● 9 ●

3.7K 167 4
                                    

Quando mi sveglio di nuovo, Jake non è al mio fianco e neanche nella stanza. Guardo l'ora ed è già ora di pranzo, mi metto qualcosa di decente e raggiungo gli altri. Per tutto il tempo io e Jake non di scambio neanche una parola così appena finiamo il pranzo gli chiedo di fare una passeggiata in giardino.
"È tutto ok?" Chiedo mentre passeggiamo
"Si"
"Sei stato silenzioso tutto il giorno"
"Non è vero"
"Non mentirmi"
"Va tutto bene"
"Non mentirmi" ripeto è aggiungo "dimmi cosa c'è che non va"
"Niente" continua a mentire.
Ci togliamo le scarpe e ci sediamo sul molo immergendo i piedi in acqua.
"È per quello che è successo ieri sera?" Dico ma dal tono non sembra una domanda
"Mi dispiace, non doveva succedere" a quelle parole sento come una pugnalata al cuore. Ma non è finita.
"Io non posso, c'è una persona nella mia vita e..."
"Avevi detto che non c'era nessuna ragazza" ribatto ricordandomi di ciò che mi aveva detto all'autogrill.
"Ed era vero"
"Non capisco" dico sinceramente
"Non ti ho mai spiegato perché sei qui.C'è qualcuno nella mia vita, ma non la posso presentare alla mia famiglia..."
"Non capisco niente dici che c'è qualcuno, ma poi neghi dicendo non ho nessuna ragazza" lo interrompo
"Cristal...io sono gay!" Dice tutto d'un fiato. Io rimango di stucco e non riesco a dire neanche una parola, devo ancora metabolizzare la cosa. È lui che continua a parlare.
"I miei non capirebbero per questo ho chiesto a te di venire"
"Non ci posso credere, così intanto potevi prendermi in giro e farmi soffrire vero!" Sono furiosa
"No, non è quello che volevo fare, ciò che è successo ieri sera non era previsto e io..." scappo via prima che finisca la frase e mi chiudo in camera.

Esco solo dopo alcune ore, per fare una passeggiata in giardino con Jennifer, che mi ha pregato di farla.
Scopro che Jake è uscito subito non appena sono entrata in camera e non si sa ne dove è andato ne quando torna.
La ragazzina mi sta raccontando del ragazzo che gli piace e io cerco di aiutarla dandole qualche consiglio.
Vediamo una macchina arrivare e pensando fosse Jake ci avviciniamo, ma non è lui. Esce dall'auto un uomo alto, magro, biondo con un aria non tanto allegra. Si avvicina a noi e con un sorriso forzato dice "Ciao sono Mark, sto cercando Jake. Sono un suo collega, gli ho portato dei documenti"
"Zio Jake non c'è" risponde la ragazza.
"Puoi lasciarli a noi o puoi aspettarlo in casa se vuoi" dico gentilmente.
"Scusa non per mancanza di fiducia, ma sono documenti importanti e non posso lasciarli ad estranei"
"Cristal non è un estranea, è la fidanzata dello zio" neanche a lei sembra stare simpatico l'uomo dal tono acido che ha usato.
Lui mi guarda, anzi mi squadra, forse non si immaginava una ragazza nella vita del capo.
"Intendeva estranea in ambito lavorativo" poi mi rivolgo a lui "entra pure avvertiamo Jake immediatamente".
Arriva dopo una quindicina di minuti e si chiudono in camera per parlare di lavoro.

~Dopo un ora~

Il ronzio di un cellulare interrompe la chiacchierata con Silvia. Cerchiamo di capire da dove provenga. Lo troviamo, è quello di Jake. Ha una chiamata in arrivo da 'capo' quindi pensando che è importante decido di portaglielo.
A causa del mio brutto vizio di non bussare, quando apro la porta mi rendo conto di non aver capito nulla.
Jake e Mark sono abbracciati e sicuramente non è un abbraccio di lavoro. I due si accorgono e mi guardano preoccupati, o almeno Jake, Mark scambia espressione e diventa quasi soddisfatto.
"Io...emh...suonava il cellulare c'era scritto capo pensavo fosse importante" dico imbarazzata allungandogli il cellulare, lo prende.
"Mark" mi porge la mano per presentarsi l'uomo accanto a lui. Io la stringo ma lo guardo male, lo sapevo già. Lui capisce.
"Non ci eravamo presentati bene, Mark il suo ragazzo" dice facendo un cenno verso Jake.
"Cristal...è basta...non sono niente" dico. Mi ha fatto male pronunciare queste parole, ma è la realtà, io qui non sono niente.
Mark ha ottenuto ciò che voleva, era il suo modo per marcare il territorio, Jake rimane in silenzio senza sapere cosa dire.
Esco di fretta di li e chiudo la porta alle mi spalle. Ho gli occhi pieni di lacrime, ma mi impongo di non piangere. Ritorno in soggiorno.
Dopo poco Jake ci raggiunge, con al seguito il suo compagno.
"Vado in città a sistemare cose di lavoro, non penso di tornare per cena" dicendomi mi guarda,sapendo che non credo a ciò che ha appena detto,ormai so.

~Dopo cena~

Come aveva detto non è tornato, forse speravo che lo facesse lo stesso. Mi fa male ogni volta che lo penso insieme al suo ragazzo. L'avevo finalmente capito, io mi stavo innamorando di lui. Quella notte per me non era stata solo sesso.
"Vieni?" Silvia interrompe i miei pensieri
"Cosa scusa?"
"Andiamo a fare una passeggiata nei terreni di Kent, ricordi?"
"Ah si, ma non vengo, non sto bene"
"No dai allora rimandiamo"
"No assolutamente no, andate"
"Non puoi rimanere sola, staremo via almeno un ora"
"Non ti preoccupare e poi sono sicura che a momenti arriverà Jake"
Riesco a convincerla, dal suo sguardo malizioso penso che creda che voglio rimanere sola con lui, se solo sapesse...
Qualche minuto dopo tutti mi salutano e escono. Mi rendo conto che questa sarà l'ultima volta che li vedrò. Li osservo andar via dalla finestra finché mi è possibile.
Termino le valigie giusto in tempo. Il taxi che mi porterà in città è arrivato. Lascio sul comodino un foglio con qualche riga che ho scritto per Jake poi esco da quella casa, che non rivedrò mai più, in lacrime.

Una settimana dai suoiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora