del suo meglio. Mi addormento sulla scrivania e quando riapro gli occhi sono già le sette.
Mi vesto in modo semplice e faccio colazione. Poi saluto mio padre e parto.
Quando arrivo in classe, mi siedo dietro Scott, che da sotto il banco mi tiene la mano. Gliela stringo dolcemente, accarezzandola con il pollice.
Arriva l'ora di pranzo e sto accanto a Scott, che sembra molto preoccupato.
-Sei in pensiero per la partita?- chiedo.
Lui annuisce stringendo i pugni e lanciandomi uno sguardo di ghiaccio. Così gli prendo una mano.
-Scusa, il Coach mi fa giocare e di solito sono solo una riserva... ho molta ansia- dice. La sua espressione cambia e diventa la solita dolce.
Gli accarezzo il viso e cerco di tranquillizzarlo.
-Stai tranquillo, io faccio il tifo per te e sono sicura al 100% che vincerete.

A fine lezioni mio padre è fuori dal viottolo della scuola che mi aspetta.

- Allora a stasera- dico a Scott. Mio padre volge a tutti e due uno sguardo interrogativo.

- Em... stasera c'è la prima partita di stagione di lacrosse- spiega Scott.

-Sono invitato?- domanda mio padre. Scott sembra agitato, poi, come se avesse cancellato l'ultimo pensiero sorride:- Certo!

Così torno a casa e mi metto a fare i compiti. Ma dopo una manciata di minuti rinuncio a fare gli esercizi di matematica e mi metto ad ascoltare un po' di musica.
Mio padre entra nella stanza con un sorriso.
-Ho una notizia magnifica- esclama.
Io mi alzo dalla scrivania e rivolgo a mio padre uno sguardo interrogativo.
-Zia Kate verrà qui domani.
Alla notizia sorrido. Mia zia Kate è una donna dolce, un po' troppo sincera ma simpaticissima.
La sera arriva ed io e mio padre salutiamo mia madre in cucina.
-Pronto alla partita?- chiedo a mio padre.
-Certo-risponde.
Così saliamo in macchina e ci dirigiamo verso il campo da Lacrosse dove si terrà la partita. Siamo forse un tantino in ritardo, così mi affretto a raggiungere Lydia.
-Ciao, tesoro guarda qua- esclama, mostrandomi dei cartelloni. Su uno c'è scritto "forza Beacon Hills", mentre su un altro "Jackson n° 1". Come se quel ragazzo non avesse abbastanza attenzioni...
Scruto il campo alla ricerca di Scott, e lo vedo parlare con il coach.
Poi incomincia la partita. Osservo la palla che passa da un giocatore ad un altro. Scott arriva vicino alla rete, ma Jackson non la passa e segna. Lydia saltella di gioia mentre io rimango impassibile: non lo trovo giusto. Scott sembra stare male, ma continua.
Il secondo punto lo fa Scott, che possiede un'incredibile capacità. Allora il coach grida:- Passate a McCall!-
La partita continua, la squadra avversaria segna due punti e quando Jackson segna, Lydia mi costringe a tenere alto il cartello per lui. Allora Scott mi rivolge uno sguardo, poi abbassa il capo e si avvicina a metà campo. Nuvole di respiri escono dalle bocche di tutti, per il freddo e per la stanchezza. A fine partita siamo pari con gli avversari.
Sembrano tutti esausti ma Scott corre, continua a correre.
-Forza, puoi farcela Scott- dico, come se potesse sentirmi.
Tira in rete e colpisce la racchetta del portiere, distruggendola e facendo punto.
Dalla platea si sollevano gridi di gioia: abbiamo vinto!
Corro in campo per andare da Scott, ma lui si allontana barcollando. Lo inseguo, cercando di chiamare la sua attenzione.
Arrivo agli spogliatoi, dove tutto è buio.
-Scott, ci sei?- domando. Nessuna risposta.
Mi faccio coraggio ed entro. Ad ogni metro i miei passi eccheggiano intorno.
-Scott?- dico. Mi avvicino ai lavandini, dove uno specchio è completamente distrutto.
Allora mi nascondo dietro ad una colonna. Il mio battito accellera, sono preoccupata e spaventata. Poi mi faccio coraggio e penso:"Scott, per Scott".
Girando attorno alla colonna, trovo Scott contro le mattonelle della doccia, con l'acqua che scende sul suo volto. Gli appoggio una mano sulla spalla e si gira di scatto.
-Hei, va tutto bene?- chiedo.
-S-si, certo- risponde incerto.
-Hai giocato bene prima- dico. Lui sorride, cercando di rilassarsi. Alza il viso verso l'acqua, poi chiude il rubinetto e torna a guardarmi.
Le sue braccia si stringono attorno alla mia schiena, così mi appoggio con le mani sulle sue spalle. Ci avviciniamo e infine ci baciamo. Appoggio la mia fronte sulla sua, poi mi accorgo che mi tiene per i fianchi.
Un ultimo bacio, poi mi sciolgo da quella posizione rassicurante.
-Ci vediamo domani. Ti amo, Scott- dico.
Lui mi prende ancora un secondo, la tuta bagnata fradicia contro i miei abiti asciutti.
-Ti amo, Allison- dice lui.
Mi giro a malincuore, sapendo che mio padre mi cerca. Svolto l'angolo e trovo Stilinski che fa finta di niente.
-Ciao, Stiles- dico, con un sorriso.
-Allison-risponde lui.

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